E' ripreso, ieri, a Catania, alla Corte d'Assise d'Appello del Tribunale, il processo contro il libanese Youssef El Hallal, comandante della motonave «Yiohan», accusato di omicidio plurimo volontario per il naufragio del Natale 1996. La tragedia, verificatasi a 19 miglia da Portopalo, in acque internazionali, causò la morte di 283 migranti asiatici. Quello contro El Hallal è il secondo troncone processuale. Il primo, che ha visto imputato il pakistano-maltese Sheik Thourab, accusato di essere stato il basista dell'operazione, si è chiuso in primo grado, a Siracusa, all'inizio di maggio dell'anno scorso con l'assoluzione. Lungo e pieno di ostacoli si è rivelato l'iter processuale a carico del capitano della Yiohan. In un primo momento El Hallal, grazie al grande lavoro investigativo della Procura di Siracusa, guidata da Roberto Campisi, andò a processo per omicidio plurimo colposo e sulla base che il naufragio fosse avvenuto in acque italiane.
Il processo si arenò in seguito al ritrovamento di un relitto, in acque internazionali, identificato come la carcassa del barcone F174 naufragato nel Natale del '96, ad opera del quotidiano «La Repubblica» e sulla base delle indicazioni di un pescatore di Portopalo. A luglio 2002 la Procura aretusea ottenne che il capo d'imputazione a carico di El Hallal venisse modificato in omicidio plurimo volontario. A dicembre dello stesso anno, l'allora ministro di Grazia e Giustizia, Castelli, concesse l'autorizzazione a procedere contro El Hallal e Thourab, detto ‹‹Mister Tony››. L'autorizzazione del ministro si era resa necessaria per consentire l'avanzamento dell'iter processuale, dato che il naufragio era avvenuto in acque internazionali.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 11-01-2008 - Categoria:
Cronaca