Nel corso di un incontro tenutosi pochi giorni fa a Siracusa, nell'ambito della festa di "Liberazione", Barbara Fronterrè, esponente provinciale di spicco di Rifondazione Comunista, è intervenuta riguardo alla vicenda del naufragio del Natale '96, a proposito delle accuse rivolte ai pescatori portopalesi, nel libro di Bellu "I fantasmi di Portopalo". "Essendo interessati a questi temi - ha affermato Barbara Fronterrè - dobbiamo cercare di comprendere le cose gravissime accadute a Portopalo. Credo che quella comunità non vada giudicata, anche se è forte in noi lo sdegno per alcuni episodi gravissimi accaduti. Bisogna superare il piano del giudizio e salire a quello della comprensione. Chi non conosce cosa è una comunità del sud culturalmente devastata - afferma la Fronterrè - utilizza un metro di giudizio che può essere sbagliato per quella situazione.
Ricordo da piccola, avendo vissuto in quel paese, i funerali secondo rituali antichissimi, che esprimevano un'appartenenza ed un'identità culturale ben precisa. Nel corso di venti anni - ha aggiunto Barbara Fronterrè - quell'identità culturale è andata frantumandosi. Non si tratta di codici di inciviltà ma di uno squarcio della devastazione culturale che ha interessato il sud e la Sicilia. Quando una comunità perde il senso della morte, qualcosa di molto grave è accaduto».
(s.t.)
Fonte:
LaSicilia.it il 16-10-2004 - Categoria:
Cronaca
Devastazione Culturale
Ma che significa? cosa vuole dire? Comprensione di un degrado socio-culturale che accompagna la scelta e le ragioni a non giudicarli per quello che è stato fatto e per quello che è realmente avvenuto. Guardate che la cosa che è veramente incredibile è lo scherzo al barista e la successiva chiusura dell'esercizio commerciale di Sebastiano Maggio per sempre.E da questo episodio che si percepisce la paura che in quel contesto si tagliava con il coltello. E la grossa coltre di omertà e di intimidazione personale collettiva allora, aveva raggiunto livelli mai visti nei tempi a portopalo di C.P. e a Pachino. E' in questo clima, di perdita dei valori di libertà, che si gioca la partita della compressione mentale a cui era soggetta, non solo la marineria di Portopalo ma, tutta la socialità portopalese e pachinese. Sono i contestuali fatti della storia percepita e della cronaca locale e provinciale che inducono la comunità a dare sempre meno valore alla vita. Perchè dopo avere assistito, negli anni precedenti, ad una carneficina di persone, conoscenti, di Pachino e di Portopalo che in tumultuoso e pericoloso gioco hanno perso la vita più di 50 persone. E' da questo contesto che deve partire l'analisi se si vuol dare giustificazione ad un comportamento non corretto da parte dei pescatori di Portopalo. Le tradizionali ossequie alla antica cultura della morte come fatto naturale, immutabile del tempo, si frantuma di fronte alla violenza inaudita della morte per mafia. E' questo il passaggio epocale e culturale che vede trasformata ed abbrutita la tradizionale gentilezza locale e la estrema cordialità nei rapporti umani dei pachinesi e dei portopalesi. La gente si è incattività perchè qualcuno gli ha reso grama la vita e gli ha esacerbato lo sviluppo. L'ha asoggettata a pesanti condizionamenti ed intimidazioni che quando ti assalgono fanno diventare nero tutto quello che ti circonda. La condizione dell'isolamento puro. La sicurezza di non avere voce in capitolo e di avere perso ogni fiducia nelle istituzioni. La estrema determinazione degli atti deliquenziali hanno tornito per bene il contesto sociale: sottomettendolo. Facendolo precipitare in un abbisso senza ritorno su valori consolidati culturali e antropici che sono stati lacerati dalla introduzione di pratiche artificiose e devastanti quali solo la mafia è maestra e meretrice. L'induzione alla superficialità della vita umana e a darle scarsissimo valore. La presenza costante della morte come banalità di ogni giorno: hanno provocato un profondo squarcio nella cultura locale. Oggi, è di questo che bisogna discutere: della capacità istituzionale di essere vicino ai cittadini e proteggerli e guidarli da non incorrere verso ulteriori lacerazioni culturali. Ecco l'importante partita che si gioca ora a Portopalo e a Pachino. Quella di dare contenuto e punti di sutura a quella involontaria e prodotta crisi dei valori istituzionali e di comportamento antropico generale. E di cui bisogna prendere atto. E ripartire da quella lezione per raffermare i valori sopiti in un risveglio alto delle capacità di amare. Riaquistare un alto valore alla vita significa comprendere le ragioni degli altri. Di tutti gli altri. Di qualsiasi nazione o colore della pelle. Ogni uomo e ogni popolo hanno la propria dignità e la loro cultura. Se vogliamo possiamo contribuire a realizzare l'impossibile: dare sepoltura a quei corpi. Che oggi sono sparsi per tutto il bacino del mediterraneo, ridotti a brandelli, dissolti nel nulla!
