Non riesco proprio a capire come possa il Sindaco Campisi lavorare e programmare l’amministrazione comunale con persone e forze politiche che ha sempre considerate avversari. Sia nella campagna elettorale, sia nella prima parte del suo mandato, quando ha descritto i suoi rapporti con alcuni consiglieri e gruppi politici in maniera più che pittoresca, ovviamente in senso negativo. Credo che sarà solamente il penoso tentativo di rimanere a galla, nonostante lui stesso stia facendo di tutto per affondare. Ma la cosa più assurda e più sconvolgente della vicenda politica attuale è sicuramente la facilità con cui il sindaco ha deciso di fare il cambio di casacca, dimostrando in tal senso di non rispettare in alcun modo la decisione degli elettori.
Con la sua decisione di ricompattare il centrodestra, aiutato disgraziatamente da consiglieri comunali senza senso del pudore, sta sputando in faccia ai pachinesi che erano convinti di votare un candidato di centrosinistra. Quei pachinesi che non lo hanno mai voluto come candidato del centrodestra e lo hanno, invece, accettato quando si è presentato con le insegne del centrosinistra. Non mi sembra ininfluente che per ben due volte la città lo ha rifiutato nel momento in cui si presentava in un progetto politico di centrodestra. Ribadisco, infine, come la facilità e la velocità dei passaggi politici del sindaco sono illuminanti sulla sua volontà di lavorare con la coalizione che lo ha reso sindaco.
Come se l’avesse già progettato in anticipo, immediatamente e senza rossori, si è fiondato sul centrodestra per chiederne il conforto. Non so se riuscirà a trovare una maggioranza stabile e ad amministrare, ne dubito fortemente, ma il sentimento maggiore in questi giorni è di grande delusione per vedere calpestate così facilmente le nozioni minime di educazione politica e la tristezza di verificare quanto si è lontani dall’avere interlocutori carichi di dignità personale e politica, quale quella che si richiede a chi vuole rappresentare i cittadini. Un passaggio lo voglio dedicare a chi continua a dimenticare che in nessun altro paese si verificano le dimissioni in blocco di un’intera giunta per motivazioni politiche, come è successo a Pachino.
Se avessimo voluto solamente la poltrona e la scarna indennità mensile, di certo non avremmo attuato comportamenti quali quelli etici e degnissimi che abbiamo preso. Potevamo continuare a vivacchiare e a fregiarci del titolo di amministratori senza amministrare un bel niente, abbiamo preferito, e ne siamo giustamente orgogliosi, dimetterci e avviare una crisi politica per ridefinire i meccanismi di un’amministrazione che perde colpi già dalla nascita. La risposta è stata quella che leggiamo nei giornali ed è raccapricciante, non ci resta che augurare a noi e a Pachino una soluzione veloce ed efficace. Una mozione di sfiducia di salute pubblica.
Pachino, 26/04/2007
f.to Turi Borgh
Fonte:
Turi Borgh il 26-04-2007 - Categoria:
Comunicati