PACHINO - All'indomani della notifica degli otto avvisi di garanzia a sindaco, dirigenti e imprenditori per presunte irregolarità in appalti e nomine di consulenti al Comune, a cantare vittoria sono le rappresentanze sindacali unitarie che hanno evidenziato lo stretto legame tra le irregolarità segnalate a livello amministrativo e i temi dell'inchiesta giudiziaria. Secondo i rappresentanti Cisl della chiusura dell'inchiesta sarebbero stati informati sia il presidente della Regione, Rosario Crocetta che si era interessato del caso Pachino, che gli ispettori regionali inviati dall'assessorato competente al fine di fare luce sulle unità di progetto assegnate con discrezionalità. Sul fronte strettamente amministrativo, al Comune bocche cucite. Chi parla lo fa solo a titolo personale e specificando che non si tratta di dichiarazioni ufficiali. Insomma, a parte il sindaco che già ieri si è detto sereno e fiducioso, reazioni pubbliche non ce ne sono. Da quel che si sa però, già lunedì sera c'è stata una riunione di maggioranza per fare il punto su quanto era accaduto durante la mattinata. Secondo indiscrezioni, tuttavia, non ci sarebbero grandi preoccupazioni e le accuse, soprattutto in ordine alla scelta degli esperti esterni, sarebbero state giudicate deboli e facilmente smontabili. Più serie invece sarebbero gli spezzettamenti delle commesse per evitare l'obbligatorietà della gara di appalto, cosa che si sarebbe verificata in più occasioni, dalla manutenzione stradale ai lavori di somma urgenza a quelli da eseguire al palmento di Rudinì.
Nonostante questa manifestata tranquillità, ieri mattina il Comune era deserto. Nessun amministratore sembrava essere in sede. Voci di corridoio davano il sindaco in Procura assieme al suo vice, per incontrare i magistrati titolari dell'inchiesta. Ma le voci venivano smentite poco più tardi con il vicesindaco Giuseppe Campisi tranquillamente impegnato a piazza Vittorio Emanuele a chiacchierare con amici e conoscenti. Tra i pachinesi, spesso fermi di fronte alle edicole a fare capannello, la notizia delle indagini è stata commentata con il classico fatalismo siciliano ed un'espressione colorita che lascia l'amaro in bocca e che condanna prima ancora che i processi siano stati celebrati: "s'ammuccarru u paisi". Il dibattito, comunque, presto potrebbe trasferirsi in aula. Una seduta di Consiglio comunale potrebbe essere convocata dal presidente Andrea Rabito, proprio per discutere delle attività di indagine e dei riflessi negativi che queste possano avere nell'azione amministrativa. La seduta potrebbe essere richiesta dall'opposizione consiliare che, in maniera unitaria, potrebbe chiedere le dimissioni del primo cittadino e una rotazione dei funzionari coinvolti nelle inchieste.
Sa. Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 20-03-2013 - Categoria:
Cronaca