Ma è pur sempre un atto,a risarcimento morale, una intenzione del perduto amore!
Cordiali saluti Spiros
Ma di cosa parla la Fronterrè!!!!
Qual'è la cultura devastata a cui fa riferimento?
Se per cultura devastata si riferisce a delle persone che giorno dopo giorno adempiono ai propri doveri cercando in ogni modo di far progredire il tessuto sociale in cui vivono attraverso il lavoro e il rispetto. E' questa la cultura devastata?
O forse si riferisce alla descrizione che il giornalista Bellu autore dei fantasmi di Portopalo fa in quel libro dai connotati ripugnevoli descrivendo una società che vive tra l'omertà e la mafia. In un paese a detta dell'autore " che la legge serve per eluderla" è questa la cultura devastata.
Secondo me la cultura devastata sono i silenzi del Governo allora presieduto da Romano Prodi ( CENTROSINISTRA) che anzicchè fare chiarezza e rispondere alle incessanti interrogazioni degli allora parlamentari di opposizione si limitava a rispondere stiamo provvedento. Ma di questo per motivi logici e politici non fanno riferimento nè Bellu nè tantomeno la Fronterrè.. NON CAMBIERETE MAI SIETE A SENSO UNICO.
Ma la cosa più grave è che questi si professano di essere pacifinti pardòn pacifisti come quello che circa 2000 anni fa se ne lavò le mani, anche lui era un pacifista, di quelli che come loro da ogni commento emergono le loro incolmabili contraddizioni..
V E R G O G N A T E V I....
"di quelli che come loro da ogni commento emergono le loro incolmabili contraddizioni"
Hai ragione, "Galeazzo". E' difficile non essere in contraddizione. Essa, la contraddizione, accampa nella mente umana e all'interno di questa si contorce facendo eclettiche evoluzioni: ma alla fine deve, necessariamente, scaturire la "summa" della "ragione" universale. Il razionale, l'irrazionale che è in ciascuno di noi: trova fragile contesto in una contraddizione generale, dovuta all'uso strumentale della "INFORMAZIONE".
Ora, mi risulta che un atto significativo è stato fatto da parte di un noto webmaster locale di Portopalo che, insieme con la consulenza dell'amico Sergio, ha creato un sito che ho apprezzato per la coerenza e la serietà cronologica dei contenuti e la precisa ricostruzione di quello che è realmente avvenuto.
Se c'è stata una carenza informativa e la successiva penalizzazione d'immagine di Portopalo essa è dovuta ad una infima minoranza. E non si può, per questo, gettare fango contro la comunità.
Peccato che, però, fra le persone che hanno dato risposte "contradditorie" ci siano anche figure istituzionali della città di Portopalo.
Nello stesso tempo difendo l'operato del Signor Salvo Lupo per la sua azione di definitiva chiarezza su quella che era diventata una situazione insostenibile per qualsiasi coscienza umana.
Sento la "contraddizione" di immaginare un punto alto nel cielo dove "le contraddizioni" e vostri umori, per un attimo, vengano messi da parte. Per ricercare, insieme, la strada per poterne uscire nel modo più dignitoso e umano possibile.
Senza vergogna!
p.s.
L'indirizzo del sito
http://www.naufragio-natale96.net/
Cordiali Saluti. Spiros