Marzamemi come Venezia, allarme per l'erosione costiera

Marzamemi come Venezia, allarme per l'erosione costiera PACHINO - Cresce il fenomeno dell'erosione costiera nella frazione di Marzamemi e soprattutto nella zona della Marinella. Dopo gli interventi autorizzati dalle autorità marittime per realizzare una barriera frangiflutti a protezione di alcune case la cui staticità era ormai compromessa dall'acqua marina, il fenomeno erosivo si è leggermente spostato alle zone limitrofe dove gli interventi di tutela non sono stati realizzati. Gli effetti più marcati si sono registrati in occasione dell'ultima ondata di maltempo quando le correnti hanno provocato onde piuttosto alte all'interno della rada portuale della frazione, aggravando il fenomeno dell'erosione. «I massi frangiflutti, -ha spiegato l'ingegnere ambientale Pierpaolo Mallia, progettista di diverse barriere poste a protezione di alcune abitazioni della zona Lido - hanno sortito gli effetti sperati. La forza delle onde è stata smorzata notevolmente e tra i massi si sono creati degli accumuli di posidonia che contribuisce a ridurre l'impatto del moto ondoso. Tuttavia, la forza delle onde smorzata da una parte, tende a riversare l'energia nelle zone vicine». La causa principale del fenomeno erosivo, secondo l'ingegnere Mallia, va ricercata oltre che nelle correnti marine e nelle opere artificiali che ne hanno alterato il moto naturale, anche nella fascia dell'entroterra.

Il deflusso delle acque meteoriche infatti è stato bloccato dalle numerose opere di urbanizzazione, con la conseguenza che il fenomeno del deposito di detriti trasportati dalle acque meteoriche che si riversavano in mare, oggi è del tutto inesistente. «Il danno maggiore, - ha continuato - non viene dunque dal mare, ma dalla terra. Chiaramente ciò non significa che basterà ripristinare il sistema di drenaggio delle zone circostanti per bloccare l'erosione costiera ormai galoppante. Per avere significativi risultati è infatti necessario un intervento degli enti pubblici, intervento che, peraltro, non risulta né costoso e né impattante. Si tratta infatti di sistemare delle pietre frangiflutti ad una certa distanza dalla riva e che, tecnicamente vengono chiamati "pennelli". I pennelli posizionati a 25 metri circa dalla battigia riuscirebbero, nel giro di pochi anni a far ricreare la spiaggia ormai del tutto erosa». Il sistema dei pennelli potrebbe essere adottato anche in altre zone come a Granelli e la sua efficacia sarebbe già stata provata nella riviera romagnola e nella zona di Venezia. I costi contenuti inoltre consentirebbero anche ai privati, magari riuniti in consorzio, di realizzare l'opera. Ma se da una parte si ha un fenomeno erosivo, dall'altra, ed in particolare nello specchio d'acqua di Balata, si registra un fenomeno inverso, ossia quello dell'insabbiamento. «Alla Balata è purtroppo un fenomeno naturale per cui ogni 25-30 anni è necessario dragare il porto. Di recente l'accumulo si registra con una intensità maggiore perché le correnti sono state alterate, per cui la sabbia erosa nella zona del Lido Marinella viene spostata all'interno della Balata che è sostanzialmente un bacino portuale chiuso».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 23-11-2012 - Categoria: Ambiente

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