Lettera aperta al Sindaco sugli “scieri” della tonnara di Marzamemi

Lettera aperta al Sindaco sugli “scieri” della tonnara di Marzamemi Al sindaco del Comune di Pachino
dott. Giuseppe Campisi

E p.c. :

al Presidente del Consiglio Comunale di Pachino
sig. Salvatore Blundo

al Dirigente settore Cultura e Istruzione
dott. Nicola Campo

all’Assessore Attività Culturali
Provincia Regionale di Siracusa
dott.ssa Barbara Fronterrè


Egregio dott. Campisi,
la presente per comunicarLe il punto di vista dello scrivente circa l’ormai annosa questione degli “scieri” della Tonnara Villadorata di Marzamemi. Qualche giorno fa si è infatti appreso dalla stampa locale che Ella sarebbe in contatto con il proprietario della Tonnara Villadorata, dott. Domenico Bonaccorsi, al fine di una eventuale donazione e/o vendita, da parte di questi, degli “scieri” in questione al Comune di Pachino e di una eventuale e conseguente allocazione delle due imbarcazioni presso il piazzale Balata.

Egregio Sindaco, si fa presente, con franchezza, che la notizia riportata dalla stampa circe le Sue intenzioni colpisce negativamente lo scrivente.

Non appena iniziarono i lavori di rifacimento del tetto del loggione della Tonnara di Marzamemi, con la conseguente fuoriuscita da quei locali delle due caratteristiche imbarcazioni, lo scrivente, in qualità di Presidente dell’Associazione Studi Storici e Culturali, aveva più e più volte reiterato al dott. Bonaccorsi, alla Sovrintendenza ai BB.CC. di Siracusa e al Sindaco del Comune di Pachino del tempo, dott. Sebastiano Barone, la richiesta di porre sotto un riparo sicuro gli “scieri”. Tali richieste da parte dello scrivente seguivano, tra l’altro, la circolazione di alcune voci ed illazioni che davano per venduti gli “scieri” a musei nazionali e/o analoghe tonnare dell’isola; la cosa pare, per fortuna, sia al momento scongiurata.

È opportuno sottolineare che le caratteristiche imbarcazioni rappresentano la memoria storica del lungo e faticoso lavoro di centinaia di maestranze impiegate nella Tonnara di Marzamemi, e nelle varie fasi della mattanza, e pertanto si possono e debbono considerare a ragione come Beni Culturali e, come tali, soggetti alla legislazione, nazionale e regionale, in materia di beni culturali.
Si ricorda ancora, con rammarico, che le imbarcazioni erano in origine tre, e che una terza appunto è andata irrimediabilmente distrutta per l’incuria dei proprietari, per le intemperie climatiche, considerato che il tetto del loggione della Tonnara ha ceduto in numerosi punti nel corso del tempo e, infine, per l’annosa inattività degli stessi “scieri”, i quali non hanno subito gli opportuni interventi di manutenzione.
Solo a seguito di diverse lettere da parte dello scrivente al Sindaco Barone e dopo un opportuno coinvolgimento dell’opinione pubblica, il dott. Bonaccorsi provvide a sistemare sopra i due “scieri” rimasti una specie di tettoia, anzi una serra con copertura in plastica e materiale di vario tipo. Seppure non si considerano idonee le coperture apposte sopra le due imbarcazioni, queste hanno, in un certo qual modo, preservato gli “scieri” dalle piogge degli ultimi anni e dai raggi del sole cocente delle estati trascorse nel frattempo. A seguito della ultimazione dei lavori dentro il loggione della Tonnara, con il conseguente rifacimento del tetto dei locali, ci si aspettava che gli “scieri” in questione venissero riposti nel loro luogo naturale, ovvero gli stessi locali dai quali erano usciti: l’antico loggione della Tonnara.

