Non chiamatele larghe intese.

Non chiamatele larghe intese. Alla grave situazione politica e amministrativa che da anni ha colpito la nostra città, con una classe politica incapace a rinnovarsi e prospettare una duratura e soprattutto competente squadra di governo, si è aggiunta la crisi economica e finanziaria dell’Ente, considerata l’incapacità a pagare persino le ordinarie spettanze alle ditte e aziende che lavorano per conto del Comune stesso.
Di chi le responsabilità? Lungi dalla caccia alle streghe alla ricerca di singole responsabilità, è in realtà l’intera classe politica cittadina che in questi anni non ha saputo gestire il bene pubblico, perdendosi in sterili contrapposizioni, in liti personali, in logiche da cacicchi per rafforzare le proprie piccole clientele e per cercare un qualche “affare” con la pubblica amministrazione.
E in pochi anni, diciamo almeno dal 2001, s’è progressivamente azzerato l’avanzo di amministrazione che ammontava a qualche milione di euro; è cresciuta la spesa dell’amministrazione corrente; sono cresciuti i debiti fuori bilancio e, nel contempo, non s’è pensato a programmare il futuro, accontentandosi così di gestire il poco che offriva il presente e noncuranti che questo poco si sarebbe presto esaurito. In una logica di questo tipo come si fa a programmare interventi di sviluppo? Come si fa a sistemare la rete idrica comunale se mancano i soldi? Come è possibile sistemare la rete stradale urbana, ridotta a groviera alle prime piogge autunnali, se non si hanno le risorse necessarie per pagare persino il servizio di nettezza urbana?
Di fronte alla gravità politico-amministrativa ed economico-finanziaria, con lo spettro del dissesto finanziario alle porte e l’impossibilità concreta di governare, quale possibile soluzione?

Su questa situazione mi sono a lungo interrogato, dentro e fuori il Partito Democratico nel quale milito, individuando una possibile seppur difficile soluzione: la “Große Koalition” o Grande Coalizione. La recente storia della Germania offre in tal senso dei positivi esempi; tuttora il governo tedesco, guidato dalla sig.ra Angela Merkel, è frutto dell’accordo di programma dei Cristiano Democratici (CDU) in alleanza con i socialdemocratici dell’SPD.
Pachino come Berlino? Con le dovute differenze e distinguo, l’unica prospettiva che personalmente intravedo per invertire una situazione generale cronica è quella di una temporanea alleanza di programma fra alcune forze politiche (e fra queste da subito il Partito Democratico ha annunciato la propria disponibilità) per risolvere quei punti (tre o quattro) fondamentali per ritornare ad una situazione di normalità democratica, politico-amministrativa ed economico-finanziaria.
Di fronte a situazioni eccezionali, come il periodo che stiamo vivendo a Pachino, bisogna ricorrere a strumenti eccezionali. Proprio come quello della Große Koalition.
Ma il rischio che dietro a questo progetto si possano annidare le vecchie e becere gerontocrazie del potere locale, è molto alto. Trattandosi poi delle stesse persone che negli ultimi quindici anni hanno amministrato (direttamente o indirettamente, la questione è irrilevante) la città di Pachino, con tutto ciò che è seguito, allora bisogna essere molto accorti, prudenti, rigidi e inflessibili.
In cosa consiste allora questa Große Koalition? Non si tratta certamente di larghe intese. Le larghe intese nascono su singole questioni e uniscono partiti politici convenzionalmente competitivi fra loro. A Pachino un discorso di larghe intese, come è passato un po’ sulla stampa, rischierebbe di diventare un indistinto calderone dove tutti si riciclano; un polpettone non molto lontano dalle logiche di alleanze che hanno contraddistinto le precedenti coalizioni elettorali, con i passaggi di casacca di singoli consiglieri comunali da un partito all’altro e persino di interi gruppi consiliari da uno schieramento all’altro. E una prospettiva del genere darebbe ragione a Tomasi di Lampedusa quando faceva dire al gattopardesco principe di Salina che “in Sicilia tutto cambia per non cambiare nulla”.
Il progetto della Grande Coalizione è invece un accordo fra persone responsabili le quali, indipendentemente dal colore politico di appartenenza, in un momento di grave difficoltà politico-amministrativa ed economico-finanziaria come quello che stiamo attraversando, decidono di individuare e condividere alcune priorità (tre, al massimo quattro) fra le tante cose che la nostra città ha bisogno e, coerentemente con l’impegno che reciprocamente assumono di fronte ai cittadini, le perseguono con spirito di servizio.
La Große Koalition così intesa è un “governo dei responsabili” e allora diventa una prospettiva politicamente interessante da proporre alla città. Un accordo su specifiche questioni, una alleanza sulle cose da fare, e non un’alleanza costruita attorno ad una singola persona. Non esiste, del resto, una singola persona in grado di risollevare la situazione. Ma è possibile, e doveroso, individuare un gruppo di persone per formare un “governo dei responsabili”. Di fronte ad un accordo sui contenuti e sulle cose concrete, chi andrà a ricoprire la carica di sindaco della città diventa davvero irrilevante.
L’accordo sul “Governo dei responsabili” e sulla Große Koalition che lo sosterrebbe, dovrebbe poggiare su tre punti fondamentali.
1.Il risanamento finanziario dell’Ente, da ottenere attraverso una robusta riduzione della spesa pubblica (incluse le indennità agli amministratori) e i tagli alla spesa clientelare (fatta di incarichi e prebende), la lotta all’evasione fiscale, la razionalizzazione delle risorse economiche e il potenziamento, invece, delle risorse umane esistenti nell’Ente, la funzionalizzazione delle entrate (i tributi, i proventi dall’attività edilizia, ecc.) senza con ciò mettere le mani nelle tasche dei pachinesi, il potenziamento della raccolta differenziata.
2.L’approvazione del Piano Regolatore Generale del Comune (PRG) e i relativi Piani attuativi. Il PRG è lo strumento principale con cui si programma lo sviluppo del territorio coerentemente con le vocazioni del territorio stesso, richiamando gli investimenti dei privati in un’ottica di razionalizzazione e modernizzazione.
3.I finanziamenti Europei previsti dall’Asse 2007-2013 (ultimi previsti dall’Unione Europea per la Sicilia).

