Le (nuove) parole per dirlo

Le (nuove) parole per dirlo di Alberto Castelvecchi


Il cantante Franco Califano (sua la diffusione del termine "frociarole").
Da buciona a frociarola, da ieratico a georgista, fino alla riesumazione di piotte e sacchi riportati in auge dagli spot, rigorosamente in romanesco. Breve dizionario delle bizze linguistiche che sono fiorite in Italia nelle valli e sulle spiagge della penisola.



Il ministro Francesco Rutelli dice che le ferie d'agosto in massa, in stile ragionier Fantozzi, non le faremo più. Ma almeno per quest'anno è andata. E dunque, se tra spiagge e passeggiate in montagna vi foste persi qualcosa (si sa, uno d'estate giornali e tv li vede di meno), questo piccolo vocabolarietto, raccolta informale di appunti e bizze linguistiche, potrà servirvi come ricordo della vostra ultima estate di vacanze all'italiana. Bentornati.

ROMA PADRONA.
D'estate l'area romana la fa da padrona nella pubblicità. Esempio: quattro serie diverse di spot telefonici mettono in scena romani-de-Roma come Christian De Sica, Claudio Amendola, Silvio Muccino, Francesco Totti.
Ne risulta tutto un "famo, dimo, annamo". Anche per i caffè la lotta è tra chi rivendica il diritto di dire "a me me piace" (Gigi Proietti), e chi apostrofa "a mago Merli'!" (Paolo Bonolis). Spot di una scheda telefonica prepagata da 10 euro. Claudio Amendola, bellamente sdraiato su un'amaca, prorompe: "Aho, so' 20 sacchi!". L'equivalenza è 20 sacchi = 20 mila lire = 10 euro.
L'antica scala numerale romanesca è sopravvissuta, negli anni, perfino alla moneta unica. Per esempio piotta, per 100, da cui 'na piotta = 100 euro. E scudo = 5 euro, che un tempo indicava le 5 mila lire. Sacco stava per 1.000 lire (anticamente "un sacco" di soldi). Per arrotondamento, il rate della borsa valori romanesca è 1 euro = du' sacchi, ovvero 2 mila lire tonde.

ANCORA ROMA PADRONA.
Silvio Muccino ha l'abitudine dei giovani romani di pronunciare "a" la e aperta. Ci eravamo abituati, in film come Caterina va in città o Tre metri sopra il cielo, a sentire le ragazzine "pariole" dire santi (senti), gnante (niente), ciarto (certo), vabbane (va bene). Ma fa ancora un certo effetto sentire Muccino jr, quando in uno spot gli chiedono "Quanto ti è costato farmi tutte quelle telefonate?", che risponde "Zzaro!".
Ormai è nazionale il termine romano frociarola. Da un sito internet specializzato, www.sostegnogay.it: "Donna eterosessuale che è la "migliore amica del gay"; che ama circondarsi principalmente di uomini omosessuali dei quali molto spesso (e senza risultato) si innamora". Franco Califano, durante una serata concerto al Circeo, agosto 2006: "Le frociarole si possono sempre riportare sulla retta via".
Più vernacolare buciona, che indica donna in carne, matura, gran trucco e unghie laccate, capelli sciolti a cascata, gonnellona midi zingaresca (stile Anna Magnani), grandi orecchini d'oro, bracciali e anelli da tutte le parti. Il termine si trova già addirittura nel romanzo Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini (1959, "che du' belle bucione!"). E oggi sul sito internet del bluesman romano Roberto Ciotti (autore della bellissima colonna sonora del film Marrakech express): "La mia chitarra Gibson è scura di fianco robusto, come una bella donna in carne, magari un po' buciona. Ma le bucione sono meglio delle ragazzine".
Di origine romana, ma addomesticato, è il termine bellona: traduce il romanesco bonona rendendolo più accettabile alle cronache nazionali. Per Isabella Bossi Fedrigotti (sul Corriere della sera di sabato 2 settembre), è in auge la bellona colta, ovvero la donna di spettacolo, che però ha anche un minimo di letture.

GEORGISTE DI TUTTO IL MONDO...
La frociarola è la masochista femminile che desidera ciò che non può avere. Ma la georgista va oltre e si invaghisce di ciò che non può avere per divina interdizione: l'assistente di Papa Ratzinger, il bellissimo padre Georg che reincarna gli aneliti femminili per Richard Chamberlain, il Padre Ralph di Uccelli di rovo. Importante: si deve dire "gheorghista" con le due g dure, perché il nome tedesco Georg si pronuncia così (comunque Chamberlain è imbattibile perché, da quando fece coming out (vedi sotto), unì sacro e profano conquistando anche una vasta audience frociarola).

