Chi ha paura della voglia di speranza dei clandestini? Era quel che ci si chiedeva ieri mattina davanti al porto di Pozzallo blindato come mai prima. Accesso interdetto ai giornalisti e ai cineoperatori (su disposizione del procuratore Domenico Platania). La stessa Capitaneria di Porto ha persino negato, in un primo momento, che a Pozzallo si fosse verificato uno sbarco. «Non siamo abilitati a dare notizie ai giornalisti», si è giustificato l'ufficiale in servizio alla Capitaneria.
Una cortina di silenzio che non si spiega e che di certo non aiuta la comprensione di un esodo che sta assumendo dimensioni bibliche. Gli immigrati sbarcati ieri a Pozzallo, secondo quanto riferito dalla Questura, sono 151. Sono stati soccorsi nella notte tra domenica e lunedì nel Canale di Sicilia, 50 miglia a sud di Capo Passero, dopo che l'imbarcazione sulla quale si trovavano era stata presa a rimorchio dal motopesca «Ciro» della marineria di Portopalo. Il barcone, lungo 12 metri e con gli extracomunitari a bordo, è stato raggiunto all'1,30 dal guardacoste «Sciuto», della Squadriglia navale della Guardia di finanza.
L'unità delle Fiamme gialle, dopo aver accertato che il barcone imbarcava acqua e rischiava di affondare di lì a poco, ha caricato a bordo 113 uomini; altri 38 (donne e bambini) sono stati trasferiti a bordo del «Ciro». Il guardacoste è arrivato nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, intorno alle 9.30; il «Ciro» è invece approdato intorno alle 11. Lo sbarco si è così svolto in due momenti e questo ha agevolato la macchina dei soccorsi a terra (prezioso come sempre il contributo dei volontari della Croce Rossa) e le prime indagini condotte da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Tutti gli immigrati sono stati trasferiti nella palestra di Pozzallo per le operazioni di riconoscimento. Nella giornata di oggi saranno trasferiti in un centro di accoglienza della Puglia. Si tratterebbe di sedicenti pachistani, iracheni e liberiani, privi di documenti di riconoscimento. Numerosi i nuclei familiari. Nel gruppo dei clandestini anche due donne in stato di gravidanza. Per alcuni clandestini, particolarmente provati dalla lunga traversata, si è reso necessario il ricovero in ospedale. Alcuni immigrati hanno raggiunto Pozzallo scalzi e indossando abiti logori; altri, soprattutto le donne, si presentavano invece ben curati e con abiti eleganti. Secondo la versione fornita dai clandestini, l'imbarcazione sarebbe rimasta alla deriva per alcuni giorni dopo avere esaurito il carburante.
Non è stato ancora possibile accertare il porto di provenienza del barcone. Sembrerebbe comunque che il viaggio della speranza sia partito da un porto della Turchia e che la navigazione nel Mediterraneo sia durata almeno una settimana. Tutti gli immigrati, nonostante le difficoltà legate alla lingua, sono stati interrogati. Gli investigatori sperano di poter acquisire elementi utile a capire se tra i 151 ci siano anche gli scafisti che avevano il compito di traghettare il gruppo verso le coste siciliane. Le indagini sono coperte da un riserbo strettissimo.
Fonte:
Gazzetta del Sud On Line il 20-08-2002 - Categoria:
Cronaca