Si è anche presa pubblica posizione, a tal proposito, sulla stampa locale, con la medesima considerazione e richiesta. Ma ad oggi gli “scieri” rimangono quasi abbandonati a se stessi in un cortile scarsamente recintato e sotto la medesima e inidonea copertura a serra. La notizia apparsa sulla stampa circa la disponibilità da parte del Comune di alloggiare gli “scieri” all’aperto, presso il piazzale antistante l’edificio della Tonnara, trova pertanto lo scrivente alquanto contrario. Si ritiene infatti che le due imbarcazioni debbano essere opportunamente restaurate e, contestualmente, studiate da parte degli esperti restauratori e tecnici, trattandosi di Beni Culturali e non di normali imbarcazioni da riparare secondo le tecniche di manutenzione proprie dei cantieri marinari.

Si considera inoltre inopportuna l’allocazione all’aperto per almeno due ragioni: la prima è che lasciare all’aperto, e incustoditi, i due “scieri”, significherebbe sottoporli alla negligenza di chi, non conoscendone e apprezzandone appieno il valore storico rappresentato dagli stessi, ne farebbe certamente oggetto di atti vandalici o di semplicioneria. Inoltre si considera che il luogo naturale dove alloggiare gli “scieri” siano proprio i locali della Tonnara che li hanno ospitati per decenni. Altri luoghi sono inopportuni: sarebbe come voler staccare gli affreschi della Cappella Sistina e porli in piazza San Pietro per una maggiore e pubblica fruizione da parte del pubblico. Si urlerebbe, e a ragione, allo scandalo, come si denuncerà lo scandalo, ad ogni livello, qualora gli “scieri” non verranno apposti nel luogo naturale ove ospitarli per la loro preservazione.
Si ricorda infine che nel giugno del 2005, in collaborazione con l’Università di Catania e la Provincia Regionale di Siracusa, si tenne un convegno/dibattito a Marzamemi, promosso dall’Associazione Studi Storici e Culturali, sul tema “Identità, memoria e sviluppo. Ipotesi di fruizione dei Beni Culturali” a cui parteciparono numerosi studiosi ed esperti in materia di Beni Culturali (tra gli altri si ricordano il prof. Rosario Mangiameli, il prof. Salvo Torre, la dott.ssa Vera Greco, direttrice del Museo di Palazzo Bellomo di Siracusa) e fu unanime la considerazione, unita all’auspicio, da parte della comunità di studiosi ed esperti presenti in quella iniziativa, che gli “scieri” tornassero dentro i locali della Tonnara, una volta terminati i lavori di restauro del tetto.


Ci si rende conto che la questione degli “scieri” ne apre un’altra di ben più ampia portata, ovvero l’uso pubblico dei Beni Culturali di Marzamemi e, fra questi, l’uso pubblico dei locali della Tonnara e quelli del caratteristico Cortile di Palazzo Villadorata. Si ritiene però, per l’impegno e l’attenzione che lo scrivente ha sempre profuso sulla questione della tutela e valorizzazione dei Beni Culturali del nostro territorio, e per il ruolo istituzionale che ad oggi il sottoscritto riveste nel Comune di Pachino, di attenzionare debitamente l’Amministrazione Comunale verso tale importante tematica, con l’auspicio di evitare l’ennesimo scempio del patrimonio culturale del nostro territorio.

Si rimane in attesa di una Sua cortese risposta su questo argomento e si coglie l’occasione per porgerLe i miei saluti


Pachino, 20 giugno 2007

Il Vicepresidente del Consiglio Comunale di Pachino
dott. Roberto Bruno
Fonte: Dott. Roberto Bruno il 22-06-2007 - Categoria: Comunicati

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I beni culturali in Italia sono tutelati utilizzando un approccio nazionale-patrimoniale!!!

Che significa?

Essi sono patrimonio della nazione e la proprietà è dei cittadini in quanto titolari della sovranità popolare, e lo stato deve garantire la tutela la gestione e promuoverne la conoscenza.

I beni culturali di proprietà privata possono essere soggetti a vincolo, poichè ricadono nell'interesse pubblico.

