PACHINO - Bocche cucite e nessuna nota ufficiale di commento ieri dopo la notizia della chiusura delle indagini a carico di politici e funzionari della casa municipale e dopo la formulazione di accuse pesanti per reati che vanno dalla corruzione all'abuso d'ufficio al falso ideologico. La notizia di fatto era attesa dato che nello scorso dicembre ai diretti interessati era stato notificato un avviso di proroga delle indagini per altri sei mesi. Secondo indiscrezioni inoltre il filone di indagini che si è concluso nei giorni scorsi costituirebbe solo uno parte dell'attività di indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Siracusa. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbe anche dell'altro. Con una certa insistenza negli ambienti di piazza Vittorio Emanuele dove amano riunirsi i politici locali, si sussurra di interrogatori condotti anche di recente nella stazione dei carabinieri di Pachino e di acquisizione di incartamenti, progetti e delibere. In molti invece sono convinti che tutto nel giro di qualche settimana si sgonfierà e dissolverà come una bolla di sapone.

In fin dei conti ci si trova di fronte ad un comune maxi indebitato e vicino alla dichiarazione di dissesto economico con nessuna grande opera ad oggi appaltata né tanto meno realizzata. I margini per la commissione di ipotetici reati dunque sarebbero molto ristretti. Rimangono però le accuse, alcune di esse anche molto gravi formulate in consiglio comunale e dunque pubblicamente ed in ambienti istituzionali. Il sindaco ha più volte dichiarato di essere stato sottoposto ad un ricatto politico da parte dell'opposizione. Le ipotesi di reato ad oggi formulate dagli inquirenti dicono cose diverse. Ora i politici soggetti alle indagini potranno chiedere di essere ascoltati, produrre memorie a propria discolpa, giustificare i loro comportamenti e provare così a smontare le accuse formulate nei loro confronti mirando ad ottenere un provvedimento di archiviazione.

Salvatore Marziano