Questi tre punti basterebbero da soli a risollevare la città nell’arco di una sindacatura, attraverso il duplice criterio della razionalizzazione delle risorse e dell’impiego di investimenti (pubblici e privati) nei settori produttivi chiave: edilizia, agricoltura, turismo.

Sarà il tempo dei sacrifici, su questo nessuno deve illudersi. Sacrifici a cui saremo chiamati tutti: ma se l’azione di razionalizzazione sarà condotta mediante il coinvolgimento della collettività e la partecipazione dei cittadini attraverso le forme organizzate previste dalla legge (partiti, organizzazioni di categoria, associazioni, istituzioni scolastiche, consulte cittadine), avremo dimostrato di avere a cuore la nostra città. Ovvero i nostri destini!
Chi pensa di farsi campagna elettorale promettendo posti di lavoro, incarichi o la possibilità di lucrare su qualche affare pubblico, mente sapendo di farlo. E cosa ancora più grave, si rende complice (o continua a farlo) del dissesto delle coscienze che ha colpito la nostra città.
Per questa ragione spero fortemente che a partire da questo ciclo storico si attui un serio ricambio generazionale, ad ogni livello: nei posti in giunta, fra gli scranni del consiglio comunale, nella guida dei partiti politici, fra le associazioni di categoria. La città ha bisogno di menti fresche e potenzialmente dinamiche per attuare quella discontinuità con il passato di cui Pachino ha una grande necessità. Non tralasciando, ovviamente, le competenze che derivano dall’esperienza.

Senza lasciarsi abbandonare a vittimismi o a visioni catastrofiste, è innegabile che la nostra città sia al capolinea. È arrivato il momento che i pachinesi alzino la testa, e la Große Koalition rappresenta l’ultima spiaggia, a patto che sia ispirata al senso di responsabilità, alla partecipazione dei cittadini e al ricambio generazionale.
È necessario che Pachino, a partire dalla sua classe dirigente futura, rialzi la schiena e accetti la sfida, ardua, coraggiosa, ma non impossibile, di lavorare per una ripresa che ci sarà se sapremo mobilitare le migliori energie della città.

Roberto Bruno
Fonte: Roberto Bruno il 24-01-2009 - Categoria: Opinioni

Lascia il tuo commento
Dal lato della politica e dal lato dei cittadini non c'è dubbio che la proposta di Corrado Modica è la più responsabile.
Parlare oggi di grande coalizione non penso sia la cosa migliore.
Perchè?
Vi dico perchè secondo me:
"Chi è vicino al pensiero del commissariamento è sulla buona strada perchè chi non l'ha capito lo capirà quando i futuri politici saranno costretti ad aumentare ulteriormente le imposte comunali già ad una quota spropositata in base ai servizi offerti."

Da Pachinese mi sentirei molto proccupato ad entrare in cabina ed esprimere la mia preferenza per qualche politico, ma non per lui di per se ma per chi c'è dietro alle scelte da prendere e per come poter riuscire a dare servizi a risolvere i problemi che mi riguardano come cittadino.

Il fatto che si devono soddisfare prima le esigenze dei cittadini è uno dei primi punti di programma di ogni politico che si presenta ma me l'ho spiegate come potrebbe riuscirci con un dissesto finanziario di questo genere?
Con la grande coalzione?
Con una nuova idea di programma?
Con nuove facce?
Di poitiche, di programmi e anche di coalizioni allargate se ne potrà parlare quando il comune sarà risanato dal lato della politica mi aspetterei che si parlasse di questo
Dal lato dei cittadini mi aspetterei che si parlasse di quando è lora di svegliarsi e di quando è l'ora di entrare a far parte della cosa pubblica a titolo di interesse pubblico per la prima volta.

Saluti L. Infante
Mi dispiace ma proprio non riesco a condividere l'idea del commissariamento che, come un flagello divino, dovrebbe essere l'unico strumento per fare piazza pulita del cattivi politici e miracolosamente risanare le finanze del comune.
C'è troppo qualunquismo e troppa approssimazione.
Come si fa a dire che tutti (cioè il 100%) di coloro che hanno, in qualche modo, fatto politica attiva sono, solo per questo, cattivi politici?
Come si fa a sostenere che sono tutti allo stesso livello o sullo stesso piano?
Eppure li conosciamo (perché Pachino è piccola e gira e rigira ci si conosce tutti), e conosciamo le loro storie politiche.
Sappiamo chi, come e quando si è proposto con determinate idee e legami, salvo poi rinnegarle per passare ad altre idee ed altri legami, ma siamo anche in grado di sapere chi non ha mai fatto niente del genere e si è sempre comportato in modo coerente ed onesto.
Si stà tentando di far passare l'idea che la politica renderebbe "brutto, sporco e cattivo" anche il migliore degli uomini.
Non posso accettare un'idea del genere.
Brutti, sporchi e cattivi sono coloro che mascherano la ricerca di un proprio interesse personale (o familiare o di gruppo) con le loro altisonanti dichiarazioni di impegno politico a favore della collettività.
Per individuarli non ci vuole molto.
Basta seguire i loro spostamenti da un partito ad un altro, da un gruppo ad altri gruppi, o tenersi aggiornati sui nuovi gruppi che vano costituendo quando trovano porte chiuse.
Chiediamoci perché c'è gente con una storia politica alle spalle fatta di simili movimenti, che hanno inciso poco o niente nelle vicende amministrative della città e quando lo hanno fatto, non lo hanno certo fatto in termini positivi, e che però ancora oggi sono lì, pronti a fare ancora una volta i protagonisti, a proporsi, a voler scegliere chi candidare come amministratore o come consigliere.
Perché lo fanno?
Se ci poniamo questo genere di domande abbiamo in mano un criterio valido per distinguere tra chi può meritare ancora la fiducia dei cittadini e chi è meglio che si dedichi ad altro.
Per quanto riguarda il Commissariamento post dissesto, è vero che è un modo utile per togliere il giocattolo ai politici (cattivi) ma, contestualmente, è anche una dichiarazione di fallimento per ogni singolo cittadino.
E' la definitiva certificazione che questo paese e la gente che lo abita non è in grado di amministrarsi la qual cosa non punisce solo quel centinaio di intrallazzatori che hanno amministrato, ma anche tutti i cittadini, altrettanto colpevoli di averli fatti amministrare con la loro indifferenza.
Senza considerare che un lungo commissariamento dovrebbe puntare solo a risanare imponendo sacrifici economici a tutti e basta. Non rientra infatti tra gli scopi di un commissario che si insedia per dissesto quello di riavviare il motore della crescita, degli investimenti, delle opere pubbliche o quant'altro.
Cordialmente.
Giancarlo Barone.
Il qualunquismo è un' atteggiamento comune tra i politici e non certo tra i cittadini, e lo sai meglio di me.
-Cosa hanno fatto fino ad ora i partiti?
-Che cosa hanno risanato?
-Che progetto hanno portato avanti?
-Che nuova opera pubblica hanno fatto?
Te lo dico io quale progetto qualunquista hanno portato avanti il "MANGIA MANGIA GENERALIZZATO" che consiste in una politica che si presenta dietro a dei partiti ,ritenuti validi a livello nazionale, e che poi di temi veri e di idee non ne hanno portato avanti affatto.