La tutela dei beni culturali in Italia ha prinicipi ispiratoriche risalgono alla legislazione protezionistica di alcuni stati preunitari e le leggi di riferimento prevedono che , se il bene è di proprietà privata, è possibile richiedere un provvedimento formale di vincolo preventivo....denominato notifica.
Quindiper tali beni "le Soprintendenze" devono svolgere il loro lavoro:
Riconoscere IL BENE CULTURALE COME OGGETTI DI INTERESSE PARTICOLARMENTE IMPORTANTE....tRAMITE L'UTILIZZO DI MOLTI STRUMENTI....VINCOLI, DIVIETI, ORDINI, ISPEZIONI, AUTORIZZAZIONI, ESPROPRI ED ESERCIO DI PRELAZIONE.

La legge di riferimento alla valorizzazione dei beni culturali, dopo le successive formalità di catalogazione, è la Legge RONCHEY che oltre a regolamentare il settore, concede ai privati l'appalto di alcuni servizi nei confronti dei musei........fondamentale per promuovere l'immagine marinara di Marzamemi come prodotto turistico culturale......
Nella valorizzazione dei beni culturali, il comune ha la possibilità di scegliere tra le opzioni previste dalla legge nazionale n 142/1990....la legge stabilisce il nuovo assetto degli strumenti per la gestione dei servizi pubblici comunali e provinciali riguardante la promozione dello sviluppo economico e civile della società locale.....inoltre la legge n 498/1992 e la n 127/1997 hanno completato il quadro normativo definendo le posizioni degli enti locali con la possibilità di scegliere al fine di promuovere gli aspetti peculiari del proprio territorio:
gestione in economia e concessione a terzi
azienda speciale
società miste a prevalente capitale pubblico e privato
protocolli d'intesa
consorzi
accordi di programma
patti territoriali
E si ricorda : se i beni sono di proprietà privata, siano essi di natura pubblica o privata, possono essere sottoposti a LIMITAZIONI DEL DIRITTO DI PROPRIETA'....infatti, anche se un soggetto privato ha la proprietà piena di un bene culturale, la sua appartanenza al PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO di uno stato...è riconosciuta come motivazione per limitare le facoltà di godimento e di disposizione del proprietario....attraverso due categorie di restrizione di legge del diritto di proprietà
1.Proprietà con uso limitato: tutto è concesso con le dovute autorizzazioni
2.Proprietà a uso richiesto : vincoli imposti al proprietario nell'utilizzo del bene per usi non compatibili con il carattere storico oppure tali da creare grave pregiudizio alla conservazione e all'integrità del bene stesso.....come stà succedendo per i nostri scieri.....

La città ha bisogno di stimoli culturali...senza apprezzare il nostro glorioso passato....non sapremo mai apprezzare il presente....e soprattutto fondamentale per il mercato delle arti: salvaguardare i beni culturali alle generazioni future.....così come è stato fatto con noi.......

