La problematica sollevata della salvaguardia dei beni culturali del territorio netino ha indotto il presidente della sezione archeoclub di Noto, Orazio Di Rosa, di intervenire. «In un crescendo e in una successione dal ritmo quasi incalzante, le notizie e le informazioni sulle condizioni in cui versano i siti archeologici del territorio di Noto e riportate in questi giorni dalla stampa, ci presentano - sostiene Di Rosa - una realtà preoccupante, caotica e lontana, da possibili prossimi sbocchi. Emblematico il titolo apparso sul quotidiano La Sicila «Polemiche per l'uso della pre-riserva di Vendicari. Contrari gli ambientalisti.al ripristino della vecchia ferrovia». «E no, Signori miei - aggiunge il presidente dell'archeoclub - con le polemiche non si va lontano e i «no» e le rigide posizioni non aiutano a risolvere i problemi. Al di là delle sigle e delle aggregazioni politiche, io sono d'accordo nel dividere gli uomini in intelligenti e in meno intelligenti.
E l'intelligenza non è un pacchetto, nè prerogativa di un gruppo, è per contro trasversale, è libera, porta al confronto, all'accettazione anche delle ragioni degli altri, nel solo interesse della collettività». Si sono fermati gli ambientalisti a considerare quali fattori di «crescita», quale tipo di turismo culturale favorirebbe il ripristino della tratta ferrata Noto-San Lorenzo-Marzamemi-Pachino, a cui sono contrari? Hanno accettato o sollecitato un incontro con chi è favorevole? Hanno considerato le opportunità positive, i vantaggi? Forse no. Ed è triste allora prendere atto come uomini nuovi possano avere vizi antichi!
Ma, il presidente Di Rosa non si limita a dire solo tutto questo, va oltre. Infatti, riguardo le notizie di stampa del 5 agosto scorso dal titolo: «Noto: al bazar dei reperti dimenticati. L'eremo di S. Maria di Noto Antica espoliato. Nessuna protezione» dice: «Sconvolgente, come l'effetto traumatizzante delle foto, la dettagliata descrizione dello scempio che si continua a perpetrare tra le rovine del Monte Alveria. E tuttavia, come per addolcire e rendere meno avvilente il tutto, si annunciano progetti di riqualificazione, stanziamenti, convegni tavole rotonde. Bene, stante la situazione, è il momento di dire: basta. Basata alle finte promesse, alle estenuanti lungaggini per degli espropri da portare a compimento, per una strada da sprovincializzare, per le operazioni da effettuare senza altro colpevole ritardo. Le chiacchiere - conclude il presidente dell'archeoclub - non servono più. Si dia mandato ad una sola persona coadiuvata da un team che sappia fare da spola tra Regione, Provincia, Comune e Soprintendenza».
B. T.
Fonte:
LaSicilia.it il 10-08-2004 - Categoria:
Cronaca