La politica nel partito è lotta dell'uno contro l'altro e se è necessario anche a "MAZZATE" per chi si deve presentare. I partiti sono in lotta a Pachino anche all' interno di loro stessi, per soddisfare privilegi o per risolvere un favore all'uno o all'altro.
Questa è la politica a Pachino, e quando lo dico mi dispiace pensare che siamo rimasti tanto indietro...
Io vorrei una politica sana ma qui a Pachino purtroppo non è possibbile e perchè?
Perchè a Pachino la politica è stata sempre dipendente da Siracusa e non è legata quindi ai bisogni e alle aspettative dei cittadini, ma all'interesse personale del classico politico di mestiere.

Io vorrei proprio vedere se non ci fosse il gettone di presenza per il consigliere comunale o non ci fosse lo stipendio per il sindaco o per l'assessore, quanti scenderebbero in campo o quanti volontari troveremmo?

Fare parte di un partito oggi a Pachino significa condividere questo modo di pensare e di fare, ed io, questa prassi "immutabile" non la condivido.

Impegnarsi e informarsi di certo non significa essere dei qualunquisti, ma seplicemente non facenti parte del modo di pensare "VECCHIO" della politica Pachinese.
La problematica del commissariamento spero sarà portata avanti perchè è cosa utile e responsabile, tuttavia, se non sarà possibile portarla avanti, mi impegnerò a far sentire la voce di tante persone che come me non sono all' interno di un partito, ma che vogliono parlare di politica e seguire gli sviluppi delle vicende a titolo gratuito come passione pesonale.

Per chi fosse interessato a questo modo di pensare è il benvenuto nel gruppo che ho creato su facebook: "Giovani per cambiare Pachino"

Cordiali Saluti
L. Infante
la grossa coalizione

Io credo che il tema del dibattito proposto sia stato leggermente deviato...Qui, un noto politico locale, già vicepresidente del consiglio, con 27 mensilità di cui si chiede la restituzione alle casse del comune, compreso le sette mensilità da assessore al nulla: scrive che per salvare Pachino si deve fare una grossa coalizione...

Che mi raccomando di maneggiare con cura e di non agitare durante lo spacchettamento..poichè la grossa colazione è cosa assai diversa dalle larghe intese...

Se poi questo grosso politico appartiene al Pd nato per rappresentare una alternativa netta alla casa delle libertà e alla destra propone la grossa coalizione alla tedesca ,cosa unica in Italia, per abbracciarsi alla luce del sole con i figli del partito di Totò Cuffaro in Sicilia: è cosa...loro...
Che è meglio non raccontarla a nessuno: perchè davvero si sfiora non solo il ridicolo ma si passa anche al grottesco...

Io mi chiedo: i 18 consiglieri che furono eletti con il sindaco Barone, con l'aggiunta del consigliere dei Ds: non hanno dato esempio nefasto di cosa significhi avere una maggioranza tanto vasta...???
Ebbene, ricordo a qualche smemorato, che ci sono costati 52 assessori.... e molti ancora oggi ,come un marchio infamante,vengono appellati dalla stampa e propaganda:ex assessori...

Non cito le disquisizioni che hanno portato, dopo la firma con la Borsellino, improbabili para-politici a schierarsi fin da primo momento contro il sindaco Campisi...Salvo poi per due fave convergere...e successivamente cambiare, sospinti dal grosso politico, idea...

La verità è che bisogna incominciare dalle caccia alle streghe e individuare i responsabili indicandoli con nome e cognome...

Altrimenti si fà la figura di nofrio...gattopardesco e ruffiano...e alla faccia del bob ton si rischia di assolvere tutti...

E questo maquillage coprente dell'andazzo generalizzato messo in arte nell'ennesimo tentativo alla vasellina da improbabili personalità.. che parlano parlano ma che mai si presenteranno alle elezioni: perchè sanno che non verranno mai eletti...diventa il classico colpo di spazzola...che ripulisce le spalle dai peli dopo essere stati da barbiere...a tagliarsi e modellarsi la nuova chioma...

La grossa coalizione è una cosa che appartiene alla Germania come le gesta del gattopardo alla Sicilia...E questa è la prova provata che i cattivi sono sempre, genericamente, gli altri...
E che mai e poi mai certi personaggi si faranno una che ben minima auto-critica sul loro operato...

No..loro sono già assolti e pronti a rilanciare l'ennesimo baraccone da circo equestre per continuare ad avere qualche piccolo vantaggio personale...e basta...

saluti assestati, Spiros

Noto con piacere che si è aperta la campagna elettorale con uno, ma non il solo, dei vari proclami elettorali che ci accompagneranno fino al prossimo giugno.
Certo devo ammettere che non pensavo si avviasse con tanto clamore (il riferimento è chiaramente rivolto alle polemiche di questi giorni…che fanno molta gola ai giornali).