PROLOCO PACHINO
Nel passato gli Aliffi erano una stirpe prevalentemente di Calafatari siracusani, lavoro artigianale tramandato di padre in figlio fino alla generazione di mio padre.
All’inizio del 1800 il Principe di Villadorata proprietario della tonnara di Marzamemi chiamò Pasquale Aliffi, mio trisavolo, perché svolgesse la sua attività proprio in quel piccolo borgo di pescatori. Ed è così che nacque la stirpe degli Aliffi di Marzamemi.
Gli scieri di cui parliamo furono costruiti dai miei avi ed il posizionamento a scala delle travi ordinate a prora di quei barconi ne è una firma indelebile poiché nessuno sapeva fare minuziosamente quelle prore con quel metodo, in tutta la provincia di siracusa, se non gli Aliffi.
Tutto ciò per dirti, Caro Roberto, che in quei barconi c’è il sudore delle mie radici e, pertanto, mentre, pur sapendo che io mi sono interessato, tu fai scrivere qualche articolo ogni tanto elevandoti sempre ad unico salvatore della Patria, il sottoscritto ha affrontato direttamente il problema telefonando nel tempo più volte al Dott. Bonaccorsi per favorire quella copertura, sicuramente insufficiente, ma pur sempre provvisoria, poiché hanno riparato gli Scieri soltanto dalla pioggia ma non da calore del sole che ne sta facendo diventare la pece del nero legno come tabacco.
Ultimamente ho favorito degli articoli giornalistici, quelli di cui tu parli, dove ho evidenziato le intenzioni del Dott. Bonaccorsi che in una lettera (che mi ha fatto avere in copia) chiede al Sindaco di Pachino ed alla Soprintendenza di Siracusa di voler (PUR MANTENENDO LA PROPRIETA’) mettere a disposizione della comunità ed all’occhio intenditore del turista questi cimeli unici nel loro genere rimasti in Sicilia e forse nel mediterraneo.
Ha chiesto ai destinatari delle lettere di trovare idonee strutture dove posizionare tali barconi per essere esposti all’occhio di tutti. Scrivendo in tal senso evidenzia la conseguente volontà di non voler far tornare gli scieri nella precedente loro allocazione (la tonnara).
Tutto ciò, anche se criticabile, è legittimo in quanto, essendone proprietario, decide cosa fare dei suoi immobili.
Certo che sulla base di questa richiesta, qualora se ne comprenda il grande ritorno di immagine turistica, un Sindaco insieme alla Soprintendenza portasse avanti un progetto di costruzione di una grande teca in vetro con caratteristiche antiproiettile, antiurto etc., al fine di far ammirare a tutti tali cimeli, testimonianze della nostra storia di Marzamemi, allocandoli magari proprio davanti alle attuali baracche dei calafatari dove centinaia di anni fa furono costruiti dagli Aliffi, sarebbe veramente bello da immaginare in funzione turistica.
Ora, Caro Roberto, sempre per farti sapere che non sei l’unico che si interessa degli scieri, ti informo che la Soprintendenza ai BB.CC. di Siracusa ha emesso per quei barconi, nel recente passato, un decreto di vincolo di belle arti. Tutto ciò su interessamento di Augusto Aliffi, mio parente, presidente dell’Associazione Sirakosia che ha intrapreso un lungo percorso che porterà alla nascita del Museo del Mare di Siracusa e di conseguenza con la collaborazione del Comitato Pro Marzamemi e dell’Associazione Promozionale Sud orientale Sicula che ha richiesto di consorziarsi con il consorzio Sirakosia, anche alla nascita di un indipendente Museo del Mare di Marzamemi ovvero Museo del Mare di Siracusa Sezione staccata di Marzamemi.
Ribadisco comunque che gli interventi nei giornali o le lettere al Sindaco sono comunque utili e costruttive (sei un consigliere comunale ed hai tutti i diritti per farli) ma mi da un po’ fastidio vedere il presidente dell’Associazione studi storici ergersi come unico paladino degli Scieri e della Tonnara di Marzamemi.
Cordiali saluti Roberto e spero senza rancore. Pasquale Aliffi
Scieri in mareeeeeeeee!!!

Strano che in quel convegno di studiosi della Univerità di Catania e studiosi amministrativisti alla Vera Greco ,mancasse la figura più importante:la Soprintendente Mariella Muti..Poichè codesta bella donna è' l'unica figura tecnico-giuridica che avrebbe potuto dare, attraverso un suo decreto, gambe a quello che il consigliere Bruno và propagandando.

Si tratta infatti di strutture e oggetti assolutamente privati dove la pubblica amministrazione locale non ha strumenti giuridici di competenza...

Strano che ancora non si è capito che le strutture private anche se di pregio architettonico rimangono private...vedi cortile ecc.ecc..

La cosa più saggia a mio parere sarebbe quella di restaurare le imbarcazioni, calafatarle com'è d'uso nella marineria locale e poi rimetterle in acqua..in determinati periodi dell'anno...

Potrebbero servire come ferry Boat tra la zona del porto Fossa alla Balata, per trasportare, alla caronte, abitanti, turisti e visitatori che lasciano la macchina nel piazzale antistante il porto stesso e zone limitrofe..

Insomma con questo nuovo sistema di trasporto, via acqua, si potrebbe risolvere anche qualche problema di circolazione sosta e parcheggio nell'ambito di Marzamemi centro storico...apriti cielo e senti i commercianti che gridano allo scandalo..e va bene facciamoli scendere all'altezza della madonnina...

Del tutto potrebbe interessarsi una cooperativa fatta dagli stessi pescatori locali al fine di potere integrare il loro reddito con questo nuovo servizio..

