La tragedia degli sbarchi

La tragedia degli sbarchi PORTOPALO - Uno stillicidio continuo ed una nuova tragedia dell'immigrazione. Sbarchi a ritmo ininterrotto anche a Portopalo e questa volta sarebbero tre le persone morte durante la traversata e buttati in acqua. Questo è quanto hanno raccontato i superstiti agli uomini della Guardia Costiera che li hanno intercettati a largo di Capo Passero. Il barcone era stato soccorso dal peschereccio “Nuovo Campisi” che li ha rimorchiati fino all'arrivo di una motovedetta della Guardia Costiera. Gli occupanti la carretta del mare (somali, eritrei e sudanesi) hanno riferito di essere in viaggio da quasi due settimane e che alcuni di loro non hanno retto la lunga permanenza in barca, sono deceduti e i loro corpi sono stati gettati in acqua. Le testimonianze tuttavia non concordano sul numero delle persone morte. Un immigrato avrebbe riferito di avere visto morire e di avere gettato in mare i corpi di un uomo, di una donna e di una bambina. Si rischia di perdere il conto delle persone approdate in questo territorio negli ultimi quattro giorni. Il barcone con i 24 extracomunitari (21 uomini e 3 donne e tra queste una bambina di 10 anni) è arrivato al porto poco prima delle 4 del mattino di ieri. Ancora una volta è stata la motovedetta dell'Ufficio locale marittimo di Portopalo, la Cp2203, ad aver condotto in porto gli immigrati, dopo opportuno trasbordo sul mezzo militare. Una giovane donna è giunta in avanzato stato di gravidanza ed è stata immediatamente trasportata all'ospedale di Noto dall'équipe del 118, coordinata dal medico Rossetta Basile.

Il movimento nettamente percettibile del bambino, all'interno del grembo materno, è stato salutato con espressioni di gioia da tutti i presenti. Il dispositivo pre-accoglienza è scattato intorno alle 3. Solito giro di telefonate tra la Prefettura e l'Amministrazione comunale. Quindi l'allerta girata dal vicesindaco al gruppo reperibile dei volontari di protezione civile, encomiabili come sempre, anche in piena notte e dopo tre giorni di impegno continuo. Appena ultimata la procedura di sbarco, hanno avuto inizio i soliti problemi logistici: dove condurre i migranti, al fine di poter permettere loro di andare in bagno per i bisogni fisiologici? Sulla banchina del porto le condizioni sono totalmente disagevoli. Che fare, allora? Portarli al plesso di scuola elementare? Impossibile, ci sono ancora i bambini della scuola materna. Qualcuno suggerisce di piazzare una tenda nei pressi del punto di sbarco. Soluzione disagevole e del tutto impraticabile per l'assenza dei servizi igienici. In tanti, allora, si pongono una domanda persino banale: “Ma al porto c'è disponibile l'ex caserma della Guardia di finanza, da mesi inutilizzata. Perché non sia fa ricorso a questa struttura?”. La logica si scontra con elementi insondabili. Risultato: gli immigrati sono stati condotti in una struttura commerciale privata, attrezzata di servizi igienici. Il sindaco Fernando Cammisuli ha chiesto, con lettera scritta al ministro dell'Interno, di attivare in loco un centro per l'accoglienza immediata. Perché non chiedere esplicitamente la disponibilità dell'ex caserma delle fiamme gialle a tal riguardo? L'interrogativo, difficilmente, troverà risposta.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 27-06-2007 - Categoria: Cronaca

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