Entrando nel merito “dell’articolo” ritengo alquanto labili le tesi del Dott. Bruno a favore della Grande coalizione.
Entrambi sono accordi che trascendono il normale rapporto fra schieramenti contrapposti, con la differenza che per i primi (le intese) trattasi di singole questioni non più rinviabili, mentre la grande coalizione si traduce in un accordo di lunga durata che ha come obiettivo LA FORMAZIONE DI UN GOVERNO che si speri duri un mandato.
Ecco perché le parole di Bruno non mi convincono allorquando si dice disponibile ad una “ temporanea alleanza di programma fra alcune forze politiche” al fine di risolvere quelle “tre o quattro” problematiche che, addirittura, comporterebbero problemi di carattere democratico oltre che di carattere politico, amministrativo e finanziario. Per questo sarebbero auspicabili delle larghe intese: ognuno va per la sua strada, salvo condividere alcune problematiche prescindendo dalle coalizioni. Sarà poi compito dei nuovi eletti, senza distinzioni, fare in modo di attuare, con senso di responsabilità e senza ostruzionismi o preconcetti fondati sull’appartenenza all’uno o all’altro schieramento, gli intenti palesati in campagna elettorale.
Il parallelismo fra pachino e berlino è, secondo me, infelice per un motivo. L’esperienza tedesca si è resa necessaria a seguito dell’ incapacità di formare un governo ad opera delle coalizioni tradizionali. Si è quindi ritenuto necessario evitare nuove elezioni e garantire la governabilità. Ricordiamoci che un’ ipotesi analoga venne palesata dallo stesso Berlusconi all’indomani della sua sconfitta (in una situazione ancora più instabile e disomogenea).Sappiamo come è andata.
Piuttosto mi chiedo come mai è sfuggita l’esperienza che sta vivendo l’amministrazione di Avola, esempio molto più aderente alla nostra realtà locale.
Lì è presente un tentativo, mal riuscito, di grande coalizione fra i due più importanti partiti contrapposti (PD E Forza italia) che in sede di ballottaggio si sono accorpati per sconfiggere l’ala estrema della destra dell’ex sindaco appartenente ad AN. Ad oggi in quella città sono sempre più diffuse le richieste per un ritorno ad alleanze “naturali” nonché il tentativo da parte di alcuni esponenti moderati del PD di sganciarsi dal partito di appartenenza per motivazioni non ben chiare.
A Pachino, invece, il problema è di carattere economico e politico-sociale. In riferimento a quest’ultimo, ricordo che tutte le ultime amministrazioni sono state elette con maggioranze elevate che avrebbero dovuto garantire la stabilità politico-amministrativa per tutta la durata del mandato elettorale.
Il problema quindi non è tanto quello di creare una grande coalizione per garantire governabilità(come in Germania); perché, come detto, questo è un problema che, inizialmente, non si pone. Piuttosto allora dobbiamo interrogarci su come evitare che tale situazione infausta si verifichi successivamente!Ed io penso che non ci sia cosa migliore della trasparenza e chiarezza negli intenti di tutti coloro che operano per un buon governo! Bisogna creare coalizioni omogenee, che condividano del programma elettorale il 100% di quello che vi è scritto, che siano leali e rispettosi degli accordi presi, che siano coerenti nelle scelte di ogni giorno e soprattutto coraggiosi. Ci sarà qualcuno disposto a sacrificare gli ideali sull’altare della patria, senza pentirsene in corsa?
Ipotizziamo che nasca la grande coalizione. Mi chiedo, se Bruno è pronto a condividere tre o quattro aspetti (anche se ammetto di grande rilievo), per il resto, come si comporterà il suo partito con l’altra parte della grande coalizione su punti riguardo ai quali si farebbe sentire il peso della differenza ideologica?
L’unica motivazione a sostegno della soluzione prospettata da Bruno sarebbe l’eccezionalità della crisi economica che costringerebbe i politici locali a fare fronte comune per il bene della città. Ma tutto ciò non è altro che un riflesso della questione politica per cui, se non si risolve quella, allora siamo destinati al fallimento economico, politico e sociale. Ed ecco che siamo al punto di prima.
Finisco nel dire che non sono contrario ad alleanze anomale (che è cosa ben diversa da alleanze che coinvolgano l’intera classe politica-partitica), purchè si tratti di alleanze POLITICHE e non semplicemente ELETTORALI e che si condivida un programma nella sua interezza e si prometta di rispettarlo senza cambiamenti di rotta durante il tragitto; anche perché sappiamo quanto tortuoso si presenti ai nostri occhi il futuro della nostra cittadina.

Non vedo nulla di innovativo in questa forma di “Governo dei responsabili”.
Sembrerebbe alludere ad un accordo “di pochi” che, non si sa come (Ovviamente si è molto accorti nel proporre le Primarie), verrebbero ad essere designati futuri Mosè del popolo pachinese.
Ricordiamo che già esiste un principio, seppur bistrattato, di responsabilità politica
Per cui chiunque assume una carica pubblica deve rispondere al solo elettorato e senza vincolo di mandato ( come del resto afferma la Costituzione in riferimento allo status di parlamentare. Art. 67 ) cioè esercitare la propria funzione secondo coscienza.
Mi sembra quasi che la proposta si avvicini alla forma di governo basata sul consociativismo, che viene spesso adottato per gestire conflitti in comunità con forti diversificazioni di carattere etnico, storico e religioso così come prospettata da Lijphart (per esempio nei paesi bassi fra 1857 e il 1967) e che prevede fra le sue caratteristiche governi di grande coalizione.

In realtà noi abbiamo bisogno di PARTECIPAZIONE, di CONDIVISIONE , di CONTROLLO e di RESPONSABILIZZAZIONE della nostra classe politica, in primis, ma anche del nostro elettorato.
Più è forte la pressione esercitata dall’opinione pubblica, maggiore è la pressione psicologica, più forti sono le garanzie di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa dei governanti e minori i tentativi truffaldini.