Non conoscendo lo stato di conservazione delle barche e considerato lo scarso uso che se ne fatto potrebbero non essere in grado di assolvere al problema, ma l'unica cosa( l'uso stagionale) che può dare continuità a queste imbarcazioni è quello di dare loro respiro....tra interni ed esterni per ricordare nella memoria collettiva il tempo della Tonnara con le sue caratteristiche barche,Scieri, in mare...

Saluti tonnati,Spiros
Il bene culturale garibaldino
NON ERA SCRITTO DA NESSUNA PARTE CHE L'APPROCCIO ERA NAZIONAL-PATRIMONIALE...


Si fa' presente che si sta facendo confusione tra: "beni immobili" e "beni mobili".

Gli scieri sono beni mobili tutelati con apposita legge...

Ma su di essi non è stato fatto alcun decreto dalla Soprintendenza...
Il s entire comune non è ratificato..i beni sono non vincolati formalmente..
Totalmente d'accordo con l'elenco delle cose scritte, ma difficilmente attuabili. la legge permette ma il comune non esegue di norma queste norme.....Una serie di leggi dove attingere potere sul bene culturale che è auspicabile ma che di norma non vengono applicate..
Tuttavia la strada dell'acquisto al bene pubblico è la strada di norma più idonea per dichiare un bene totalmente pubblico.

Bisogna dare una occhiata al Piano di Recupero e vedere qual'è la destinazione urbanistco edilizio,altre parti del complesso monumentale sono stati venduti a privati e vi vogliono realizzare un albergo..Questi sono i fatti...
Credo che si potrà ottenere qualcosa invocando queste leggi ma la dura realtà si scontra contro fatti specifici che rimandano alla storia del mancato acquisto della tonnara di Marzamemi...

Allego articolo riassuntivo..



Rosario Spinello ha scritto: 21-03-2007 20:52:44
Basta leggere il volumetto di Corrado Arangio per sapere tutta la storia delle vicende che hanno in oggetto l'acquisizione della tonnara...Tre i fatti principali dopo l'avvio della pratica da parte del Sindaco Modestino Preziosi..
cito dal volumetto di Corrado Arangio.

""Il primo è un atto che riguarda l'assessore ai lavori pubblici che firmò una lettera di risposta alla Cassa Depositi e Prestiti che il comune di Pachino non poteva perfezionare la pratica.... del 19 Marzo 1989 con lettera prot n 8661...( chi era quell'assessore che svavalcando la giuna e il Sindaco inviò la risposta alla cassa...Dovremmo essere durante l'amministrazione Latino...

La seconda è il parere di un avvocato Nino Gentile con un suo parere del 21 03 2001, scrive " è ben possibile procedere al compimento dei lavori e delle procedure espropriative nel rispetto dei termini fissati dalla deliberazione n 507 del 1997, rispettivamente di cinque anni dall'adozione dell'atto e di sei mesi dall'immissione in possesso."

Il terzo che nonostante quel parere legale nel bilancio comunale 2000-2001 per una serie imprevedibile di eventi, Muore Mauro Adamo e non venne inserita la voce che riguardava la prima quota di mutuo decennale di trecentomilioni ""

Questo è quanto è documentato nel libro di Corrado Arangio...
Ora ,non per fare dietrologia credo che con l'acquisto di tutte le quote da parte del principe Bonaccorsi e visto i lavori che sono sttai realizzati all'interno della struttura difficilmente si potrà procedere all'acquisizione della struttura..Consideriamo che la rivalutazione economica dell'immobile si attesta a cifre molto alte degli ultimi tremiliari disposti dalle perizie di valutazione redatte la prima sicuramente da parte dell'Ufficio del catasto.Oggi le cifre sono molto deverse e molto piùgravose per le casse del comune...
L'unica oppportunità seria sarebbe stata quella di investire con il pit 9 per acquisire queste strutture...
Si è deciso di investire sul recupero del palmento di Rudini lasciando La tonnara in mano ai privati...
Sono valutazioni politiche di scelta che alla lunga vengono al pettine....

http://xoomer.alice.it/pachinopromontorio/tonnara-marzamemi/