PACHINO - E' considerato l'esponente di punta della scuola paesaggistica pachinese. Salvatore Dugo espone, fino al 31 di questo mese, quarantasei opere nello spazio della pinacoteca comunale. «Mi preme sottolineare l'interesse dei giovani - dice Dugo - e questo è un segnale molto incoraggiante». Indica i tratti della scuola paesaggistica pachinese: un grande rispetto per la natura e l'oggetto pittorico, l'attenzione verso ciò che è rimasto di incontaminato prima che il cemento prendesse il sopravvento. L'arte di Dugo è anche mettere in rilievo alcuni tratti minimalisti: le masserie, la piccola casa rustica diroccata. «Credo ancora alla funzione dell'artista come delegato a preservare quanto c'è di incontaminato, liricizzando il tutto». Un artista che fa da tramite pertanto tra un passato di crescita ed un futuro che preservi le peculiarità della nostra terra. Tra le opere esposte ci sono la «Marina a Marzamemi», «Morghella», «Trazzera», «Meriggio» e «Agliastro» dove l'esplosione dei colori ricopre il ruolo principale.
«Le opere esposte riguardano il periodo immediatamente seguente l'attività del gruppo 6 - aggiunge Salvatore Dugo - e questo per mia scelta poichè considero questo periodo più indicativo nel mio cammino artistico ferma restando l'importanza dell'esperienza maturata con gli altri cinque artisti locali negli anni '70». Il pittore pachinese riserva anche un riferimento all'arte contemporanea, con i rischi di annessione politica. «Questi rischi ci sono - ribadisce - e si deve evitare inoltre quella generalizzazione che in nome del mondo globalizzato si dimentica delle realtà locali. Ricordo inoltre quanto mi fu detto negli anni cinquanta dal grande Pietro Annigoni sull'arte moderna che non ha aderenza alla quotidianità. Forse oggi l'artista deve assolvere anche alla funzione di essere un vigile dei tempi, determinante anche nel sociale».