Morale della favola è che in ambito locale, soprattutto comunale, non esistono ideologie di partito che tengano. Quelle poche che tentano una resistenza si scontrano con i problemi concreti della città e finisco per desistere (vedi rifondazione comunista ). In parte conferma questa tesi lo stesso Bruno che, con una certa sensibilità e anche coraggio, apre a partiti solitamente avversari.
Io cerco di essere una persona pragmatica e, più che al contenitore, guardo al contenuto delle cose, alla sostanza.
Abbiamo bisogno di un buon programma ( potenzialmente lo sono tutti), ma abbiamo necessario bisogno soprattutto di persone responsabili chiamate ad attuarlo.
È alla composizione delle liste che bisogna porre l’attenzione, cercando di prevenire la presenza di gente cinica e poco affidabile che una volta eletta utilizza il proprio peso politico per il raggiungimento di interessi che confliggono con quelli collettivi!
Abbiamo bisogno di un elettorato interessato, informato e libero da qualsiasi forma di persuasione.
Abbiamo bisogno di una rivoluzione sociale e culturale, bisogna prendere consapevolezza del nostro peso politico, della forza del nostro voto. Chiediamoci perché esisterebbe qualcuno che sarebbe disposto a comprarlo!Un importanza lo avrà!!Sfruttiamolo bene. Abbiamo una sola opportunità.

La propensione di alcuni per una gestione commissariale come soluzione della crisi pachinese non è condivisibile. Se ci fossero le motivazioni economico-finanziarie allora sarebbe legittimo e soprattutto giusto perché consentirebbe una stagione di straordinaria amministrazione (eventualità che allo stato dei fatti la ritengo, oramai, difficile seppur non impossibile). Preferire un commissario regionale ad un politico locale è un modo per sminuire l’importanza dell’autonomia locale e del principio di autodeterminazione. È vigliacco e irresponsabile perchè significa fuggire al primo ostacolo per affidare ad altri il compito che spetta a tutti noi: amministrare questa città. E’ sconsiderato: perché finita la gestione extra ordinem si riproporrebbero gli stessi problemi, irrisolti, che oggi affliggono la nostra classe politica e non solo.

Allora dove sta la soluzione? Nel senso civico di ognuno di noi!
Se non riusciamo a capire, politico o semplice cittadino, che è necessario un cambiamento drastico nel modus operandi in questa città e che abbiamo l’occasione per poter evitare il peggio attraverso l’espressione del nostro voto (per i cittadini) ed attraverso scelte ponderate e coscienziose della classe dirigente nelle future alleanze e candidature, allora non dobbiamo lamentarci perché tutto ciò non farà che confermare come tutta la società attuale sia intaccata da una profonda crisi di valori e che, in fondo, i nostri politici non sono diversi da tutti noi! Proprio perché li abbiamo eletti noi e ci rappresentano.(questo se dobbiamo proprio generalizzare).

P.S. non chiederti cosa fanno gli altri per te, chiediti cosa tu fai per gli altri!
Cos’è Progetto Pachino ?

Progetto Pachino è innanzitutto un’idea.

L’idea che a Pachino, come in tante altre realtà del nostro territorio siciliano, esista un gruppo di persone, che, con serietà e impegno, si mettono a disposizione di un interesse generale.

L’interesse per il bene comune, l’interesse per la propria città, l’interesse per i propri cittadini.

Un interesse che, in considerazione delle degenerazioni partitiche alle quali tutti assistiamo, prevalga sulle appartenenze personali e diventi la linea guida di un’azione amministrativa concreta ed efficace.

In nessun caso si vuole mettere in discussione la validità e la capacità politica dell’istituzione partito e delle motivazioni ideali che fanno riconoscere, ognuno di noi, in un movimento organizzato, in tutta Italia e anche al di fuori di essa, come è appunto un partito politico.

Tuttavia, nella situazione politica e amministrativa pachinese non si può non vedere come la vita organizzata e strutturata dei partiti non riesca, ed è un dato oggettivo, a fornire soluzioni e risposte ai tantissimi problemi che assillano la nostra cittadinanza.

Limitatamente, perciò, alle questioni locali, alle quali non si può applicare alcuna etichetta di destra o di sinistra, è maturata la consapevolezza che è necessario coinvolgere il maggior numero di persone sane, serie e responsabili che si rendano disponibili a predisporre un progetto amministrativo, relativamente alle questioni più urgenti del nostro comune, e che si rendano disponibili a incarnarlo, con donne e uomini, per portarlo a termine.

La ricetta è, dunque, molto semplice. Difficile realizzarla, anche alla luce dei già passati tentativi in tal senso.

È però necessario riprendere questa possibilità e rimetterla in gioco senza farci deviare, nel percorso stabilito, da influenze di partito o di ideologia politica.

Per molti, anche tra di noi, può sembrare un’argomentazione qualunquistica e di basso profilo, probabilmente potrebbe anche esserlo, ma le condizioni della città di Pachino sono tali che solamente coinvolgendo tutte le forze sane e concrete della nostra terra, saremo in grado di rendere un servizio compiuto ai nostri concittadini.

Le questioni come la raccolta dei rifiuti, il servizio di fornitura dell’acqua, la cura delle strade e delle piazze, i servizi ai cittadini, i servizi all’agricoltura, vera colonna portante della nostra economia, i servizi per sviluppare il turismo, la riorganizzazione degli uffici comunali, la capacità di avere un ente comune in grado di sviluppare progetti da presentare a Palermo e a Bruxelles per farseli finanziare, non possono essere ingabbiati in una logica di schieramento politico. L’assenza, ad oggi, di qualsiasi intervento su di essi rende improrogabile un’azione amministrativa di largo respiro, di coinvolgimento non solo delle singole forze politiche, ma di tutti i cittadini, di qualsiasi colore politico.

Lanciamo, quindi, un appello, a tutti quei pachinesi, che possono e vogliono dare una mano alla propria città, a mettere per adesso da parte i propri convincimenti politici personali, e a mettersi a lavorare per tutti, per i propri figli, per assicurare un futuro decente a quelli che vivono e lavorano a Pachino.

Mettiamoci, allora, a lavorare, da subito, per individuare, nella maniera migliore i dieci punti sui quali la prossima amministrazione comunale si deve impegnare.