STRONZISTE...
Scopritrice del georgismo è senza dubbio Maria Laura Rodotà, che ne ha alimentato il tormentone sulle pagine del Corriere. A proposito di suffissi in -ista, Rodotà si definì a suo tempo una stronzista. Il termine viene spesso usato a sproposito, come sinonimo di stronzo. Nulla di più errato. Lo stronzista è invece il critico di fenomeni sociali bizzarri, di manifestazioni mediatiche cafone, di personaggi sguaiati che, al contrario, rimette le cose a posto: con garbo e molta cattiveria.

GNAWA IERATICO...
Il governo quest'estate ha prodotto ben poco di linguisticamente interessante. L'understatement ulivista non va oltre le "larghe intese" che riecheggiano le "convergenze parallele" di memoria democristiana. Palma della creatività esotica, dunque, per l'ex premier Silvio Berlusconi.
Tra le numerose feste estive da lui vulcanicamente animate, rimane nell'albo quella di Marrakech, in cui il leader del Polo, alla faccia dello scontro di civiltà di Samuel Huntington e del politically correct, veste in costume da gnawa. Gli gnawa, originari dell'Africa occidentale, furono importati in Marocco come schiavi. Visto che la loro cultura è associata a danze tradizionali, Berlusconi non si tira indietro: dona una collana di smeraldi a Veronica Lario avanzando verso di lei "con passo ieratico" (cioè "sacrale, rituale"). Ipse dixit.

LIBERTARI.
Il potere logora chi non ce l'ha, ma stare all'opposizione stimola la creatività. Luciano Lanna, direttore responsabile del Secolo d'Italia (e autore del libro Fascisti immaginari, Vallecchi), si definisce pubblicamente un fascista libertario. Con un ossimoro, ovvero un gioco di contrari tipo "un'amara dolcezza".
Interessante anche la suffissazione dispregiativa in -ume (del tipo sudiciume, pattume) usata come insulto dalla base politica verso i colonnelli di An, definiti colonnellume. Molto fine invece cesarista usato per i modi imperiali di Gianfranco Fini.

PORNO PROF.
Siete rimasti all'esibizionismo dell'ereditiera Paris Hilton? Siete out. Il mito di quest'estate è made in Italy. Un'insegnante di Pordenone pubblica le sue immagini porno su internet. Prontamente viene ribattezzata Porno Prof. Apriti cielo.

HAPPY HOUR (pronuncia "èppi àuar").
Aperitivo dalle 19 alle 21.30. Un tempo rito laico della Milano da bere. Chiamavi uno al telefonino e, invece di dirti: "Sono in una riunione", diceva "sono dentro un èppi àuar". Oggi lo fanno solo gli studenti fuori sede in bolletta, perché consente di saltare la cena abboffandosi di salatini ammosciati, pezzi di tramezzino e pizzetta riciclata.
Questa miserabile sbocconcellatura viene però denominata finger food, ovvero cibo in piccoli pezzetti da brucare con le dita. E arriva l'Omero dei coatti, Luciano Ligabue, che canta: "Sei già dentro l'happy hour/ vivere, vivere, costa la metà".

TVFONINO.
Se il gadget tecnologico di inizio anno è stato l'iPod, quello d'estate è, complici i Mondiali di calcio 2006, il tvfonino con schermo ruotabile. Il futuro è qui e ora.

ULTRONEA.
Il procuratore federale Stefano Palazzi, (processo a Calciopoli) ci regala ultronea. Il termine ultroneo (latino ultroneus, a rigore vorrebbe dire "spontaneo". Quasi quasi rivogliamo Antonio Di Pietro e il "che ci azzecca".

COMING-IN.
Si fa confusione tra coming-out (quando uno dichiara di sua volontà di essere gay) e outing (quando uno dice di un altro che è omosessuale senza averne il consenso). Ha ragione Imma Battaglia, leader del movimento gay: "Dopo tutti questi outing e coming-out, adesso ci vorrebbe un po'di coming-in, ovvero il vivere liberamente la propria vita e farsi i c... propri" (11 agosto 2006, Roma, Gay village).

SEMPRE BESTIA.
Punkabbestia sono i ragazzi che elemosinano spiccioli con bicchiere di latta e cagnoni al seguito. Da qui nasce lo scherzo goliardico dei Fancabbestia: un incrocio tra fancazzista e punkabbestia. Diffuso in ambienti universitari, dove perfino la laurea breve ormai sembra fatica sprecata.

PATRIOTA.
Torna in auge il termine, non certo perché riesumato dai militari italiani all'estero (assai professionali e molto misurati con le parole). Ma perché così si definisce Renato Farina, in arte agente Betulla, messo sulla graticola per certe sue frequentazioni informative con agenti del Sismi. Noblesse oblige.
Fonte: Panorama.it il 14-09-2006 - Categoria: Curiosità

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