MARZAMEMI - Una spedizione di archeologi subacquei il prossimo 29 settembre si immergerà nelle acque al largo di Marzamemi alla ricerca di reperti e tesori che da secoli giacciono sui fondali marini.
Si tratta di un team di ricercatori della Soprintendenza del mare di Siracusa che cercheranno di individuare i resti di una nave bizantina del VII-VIII secolo dopo Cristo colata a picco con tutto il suo carico proprio nelle acque antistanti la rada della piccola frazione. La nave probabilmente trasportava materiali per la costruzione di una basilica, per cui potrebbero essere ritrovati ingenti quantitativi di materiali lapidei, capitelli lavorati, colonne e altre testimonianze del mondo antico, forse anche decori e oro. I luoghi delle ricerche, peraltro, furono teatro anche di altri naufragi in epoca tardo romana, per cui quegli stessi fondali custodiscono certamente preziosi tesori che attendono di essere riportati finalmente alla luce. L'obiettivo dunque, non sarà solo quello di individuare sui fondali le testimonianze preziose e i resti di quell'epoca, ma di verificarne anche la possibilità di riportarli alla luce e all'asciutto. Ad accompagnare gli archeologi e gli esperti della Soprintendenza del mare di Siracusa ci saranno anche i loro colleghi dell'università Pennsylvania di Vancouver che potrebbe finanziare la ricerca.
Il primo obiettivo sarà quello di capire se i relitti possono essere ispezionati e liberati dalla sabbia. Una operazione che richiede anche ingenti capitali e l'impiego di diverse figure altamente specializzate.
Secondo la Soprintendenza del mare di Siracusa le imbarcazioni trasportavano colonne e architravi tardo romane. La circostanza è confermata anche da alcuni appassionati del posto che riferiscono di avere più volte individuato il luogo dove le colonne giacciono da più di mille anni. Secondo gli esperti della Soprintendenza, inoltre, potrebbero esserci un ambone, un pulpito completo di gradini e delle balaustre decorate. La spedizione esplorativa durerà 10 giorni. Poi sarà la volta dell'equipe canadese che dovrà decidere se finanziare il progetto e se e quali reperti riportare a galla. Secondo la Soprintendenza, tutto quello che sarà riportato in superficie dalle profondità marine «rimarrà sul posto». Potrebbe dunque concretizzarsi il progetto legato alla realizzazione di un vero e proprio museo del mare per ospitare i numerosi reperti ritrovati nel tempo. Secondo quanto si è appreso, a collaborare con la spedizione potrebbe esserci anche l'ingegnere ambientale Pierpaolo Mallia, profondo conoscitore dei luoghi, che potrebbe offrire la sua esperienza in materia.
Sa. Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 19-09-2012 - Categoria:
Cronaca