E cominciamo a costruire.
Ritengo eccellente l'analisi fatta da Marco Caruso.
Sono stato uno dei primi a parlare di laboratorio politico ma non ho mai detto larghe intese fra partiti di opposti schieramenti. Il cambiamento del metodo sta anche nel condividere certi obiettivi per Pachino e dopo non fare ostruzionismo da parte di chi starà all'opposizione all'orquando chi governa prova a raggiungere quegli obiettivi. L'esempio della Germania ovvero di Avola non sono rapportabili alla situazione di Pachino. In Germania sono arrivati ad un pareggio fra le due coalizioni e pertanto non potevano fare altrimenti, mentre ad Avola una parte del Centro destra che non ha voluto fare un passo indietro al momento di presentare il candidato, ha fatto un accordo elettorale con l'opposizione pur di vincere. Adesso che hanno vinto hanno i dolori di pancia. A Pachino, a prescindere dall'ambigua situazione che portò Campisi a divenire Sindaco eletto dall'allora Sinistra, c'è un forte centro destra che probabilmente vincerà le elezioni. Quando parlavo di laboratorio politico mi riferivo all'intelligenza che dovrebbe avere, dopo le elezioni, una classe politica vincitrice nel guardare dall'altra parte dello steccato e chiedere la collaborazione di alte personalità che esistono sicuramente anche nella sinistra Pachinese per arrivare a quegli obiettivi comuni che in campagna elettorale sbandiereranno entrambe le coalizioni.
A parlare invece di larghe intese in questo momento è soltanto chi si sente in difficoltà elettorale (come coalizione) e che vorrebbe con ciò accaparrarsi qualche poltrona a priori o chi non volendo fare passi indietro nella coalizione che si sente vincente, parla di larghe intese (come ad Avola) per provare a sedersi nella poltrona più alta.
Cordiali saluti - Pasquale Aliffi
Un chiarimento sulla questione di Avola

Che oggi venga tirata in ballo Avola come laboratorio o meglio esempio: è una cosa che non stà ne in cielo, ne in terra...Ricordo che nel 1989 con l'allora Segretario regionale del Pci ..On. Folena partecipammo ad una riunione di zona per vedere come risolvere i grossi problemi politici che assillavano Avola...
Due componenti interne che si sono da sempre dati battaglia..Uno appartenente al gruppo D'Agata e gli altri contro..Io credo che la situazione avolese non possa essere neanche citata..Tanto è basso il livello politico che governa quegli strani fenomeni che qualcuno vorrebbe portare ad esempio...Li di politica c'è veramente poco...
Se all'interno del centro-sinistra avolese succedono queste cose ciò si deve alla frattura netta tra due componenti che pur derivando dalla stessa matrice politica che per acrimonia diffusa... pur di fare uno sgarbo agli altri( fratelli coltelli) si assocerebbero anche con il diavolo in persona...
L'analisi fatta da Marco è funzionale allo spostamento dai ds all'mpa della madre Giuseppina Ignaccolo..che ritengo persona politica positiva...
Quello che mi lascia perplesso è l'ondivaga posizione di Pasquale Aliffi che non è vero che ha parlato mai di laboratorio politico..basta fare una ricerca nei commenti...
Altresi è stato il primo a parlare di commissariamento per cinque anni... ed oggi si è rimangiato quello che aveva sostenuto...basta fare una ricerca...su pachinoglobale.net

Se tutto questo serve per sostenere le posizioni di Michelangelo Blandizzi interno all'mpa è una contraddizione che devono risolvere quanti animati di alto senso civico e di specchiata onesta oggi devono convivere con questi scheletri nefasti nell'armadio..
Io vi dico che se fate politica con questi soggetti, che Pachino conosce bene, automaticamente sarete classificati alla stesso modo di questi politici di peso negativo...
E tutto quello che potete sostenere non vale nulla poichè sulla linea del rinnovamento state dimostrando che anche a destra tutto cambia per riportare in sella chi da vent'anni dileggia e inganna e mortifica Pachino...
Faccio presente al sig. Giancarlo Barone, che siamo già commissariati, e non è certo per opera del disegno di un qualche dio punitore. Il commissariamento coglie semplicemente gli effetti della mala politica, che ne è appunto la causa.

Quella stessa mala politica che lei ha più volte condannato, anche attraverso questo portale, ed ora cerca in qualche modo di riabilitare (parte di essa) come alternativa al commissariamento post-dissesto.

Converrà con me, che se qualcuno si accorge di un abuso, ma si gira dall'altra parte perché è un mediocre, o perché non può fare altrimenti in quanto andrebbe in conflitto con i suoi stessi interessi è da considerarsi responsabile tanto quanto chi l'abuso lo ha commesso?

Sotto questo punto di vista, reputare l'intera classe politica responsabile non è una considerazione grossolana, e pur considerando un margine di errore dell'1% riservato ai fessi che non hanno la facoltà di accorgersi che il proprio compagno di banco gli sfila la merendina dallo zainetto, allora è lecito affermare che questa valutazione è tutt'altra che approssimata, e non è frutto di qualunquismo.

Voglio poi vedere chi è talmente fesso da rivendicare l'appartenenza a quell'1%.

Penso di essere persona abbastanza istruita, e di avere una sufficiente capacità di analisi, ma da “giovane” apprendista della scienza politica pachinese, per spiegarmi certi meccanismi dovrò ricorrere a qualche potente allucinogeno e all'introduzione nell'analisi di personaggi di pura fantasia quali peter pan, gargamella e la fatina buona del promontorio.

Uno scenario a dir poco grottesco si presenta davanti agli occhi di tutti. Cristallini sono gli elementi di valutazione, e lapalissiana è la deduzione.

Vedo orde di barbari che si azzannano come cani famelici, per accaparrarsi gli ultimi brandelli di carne malamente attaccati al corpo di una carogna in avanzato stato di decomposizione. Poco importa se rimangono solo le parti meno ghiotte ed i genitali, sono pur sempre un trofeo da esibire dall'aspirante sindaco di turno.

