MARZAMEMI - I commercianti della frazione di Marzamemi scrivono al vescovo Staglianò e rigettano le accuse di disturbare la celebrazione eucaristica esterna lanciate dal vicariato di Pachino e dal parroco della chiesetta di San Francesco di Paola di Marzamemi, don Lucio Giazzon. Per tutti ad intervenire è Barbara Fronterrè, titolare di alcuni esercizi commerciali in piazza Regina Margherita. «La situazione descritta non è rispondente alla realtà - scrive la Fronterrè al vescovo - e i toni usati sono stati ingiustificatamente offensivi. Rappresento i commercianti del borgo riuniti in consorzio e devo ricordare che le nostre attività, premiate e conosciute a livello internazionale, sono un piccolo gioiello forgiato da passione e sacrificio quotidiano, che creano lavoro e indotto e rappresentano un omaggio quotidiano alla storia, alla memoria, alla bellezza di questi luoghi, in cui è la nostra radice».
«Non corrisponde a verità che si continuano a servire pasti durante la Messa, poiché il ristorante che si trova di fianco la chiesa, da sempre, sospende il servizio durante la funzione, né è vero che gli esercizi della piazza non rispettano la funzione religiosa, giacché è sospesa qualunque diffusione musicale e il servizio ai tavoli dei bar è svolto con tranquillità e compostezza». Certamente - continua la Fronterrè che è presidente del Ce. Na. Co. Marzamemi - può essere accaduto qualche episodio di non voluto disturbo, proveniente dalle zone adiacenti la piazza, o dalla gran massa di persone che si riversa in piazza la domenica, non sempre per seguire la messa.
Di certo però, non può esserne imputata la responsabilità agli esercenti, il cui comportamento è massimamente rispettoso, al di là delle convinzioni di ciascuno». La Fronterrè poi fa riferimento alla mancanza di un piano di sviluppo condiviso della frazione di Marzamemi, ma anche alla assoluta indifferenza con cui i cittadini spesso affrontano i problemi. «Non si tratta di difendere un utile personale - conclude - ma di sostenere un tessuto economico in cui occorre innervare valori e inserire in un progetto per tutelare, una città economicamente distrutta. Per fare questo abbiamo bisogno di collaborare tutti, ivi compreso gli uomini di Chiesa, attenti e sensibili, aggiornati nella comprensione dei problemi». Ma a lamentare una eccessiva invadenza di sedie e tavoli di ristoratori ed esercenti commerciali è anche Turi Pintaldi, patron del Festival del Cinema di Frontiera che chiede di porre l'attenzione sulla mancanza di spazi che rischia di penalizzare anche la nota manifestazione cinematografica a cui vengono sottratti spesso luoghi utilizzati per la manifestazioni collaterali.
Sa. Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 08-07-2012 - Categoria:
Cronaca