Cari concittadini, chi vi parla, attraverso questa lettera aperta, ha svolto per diversi mesi il ruolo di assessore nella giunta di centrosinistra del sindaco Campisi.
Come sapete, però, il 13 Aprile 2007, ci siamo dimessi dalla carica.
Abbiamo deciso, con sofferenza ma con decisione, di dovere compiere questo gesto di responsabilità perché
non esistono più le condizioni per governare la città di Pachino.
Poiché non ci interessava fare gli assessori a tutti i costi, al contrario di quelli che vi si sono tuffati subito, abbiamo tratto le naturali conseguenze ammettendo di avere tentato di lavorare accanto ad un sindaco che non merita, a nostro parere, di rappresentare la nostra città.
A nove mesi dalla sua elezione, il sindaco Campisi, infatti, ha compiuto atti e preso decisioni che hanno danneggiato gli uffici e le attività del comune. Più volte i partiti e noi assessori abbiamo tentato di ristabilire le regole democratiche di buona amministrazione, ma le decisioni del sindaco, aiutato da cattivi consiglieri, hanno vanificato la nostra buona volontà.
L’incompetenza e la testardaggine hanno determinato lo sfascio dell’Ufficio Tecnico Comunale, la paralisi dell’Ufficio Tributi e Finanze, una crisi generale dell’intera struttura amministrativa comunale. Invece di cercare di trovare soluzioni ai tanti problemi che ci sommergono si è proceduto solamente a vendette personali e ad alimentare un clima di sospetto e di tensione che certamente non aiuta nessuno.
Quali sono le conseguenze di questo comportamento ?
Purtroppo, le poche opere pubbliche che si potevano avviare nel primo anno di amministrazione sono ancora bloccate e alcune rischiano di essere cancellate:
1) la piscina comunale, per la quale esistono 2.000.000 di euro di finanziamento statale, rischia di non essere realizzata per i ritardi dovuti alla cattiva gestione dell’Ufficio tecnico. Su questa vicenda grava pure il sospetto di un conflitto d’interessi enorme e non sanato, che coinvolge qualche funzionario;
2) la revoca del finanziamento di una parte del P.I.T. “Ecomuseo del Mediterraneo” che a Marzamemi aveva destinato 2.650.000 di euro che non saranno spesi per gravi colpe di chi ha deciso di non attenzionare la vicenda. Quando al sindaco fu prospettata questa negativa eventualità, già a Gennaio, fu praticamente ignorata;
3) la strada a monte di Marzamemi, che aiuterebbe a sbloccare il traffico, soprattutto estivo, sta per essere annullata (900.000 euro) per il sonno di chi non è capace di prendere decisioni;
4) l’area degli attendamenti della protezione civile, altri 2.000.000 di euro, con problemi legati a ricorsi;
5) il piano delle spiagge che non si è neppure iniziato ad approntare. Tale situazione renderà il demanio ingovernabile e in un paese che vuole lavorare di turismo costiero è criminale disinteressarsene;
6) il piano regolatore della città bloccato, forse volutamente, nell’incapacità di programmare la gestione del territorio.
Aggiungiamo:
1) una lottizzazione sotto l’interessamento della magistratura con i documenti già acquisiti dai carabinieri;
2) un progetto di discarica comunale che rischia di farci diventare la pattumiera della provincia;
3) il piano fognario del comune, dove tra progettista e funzionario comunale potrebbe sussistere un conflitto d’interessi enorme (19.000.000 di euro);
4) agli esperti sono corrisposti più di 3.000 euro al mese, per ognuno di loro, senza che al comune ne sia venuto un minimo beneficio. L’unico lavoro che alcuni svolgono è quello di navigare su internet alla ricerca di improbabili regolamenti da appioppare al comune.
Nel frattempo, viziato da un vistoso conflitto d’interessi, il parco urbano giace nel più completo abbandono, vanificando l’investimento finora effettuato e negando ai pachinesi un’area pubblica e verde.
Il cinema Diana attende di essere ristrutturato e donato alla città come contenitore culturale, musicale, giovanile e congressuale.
La stazione ferroviaria è abbandonata e in pericolo di essere spezzettata per speculazioni private.
Queste sono gravissime deficienze organizzative, dovute ad un pessimo modo di amministrare che non accetta aiuto, come quello che abbiamo sempre voluto fornire, per lavorare di più e meglio.
La conclusione è una soltanto, che un sindaco del genere non è capace di lavorare in squadra e non è capace di svolgere il ruolo di traino politico e amministrativo della città.
La sua scelta, inoltre, di passare da una coalizione di centrosinistra ad una di centrodestra la dice lunga sulle sue qualità politiche e personali.
E’ desolante vedere come si possa sputare in faccia ai propri elettori abbandonando il campo nel quale è stato legittimato. Evidentemente, Campisi, non aspettava altro.
Un passaggio, infine, lo si vuole dedicare al centrodestra. Avallare la scelta di Peppe Campisi, nel salto triplo carpiato che ha compiuto, significa tutto tranne quello di qualificarsi tra le forze sane. Lanciamo, dunque, un appello morale a loro e a tutti i consiglieri comunali, azzeriamo la politica pachinese, ripartiamo da zero, mandiamo a casa questo sindaco e riproviamo a dare a Pachino un’amministrazione vera e degna di questo nome.
Noi contrapponiamo alle indegne proposte di giunta di salute pubblica, una mozione di sfiducia di salute pubblica, per il bene del paese e per il bene dei pachinesi.
gli ex assessori