PACHINO - Chi sperava che con la visita dell'assessore regionale al territorio ed ambiente Rossana Interlandi sarebbe stato risolto il problema delle zone Sic e Zps e dell'istituenda riserva della Sicilia Sud Orientale, è rimasto sicuramente deluso. Il decreto che individua le zone di interesse comunitario ed a protezione speciale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso luglio non sarà revocato e l'iter per porre in essere delle modifiche corre il rischio di essere molto lungo dato che l'input della tutela ambientale parte dalla Comunità Europea e le mappe delle zone da sottoporre a vincoli di tutela sono state già pubblicate persino nella Gazzetta ufficiale europea. È questo in estrema sintesi l'esito dell'incontro svoltosi ieri tra l'assessore regionale al territorio ed ambiente, le istituzioni locali ed il mondo dell'imprenditoria e della serricoltura pachinese. L'assessore Interlandi infatti nella mattinata di ieri, accompagnata dal parlamentare regionale Pippo Gennuso, si è recata in visita al palazzo municipale. Ad attenderla c'erano il sindaco Giuseppe Campisi, gli onorevoli Zappulla e De Benedictis, il consigliere provinciale Giuseppina Ignaccolo, l'assessore Paolo Uccello e numerosi imprenditori. Il primo cittadino ha mostrato all'esponente del governo regionale le cartografie aggiornate da cui si evincono i confini delle vaste aree sottoposte a tutela. “Vorrei sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, -ha affermato la Interlandi- e dico subito che le zone Sic e Zps costituiscono una risorsa anche per i produttori agricoli.
Il problema maggiore piuttosto è costituito dalle valutazioni di incidenza ambientale che gli imprenditori sono costretti a produrre quando vogliono investire e che si arenano puntualmente. Su questo mi impegno sin da ora a snellire le procedure”. A capire per primo che nessuna garanzia di revoca sarebbe stata data dall'assessore è stato il sindaco Campisi che ha replicato preannunciando la volontà sia da parte del comune ma anche di tanti imprenditori di procedere con la presentazione dei ricorsi e l'adizione delle vie legali entro la data del 4 novembre. Il primo cittadino ha inoltre consegnato all'assessore regionale una memoria relativa ai vari passaggi burocratici della complessa vicenda delle riserve, così come numerosi documenti sono stati forniti dall'imprenditore Corrado Spatola titolare di un impianto di itticultura rimasto bloccato proprio a seguito dei vincoli ambientali nonostante con le sue opere sia stata aumentata la biodiversità dei luoghi. Poi l'incontro si è spostato nell'aula consiliare dove è avvenuto il confronto con il mondo agricolo e sindacale oltre che con la deputazione regionale che per voce dell'on. De Benedictis ha chiesto a chiare lettere la revoca del decreto o la sospensione. Entrambe le proposte però non sono state accolte ed è stato suggerito invece di vedere nelle aree di tutela una risorsa anche per l'agricoltura che nel 2010 sarà alle prese con le aree di libero scambio. Quanto ai ricorsi che a questo punto sono l'unica via di uscita, la Interlandi ha affermato: “Ognuno ha diritto di tutelarsi ed è giusto che lo faccia. I vincoli purtroppo sono imposti dalla C.E. che minaccia sanzioni”. A conclusione Cugno di Coldiretti ha amaramente commentato: “Come sempre le direttive provenienti dall'alto vengono attuate a partire dal basso, cioè dai più deboli, nonostante le aree da tutelare sono invece quelle esposte ai danni delle imprese chimiche.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 10-10-2006 - Categoria:
Cronaca