La scommessa è su Bacco

La scommessa è su Bacco PACHINO - Si punta sempre di più sul vino a Pachino e nella zona sud. Insieme a serre e tunnel per la coltivazione di ortofrutta, l'investimento principe resta sempre la bevanda per eccellenza, ossia il vino. È così che grandi investitori del nordest stanno scommettendo sulla produzione locale facendo incetta di vigneti le cui ricchezze però vanno ad impinguare i conti bancari delle grandi aziende del nord. Non manca però chi, per amore della sua terra e della città in cui vive, ha deciso di investire in loco, valorizzando la bevanda degli dei ed impiantando ex novo un'azienda che in un prossimo futuro farà certamente parlare di sé. È la scelta di Francesco Scirè, imprenditore che ha deciso di scommettere sul vino. Dopo una vita passata a coltivare zucchine e meloni ora Scirè ha deciso di cambiare strategia ed investire sul famoso e per certi versi abusato Nero d'Avola. Per questo ha preso tutti i suoi risparmi, frutto di una vita passata a coltivare ortofrutta ed ha speso, senza alcuna sovvenzione o contributo, circa 500 mila euro per macchinari ed per una cantina di circa 700 metri quadrati. Lui non acquisterà uva da privati come fanno la maggior parte dei produttori di vini, ma utilizzerà i vigneti di sua proprietà per arrivare a regime ad una produzione di oltre 100 mila bottiglie l'anno. «Fare impresa è una scommessa, -ha affermato- e chi lo ha detto che i bravi imprenditori sono solo quelli del Nordest? Se il prodotto è buono e l'annata va bene, dimostrerò che il vino si vende e si vende tutto.

Il problema è rivalutare la cultura del vino». A curare le strategie di marketing sarà Agostino Campisi che cercherà di costruire una rete commerciale. «Cercheremo di puntare, -ha spiegato Campisi- non tanto sulla grande distribuzione ma su una rete appositamente costruita, partendo inizialmente con 3 tipologie di vino, due rossi ed un bianco. Poi si vedrà». Il Nero d'Avola oggi è apprezzato ovunque, ma la denominazione di origine controllata viene concessa anche per produzioni non del luogo. “Il vero Nero d'Avola è solamente quello che si produce in zona, -ha affermato Scirè- e bisogna diffidare dalle imitazioni e soprattutto dai prezzi bassissimi da supermercato e da catena commerciale. Il sole è la componente essenziale e la cosa che gli altri non hanno. Le tecniche sono cambiate di molto rispetto a quando fare vino significava solo la spremitura, la fermentazione ed il vecchio torchio. Oggi le temperature sono controllate, i gusti sono diversificati per cui la tecnologia è necessaria. Il gusto dei nostri vini però lo dà la natura ed è questo che gli imprenditori locali devono valorizzare».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 14-03-2008 - Categoria: Economia

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