(dfr) Giovanni Maria Bellu, inviato de "La Repubblica", autore dello scoop che ha portato a trovare le prove del naufragio di Natale del 1996, quando nella collisione tra due natanti a largo della costa di Portopalo morirono 290 clandestini cingalesi, ha deposto in qualità di testimone dell'accusa al processo ripreso ieri mattina davanti alla Corte d'Assise. Il professionista ha ricostruito i passaggi salienti dell'indagine soffermandosi, in particolare, sul ritrovamento del relitto della motonave, avvenuto grazie all'utilizzo di telecamere piazzate su un mini sommergibile, e su un'intervista in esclusiva da questi realizzata a Malta con il pachistano Turab Amhed Sheik, noto anche come "Mister Toni", imputato con l'accusa di essere il presunto organizzatore del viaggio della speranza tramutatosi in tragedia per i clandestini. L'udienza è stata interamente assorbita da questa testimonianza. La Corte ha rinviato l'istruttoria dibattimentale al 13 luglio per l'esame di altri testimoni citati dalla pubblica accusa. Il tragico tentativo di sbarco si verificò nella notte tra il 25 ed il 26 dicembre 1996 a largo di Capo Passero. Il cargo che trasportava i clandestini si fermò tra Malta e la Sicilia in attesa di un'imbarcazione più piccola sulla quale trasbordare i clandestini. Le cattive condizioni del mare causarono una collisione tra i due natanti e l'affondamento del più piccolo.