PORTOPALO - Un attacco a tutto spiano contro il sindaco, gli assessori e la coalizione di maggioranza, non disdegnando, inoltre, stilettate verso la sponda opposta. Questo in sintesi il comizio dell'esponente centrista Giuseppe Mirarchi di fronte ad un pubblico numeroso. «Il fallimento della giunta Cammisuli è totale e a nulla servono i tentativi del sindaco: per lui conta solo l'immagine», ha esordito Mirarchi. L'esponente politico ha bocciato il parco archeologico («è già vecchio»), il centro per l'accoglienza degli immigrati («tutti lo rifiutano ma qui il sindaco si batte per averlo»), definendo il porto come l'emblema del fallimento politico della coalizione che guida Portopalo dal 1999. Mirarchi ha riservato analisi impietose sull'operato del consigliere Edi Pisana (definito il «D'Alema portopalese») e dell'assessore Gennuso.

«Con sei pali sistemati dopo dieci anni Pisana ci vorrebbe far credere che il problema del campo sportivo è stato risolto: tutto questo è patetico, un insulto all'intelligenza dei portopalesi. Quanto all'assessore Gennuso, da gennaio ad aprile 2007 si è visto al comune solo per cinque ore e ha anche percepito il corrispettivo come indennità di carica». Mirarchi, con schermo gigante a supporto in cui sono state mostrate immagini dei suoi interventi quando ha ricoperto la carica di assessore, ha parlato dell'esistenza a Portopalo di una casta politica voluta da Cammisuli. Non è mancata una stilettata all'indirizzo di Giovanni Lupo, il due volte sfidante di Cammisuli che verrebbe dato, da alcune voci bene informate, come candidato per la terza volta alla carica di sindaco. «Lupo ha abbandonato il suo elettorato ed anche l'opposizione consiliare. Mi sembra come un calciatore che ogni cinque anni pretende di tirare il calcio di rigore e dopo averlo sbagliato due volte chiede il terzo tentativo. Bisogna uscire allo scoperto e non fare politica dentro le serre. – ha sottolineato Mirarchi – E' fondamentale il confronto continuo con i cittadini».

SERGIO TACCONE