Da ottant'anni riposano sui fondali di Capo Passero, nei pressi di Portopalo. I resti dei quarantotto militari italiani del sommergibile «Sebastiano Veniero» (mezzo della classe "Barbarigo") si trovano lì, nel relitto adagiatosi a largo delle coste sud-orientali della Sicilia che il grande sub siracusano Enzo Maiorca individuò negli anni ottanta. Una fine terribile, in tempo di pace e nel corso di una banale esercitazione nel Mediterraneo. Morirono in quarantotto, come dei topi in gabbia. La stessa sorte che sarebbe toccata nell'estate del 2000 ai militari russi del «Kursk», nel Mar di Barents. Nel silenzio degli abissi sembra di udire il giovane capitano di fregata Paolo Vandone, comandante del «Veniero» con alle spalle già una buona esperienza nei sommergibili, o il direttore di macchina, il livornese Alberto Launaro, scampato alla terribile guerra del 1915-'18 e disperso in tempo di pace in un giorno definito «tranquillo». Il fuochista Vittorio Bovolenta, diciotto anni e una vita che cominciava a schiudersi, fu probabilmente uno dei primi a perdere la vita, in seguito all'urto con il mercantile «Capena» che provocò lo squarcio fatale allo scafo del Veniero, tingendo l'alba del 26 agosto con i colori della tragedia. A ricordare quei morti c'è un monumento che si trova a Roma, nel cimitero del «Verano».
Alla fine del 2002, da Portopalo di Capo Passero è partito l'input per la presentazione di una proposta di legge al senato, firmata da un ristretto gruppo di parlamentari, per l'istituzione di un premio internazionale denominato «Veniero d'Oro». Il primo firmatario è il senatore Francesco Bevilacqua. Con il premio, che verrà assegnato in ambito nazionale, si punterà ad evidenziare gli autori di gesti eroici in mare, soprattutto nell'assistenza e nell'accoglienza agli immigrati in difficoltà nel Mediterraneo, mare di migrazioni. Il sindaco di Portopalo, Fernando Cammisuli, sottolinea l'importanza simbolica di questo ddl. «Il progetto di legge purtroppo è fermo al Senato da due anni - dichiara Cammisuli - ma abbiamo buone speranze che possa giungere ad approvazione entro il 2005. Sarebbe il modo migliore per ricordare i morti del Veniero, nell'ottantesimo anniversario di questa tragedia, e tutti coloro che hanno perso la vita nel Mediterraneo, soprattutto i tanti morti senza nome vittime del criminale mercato dell'immigrazione clandestina». Ad assegnare il premio sarà un'apposita commissione nominata dal Ministero dei Beni Culturali. Nei fondali siciliani intanto il relitto del «Sebastiano Veniero» è ormai, sempre più, un sacrario marino degno del massimo rispetto.
sergio taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 09-02-2005 - Categoria:
Cultura e spettacolo