PACHINO - L'acquisto delle biopattumiere, da parte della casa comunale, per circa otto mila famiglie che risiedono all'interno del centro abitato e nelle aree coinvolte dalla raccolta differenziata, scatena lo scontro istituzionale tra il presidente del Consiglio, Andrea Rabito (che invia un carteggio alla Corte di conti) e l'Ufficio tecnico settore Ecologia. Dopo la ripetuta richiesta da parte del presidente del civico consesso Andrea Rabito circa le modalità con cui la casa municipale aveva proceduto alla selezione della ditta fornitrice delle biopattumiere e la ridda di ipotesi sulle presunte irregolarità nelle procedure adottate, è intervenuto il responsabile dell'ufficio, l'architetto Vincenzo Frazzetto, per sgombrare il campo da qualsiasi illazione e chiarire definitivamente la vicenda relativa all'acquisto dei contenitori finalizzati ad agevolare la raccolta differenziata. Il motivo dello scontro verte sulle procedure adottate, posto che la casa municipale ha escluso di effettuare una gara di appalto, optando per la trattativa privata con le aziende fornitrici. La questione era già venuta alla ribalta prima del rimpasto amministrativo con l'ex assessore ai Lavori pubblici con delega all'Ecologia, Corrado Bufardeci. Con il cambio della Giunta, l'iter è stato ripreso e il presidente del civico consesso. «Non è stata affidata alcuna fornitura di biopattumiere - ha affermato Frazzetto -, ma si è solo iniziata una procedura di affidamento come prevede il decreto legge n. 163/2006 che regola tali tipo di affidamenti, con una ricerca di mercato e una richiesta di almeno cinque preventivi di diversi operatori.
Tali preventivi richiesti sono arrivati negli uffici, ma la procedura è ancora aperta per vari motivi tecnici come l'avvicendamento del personale nella rubrica ecologia e il reperimento dei fondi necessari per procedere all'acquisto, utilizzando il preventivo che risponde alla migliore offerta per economicità e qualità dei prodotti». «Tutte le informazioni - ha continuato Frazzetto - sono state rese sia a Rabito sia agli altri consiglieri comunali, e l'intero ufficio è sempre stato a disposizione di chiunque per delucidazioni e chiarimenti». Il dirigente parla a questo punto di una sorta di «abuso delle funzioni ispettive esercitate dal presidente Rabito dato che le richieste di chiarimento sarebbero arrivate sotto forma di diffide con termini perentori. «Trovo inoltre strano - ha concluso Frazzetto - che, nonostante la richiesta di chiarimenti puntualmente soddisfatta, il presidente del Consiglio non sia mai venuto direttamente a constatare di persona». Al di là della diatriba, comunque, lo scontro sembra destinato ad acuirsi dato che i documenti sulla vicenda sarebbero stati inviati alla Corte dei conti.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 16-12-2011 - Categoria:
Politica