Partiamo da alcune verità inconfutabili:
1) negli ultimi 15 anni almeno, qui la politica ha fallito e non ha prodotto nulla se non debiti ed inchieste della magistratura
2) il comune di pachino non è più in grado di assolvere alle funzioni ed ai servizi definiti indispensabili
3) dalla sfiducia del sindaco uscente ad oggi non è cambiato praticamente nulla o vogliamo credere che sia passata davvero la “fatina buona del promontorio”?
4) non siamo certamente nella condizione di autoamministrarci, c'è una vasta letteratura in tema, e quelle poche persone dotate di senso civico, e per i quali occuparsi della cosa pubblica, non significa necessariamente lucrare, non potranno fare nulla perché si troveranno subito con un cappio ai propri attributi, che ne inibirà ogni movimento.

Considerati i punti 1,2,3,4, siete davvero convinti, che la ricetta del “volemose bene” e della “grossa colazione” dopo l'ultima cena sia davvero efficace?

Non sono uno stolto e posso cambiare anche idea, ma in questo momento penso che il commissario non deve fare altro che formalizzare ciò che è di fatto una situazione di grave insolvenza, e senza ricorrere a strumenti traumatici, quali l'innalzamento delle aliquote comunali o la messa in mobilità del personale.

Pagherà solo ed esclusivamente la politica, un'intera classe politica, che dopo aver foraggiato sulle spalle della collettività, sarà messa a digiuno per un periodo di tempo medio lungo.

Dopo essere stati etichettati come un paese incapace di autoamministrarsi, accolliamoci con serenità anche l’onere di riparare materialmente i danni lasciati da più amministrazioni indegne, riservandoci di far giustizia quando verremo chiamati a decidere sul futuro della nostra città (a risanamento avvenuto) con il nostro voto.

Cordiali Saluti
Corrado Modica
come premessa vorrei dire che sicuramente io non dico sempre la verità, che non sono io il portatore della verità, che porto sulle spalle la responsabilità della situazione attuale pachinese in proporzione alle mie precedenti responsabilità di governo (che sono state ben poche). Purtroppo a pachino la responsabilità di ciò che si è fatto si dimentica facilmente e questo annebbia la vista a molti, sia a quelli che vedono competenti soggetti che definire migratori è poco (o magari si potrebbero paragonare ai picchi che rubano i nidi costruiti da altri), tralasciando le in-competenze dimostrate anche recentemente, vero Pasquale ?! o pensi che se qualcuno sta accanto a te diventa miracolosamente buono ? sia a quelli acceccati dall'affetto familiare che non vogliono vedere che a Pachino il problema è proprio la governabilità. e la coalizione che già sta nascendo a pachino in questi giorni, si vuole assumere, per prima cosa, proprio la governabilità, condizione indispensabile, oserei dire rivoluzionaria, per la realizzazione di un qualsiasi straccio di programma. sul termine da utilizzare, io proprio non mi impiccherei.
quanto agli amici Infanti e Modica, una domanda:
ma vi sembra utile un commissario che alla prima riunione bacchetta la classe politica locale per avere consentito 12-13 dirigenti, con relativo codazzo di vicari, che sbandiera, a mò di minaccia, il dissesto finanziario, w che poi decide, con la determinazione che ha appena preso, di nominare 14 dirigenti ???????????????????????????
Ma di questo vi eravate accorti ?
Manco Bill Gates c'è li ha tutti 'sti dirigenti, ma neppure berlusconi, ma neppure la provincia di siracusa e via così.

Ma non pensate sia scandaloso cedere alle pressioni che la politica, comunque, riesce a fare sul presunto commissario dalle belle speranze, che doveva portare efficienza e risparmi ?

Ma fino adesso cosa ha fatto ? Non ha saputo neppure scalfire i problemi della città e voi vi augurate pure un commissariamento che duri anni ?

Ma io posso capire che vi auguriate che ci siano politici nuovi di zecca, giovani o anziani, ma mai coinvolti negli sporchi giochi del potere politico. Ma se vi augurate un commissariamento, tipo quello che ci sta facendo perdere otto mesi di tempo, allora siamo combinati male.

Poi le considerazioni di principio le possiamo sempre condividere, e su esse confrontarci, ma non pensate che un commissario, oggi, nel 2009, possa rappresentare una soluzione, anzi, è ancora peggio.

Visto i suggeritori, o le suggeritrici, che probabilmente operano dietro le consunte tende comunali.

dette queste strambe parole, vergate di getto, nel momento di andare a dormire, ritorno un attimo a una considerazione fatta, in questo stesso elenco di commenti.

Ogni paese ha i politici che si merita, e finchè i cittadini voteranno i propri rappresentanti solamente in funzione dell'appartenenza familiare, del vicino di casa, del collega di lavoro e di chi gli porta la spesa a casa o gli paga la bolletta, senza valutarne realmente la capacità e la competenza, allora pachino continuerà a friggere.

Allora, una proposta, perchè non sponsorizzare il voto consapevole ?

saluti.
Gentile Sig.Modica

Avrà notato che nei miei interventi non mi rivolgo mai direttamente ad uno specifico interlocutore, ritenendo di dover rispettare la primaria funzione di questo (ma anche di qualunque altro) spazio di comunicazione virtuale che è quello di esprimere un pensiero il più spersonalizzato possibile, affinché questo possa innescare dibattito e mai scendere a livello di polemica personale (come stanno a testimoniare altri scambi di commenti che precedono il nostro). Farò un eccezione per Lei che ospita me e tutti coloro che postano commenti su questo sito, anche perché (stimandoci reciprocamente) non vedo alcun rischio di polemica tra noi.

