Le «barche tipiche della Sicilia orientale» sono state tema di un interessante convegno che l'associazione Atena ha organizzato ad Augusta ritenendola, per la sua antica tradizione marittima, la sede più consona alla trattazione di tale argomento. All'incontro, che ha avuto luogo presso il circolo ufficiali della M. M, sono intervenuti l'ammiraglio Ernesto Nencioni, il sindaco Massimo Carrubba ed il comandante della capitaneria di porto Gaetano Martinez. Hanno introdotto i lavori il presidente dell'associazione Giuseppe La Ferlita ed il segretario Carmelo Tinè. « Il presente convegno - ha dichiarato il presidente - è il primo di una serie di incontri di avvicinamento all'ambiente prettamente navale che , partendo dalla presentazione delle barche di legno, tipiche della Sicilia orientale, e con la premiazione del maestro d'ascia autentico costruttore navale di altri tempi, ci porterà a discutere delle recenti innovazioni nel settore delle costruzioni navali e di quello ad esso collegati» . Avvalendosi della loro personale ed ampia documentazione, tre cultori hanno illustrato le caratteristiche tecniche e di impiego delle barche d'epoca. Il segretario dell'AIRE ( Associazione per il recupero delle imbarcazioni d'epoca) , comandante Bassi ha comunicato che il 24 giugno scorso è stata approvata dal parlamento la legge su «Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico» l'art 8 di tale norma propone lo «status « dei beni culturali per le imbarcazioni di valore storico. Al termine delle relazioni sono state consegnate targhe di attestazione di merito ai «Maestri d'ascia». Sono stati acclamati i signori Provengano di Marzamemi, Taletta e Belfiore di Catania. Ha chiuso i lavori Rosario Caramagno, consigliere dell'Atena il quale ha espresso l'orientamento dell'associazione della Sicilia orientale autentica risorsa del territorio in merito a ciò che riguarda il trasporto marittimo e la portualità.
Maestri D'ascia e il cantiere navale di Marzamemi e ora di Portopalo di C.P.
Forse molti giovani non lo sanno, ma negli anni "60 e fino agli anni "70, Marzamemi, oltre che sede della Tonnara e della consistente marineria locale, era anche rinomata per la capacità delle maestranze locali di costruire delle barche, anche di una certa e consistente dimensione. Ho ricordi nitidi, in quelle poche volte che mi sono recato a Marzamemi e a Portopalo di C.P.. E ogni volta che ci andavo mi colpiva quel brulicare di uomini che piano piano costruivano le navi e a ogni visita si vedeva, chiaramente, l'evolversi dei lavori. Oltre alle nuovi costruzioni di Navi, Marzamemi era anche "scaro" per la messa a terra di grosse barche per effettuare dei lavori di manutenzione straordinaria di cui gli scafi in legno avevano periodico bisogno. Le barche tirate, che a un ragazzino apparivano come enormi, sembravano nella loro dimensione come stupende e verosimili astronavi di futura immaginazione.
Pensavo che sarebbe stato bello trasportarle in qualche posto particolare per realizzarci delle case di abitazione. Case particolari per viverci in una dimensione di gioco e di particolare e lontana dimensione.
Dal ventre di una barca in secca nel Porto di Portopalo di C.P. Cordiali e marini saluti. Da Firenze Spiros