Voglio rassicurarla sul fatto che non ho alcuna intenzione di riabilitare la mala politica che, come ha giustamente fatto presente, ho più volte condannato, né posso pensare di riabilitare una parte di essa (sarebbe una grossolana contraddizione di termini).
Non sono neanche interessato a diffondere illusori messaggi di generico buonismo e di “volemose bene” che possano ricomprendermi in quell’1% di popolazione politica che lei, molto efficacemente, definisce fessi.
Semmai il mio commento si prefiggeva due specifiche finalità:
1) era teso a mettere in guardia da un vizio pericoloso e sempre in agguato che è quello della indiscriminata generalizzazione che, quando si manifesta, non lascia scampo e, soprattutto, non consente di accertare le responsabilità. Dire che tutta la classe politica degli ultimi 15 anni (senza eccezioni se non l’1% di fessi) si è comportata in maniera delinquenziale significa avallare l’equazione tutti colpevoli = nessun punibile. Ecco perché, se ci sono differenze di comportamenti e tra uomini, bisogna dare ad essi nomi e cognomi al fine di individuare i veri responsabili dello sfascio e pensare che questi possano in qualche modo rispondere per le proprie responsabilità o alla magistratura (se ne ricorrono i presupposti), o alla giustizia amministrativa della Corte dei Conti, o al prossimo Sindaco che (mi auguro) possa avere sufficienti attributi da promuovere adeguate azioni di responsabilità sia verso politici che funzionari comunali o, infine, almeno alla cittadinanza che deve poter sapere chi non merita più uno straccio di voto per i prossimi 1000 anni.
2) lanciare una specie di “messaggio in bottiglia” (più che altro una speranza) che, in mezzo ad un oceano di indifferenti, di “sperti” e “spertùni” (molti dei quali veri fessi), e di veri e propri delinquenti, venga raccolto da un arcipelago di “gente per bene” che possa caricarsi sulle spalle una “mission impossible”, che è quella di far capire (agli indifferenti) che ci si può avvicinare alla politica anche senza avere un fine personale nascosto nel cassetto, ma per il puro e semplice desiderio di contribuire a migliorare il posto in cui si vive ed in cui crescono i propri figli. Il problema è che questo stesso messaggio lo lanciano (a parole) anche quelli che ci hanno ridotto così. Ecco, di nuovo, l’importanza di distinguere.

Quanto alla ricetta del commissario, ribadisco che a pagare non sarebbe solo la classe politica ma l’intera collettività che dovrà sobbarcarsi i costi del risanamento con in più la prospettiva di non poter aspirare a nessun tipo di sviluppo del territorio perché nessun commissario al mondo (il cui scopo è ripianare i debiti dell’ente e basta) potrà intraprendere adeguate iniziative di sviluppo (ricerca di finanziamenti, opere pubbliche, ecc.), cosicché nel 2014 avremo (forse) un comune ripianato dai debiti ma un paese nelle stesse condizioni in cui si trova oggi.
Forse, per come i pachinesi hanno usato i loro voti, quasi quasi ce lo meritiamo, ma se ho la consapevolezza di non aver contribuito o voluto questo sfascio (e non mi pare che io mi sia girato dall’altra parte) ho anche il dovere di ribellarmi a questa prospettiva.

Con sincera amicizia

Giancarlo Barone.
Non è polemica personale, ma politica

Certo fa comodo ai portatori sani di Bon Ton virgolettare e ridurre a polemica personale posizioni di natura politica e di attacco ad un vecchio marpione della politica pachinese...
Avvertire che le buone intenzioni di un "amico" potrebbero essere deluse da questo politico che è stato individuato con nome e cognome...viene ridotta a polemica personale: non fa onore intellettuale ed etico al nostro amico...
Giusto per spersonalizzare...non faccio il nome...
Io non so che idea( quella vera, e non certo quella che si offre alla platea) possa avere una persona che fa questi discorsi.
In genere gli uomini sono portatori di pensiero ed azioni individuali che si forma attraverso la propria esperienza e i fatti che ha vissuto sulla propria pelle...
C'è chi ha messo in gioco la sua vita politica e chi nel frattempo godeva ampia fiducia ed appannaggi personali da soggetti ben individuati che hanno incominciato a massacrare Pachino...
Detto questo, per puro spirito di dialogo e discussione, che deve basarsi sempre su dati che manco a dirlo attengono a comportamenti umani...solo questo richiamo configura e attribuisce agli umani le proprie responsabilità che sono individuali...
E gli umani, per convenzione antica, si sono dati nomi e cognomi...
Siccome la politica è fatta da donne e uomini in carne ed ossa e non da zebre o conigli...ecco che mettere in evidenza che l'amico Pasquale si è aggregato ad un politico di lungo corso, che ha fatto il giro di tutto l'arco costituzionale e non: diventa oggetto di critica di chi, me lo conscenta, vorrebbe prima mettere la sordina alla trombe, per iniziare un nuovo corso( etico-morale) che come azione politica massima si affida ai messaggi in bottiglia...
Egregio...amico se l'articolo di ieri de La Sicilia, cronaca di Pachino, corrisponde al vero...e cioè che il Pd deve dialogare con forza Italia, con l'Mpa, e con L'udc e non con le liste civiche, viste le nuove posizioni assunte dalla direzione provinciale di questo partito che, com'è rappresentato, non riconosco: la cosa potrebbe anche essere interpretata ed assumere nuova luce come la, vera e propria, prima mossa in difesa, con molto bon ton, dell'indicato...
In ordine alle motivazioni adottate contro la dichiarazione di dissesto finanziario, dissento totalmente sia dal punto di vista politico che procedurale...
Le argomentazioni adottate per dichiararsi contro il dissesto finanziario: sono risibili e contraddittorie...
Infatti, è mio profondo convincimento, ( ma è palese) che solo la dichiarazione di dissesto potrà attivare la corte dei conti e la magistratura ordinaria... e fare completa piazza pulita e definitiva chiarezza di come sono andate le cose politiche ed amministrative e chi con nome e cognome ha ridotto in questo stato il comune di Pachino.

E non sarà certamente il "salvatore" di cui si aspetta la discesa in terra a fare chiarezza su come sono andate le cose...Infatti questa mi sembra una barzelletta....

Pertanto credo, con assoluta certezza, che qui, caro amico: si sta facendo solo opera di coprire con un manto di margherite e garofani...un letamaio...


saluti e baci, Spiros


ps

Mi riservo, vista la tarda ora, di dare un contributo per fare ulteriore chiarezza per quanto riguarda le mie motivazioni in contraddizione dialettica, di cui al punto uno e due, del commento...che potete leggere ..qui sotto...