Mentre l’acqua scorre i problemi rimangono
Leggendo la storia di Pachino del Prof. Vincenzo Curcio a cura di Maria Bugliarisi Di Maio, sono rimasto colpito dalla figura illuminata di un nostro concittadino che ha vissuto in un difficile periodo storico di cambiamenti politico – sociale – culturali che ne ha forgiato gli ideali, mettendolo in evidenza ai ranghi più alti dell’amministrazione dello stato, rendendolo meritorio di alcune onorificenze di rilievo per l’impegno mostrato nei confronti della collettività. Come giustamente afferma la Bugliarisi “ basta leggere i commenti delle sue lezioni a scuola per mettere a nudo la personalità e il vero animo del prof. Curcio.” Leggendo la monografia del Curcio , mi sono soffermato a pag. 35, poiché mi ha fornito lo spunto per una divertente e alquanto preoccupante riflessione su alcune circostanze che ancora oggi, a quanto pare, puntualmente si ripresentano, sfuggendo sistematicamente alla risoluzione dei disagi ad esse connesse , sottolineando l’idiozia , l’incapacità o la miserabile furbizia dei nostri amministratori e lasciando anche intendere che non mancheranno di ripresentarsi, sempre fedeli nei tempi. Voglio riportare integralmente quanto scritto dal Curcio , per lasciare al lettore una propria deduzione: “Contemporaneamente furono ritirate dall’Amministrazione del Comune le botti in numero di tre che funzionavano per il rifornimento dell’acqua di Scaloarangio per la borgata, nei mesi di Giugno, Luglio e Agosto.
Rimasto un solo carro di trasporto, mediante i barili di proprietà dell’appaltatore dell’acqua, Corrado Luciano, fu elevato il prezzo del barile di 40 litri a lire 1,00. Il pubblico abituato a comprare a due soldi la quartana di 12 litri,mormorava. Il Luciano affermò che era impossibile abbassare quella meta di lire 1,00 perché aveva sfido………etc. Aggiungeva che il suo guadagno giornaliero era di lire 8 dal Comune ,come sussidio, più lire 27 di vendita d’acqua; in tutto 35;la somma era aleatoria,verificandosi, specialmente nell’inverno, poco spaccio d’acqua; quindi il guadagno percepito nei mesi d’estate era un modesto compenso per i giorni di magra”. Percorrendo ben 74 anni per arrivare ai nostri giorni, nel periodo estivo la solfa è la stessa, magari sono di poco cambiati i metodi e si affinano gli accordi , ma in sostanza viene riproposta la stessa minestra. I cittadini hanno il dovere di assolvere i tributi idrici che dovrebbero loro garantire un servizio, che contempla la distribuzione di acqua potabile e in quantità tale da soddisfare le esigenze quotidiane ed igienico sanitarie. La fornitura interessa servizi pubblici , privati, etc, ma l’acqua distribuita con le autobotti, oltre a non garantire una distribuzione equa ,non garantisce la conformità fisico-chimica e batteriologica per il consumo umano,quindi non è potabile. L’uso potrebbe destinarsi solo per i servizi igienici. Quindi , soffermandosi solo al caso dei privati , chi non può permettersi acqua imbottigliata , non avendo garantita la fornitura ad uso domestico , teoricamente non dovrebbe bere o fare altro . La cosa ironica è che l’utente paga per un servizio di fornitura , sancito da un contratto, regolamentato da leggi sanitarie a tutela dell’incolumità della collettività , ma si ritrova tutt’altro . La responsabilità non va attribuita solo alla classe politica, che alla fin fine è solo transitoria nella sua variegata rappresentazione, ma principalmente alla dirigenza del settore tecnico dell’amministrazione comunale. Quest’ultima, pur dipendente dalla classe politica, ha il dovere , in forza delle proprie conoscenze tecniche e dell’autorità che riveste, di gestire e razionalizzare gli interventi in funzione di una corretta applicazione e di una ottimizzazione del rendimento. In altre parole può opporsi alle iniziative poco credibili oppure suggerire interventi alternativi. In fin dei conti non è pensabile che chiunque , nel breve arco di tempo del proprio mandato politico, faccia terra bruciata senza essere ostacolato nei suoi propositi dal direttivo tecnico dell’amministrazione. Ad esempio , anni addietro ho avuto modo di notare nei pressi del lido di Marzamemi e nella spiaggia Morghella dei punti doccia e wc. Un’ iniziativa di buon senso civico a beneficio dei bagnanti e dei turisti in un frangente di crisi idrica, pur essendo una goccia nell’oceano lasciava sperare bene. Ben presto all’ottimismo si sostituì un senso di vergogna e di rabbia , poiché quella civile iniziativa era solo un puerile bluff partorito da menti idiote e contorte. Quei punti doccia e wc non hanno mai funzionato , erano privi di allacciamento e di raccolta della sostanza organica. Doveva, a parer mio,visto la superficialità del caso, essere uno specchio per allodole ancor più stupide degli ideatori di questa mirabile iniziativa. Il risultato ottenuto è stato uno sperpero di denaro pubblico ,un’ usura dei materiali impiegati, l’offesa all’intelligenza umana, etc.. Allora , la responsabilità su chi dovrebbe ricadere? Sull’assessore spregiudicato,che oggi c’è e domani non si sa , o sull’area tecnica che non è stata capace con adeguate misure di intervenire od opporsi all’iniziativa? E qui si aprono le scommesse , scommesse che potrei fissare 1 a 10 per la sicurezza che un evento si possa ripresentare puntualmente in un preciso posto e in un determinato periodo. Nel periodo estivo ( tralasciando quello invernale ) non è solo la crisi idrica a stressare i pachinesi e i turisti , ma un’ abbondante fuoriuscita di acqua e merda in un punto all’altezza dell’incrocio tra Pachino e Porto Fossa e in un punto a metà della via Marzamemi. In occasione di questo tragico evento, puntuale come un orologio svizzero , possiamo notare intorno al punto di crisi, le solite teste nell’espressione tipica di un annichilimento neuronico, rassegnate all’ennesima sconfitta da parte della vile materia e in un timido consulto a guisa di un riprovato rituale. Mi ricordo a proposito un articolo sulla crisi idrica che rendeva nota la volontà di impiegare una task force per indagare sulle problematiche del caso. Per l’occasione non ho potuto fare a meno di immaginare i vari tecnici incaricati, nelle vesti dei personaggi del film “ le montagne della luna “ nel quale i ricercatori della National Geographic si accingevano a scoprire le sorgenti del Nilo.
Potremmo parlare dell’acquisizione di altri pozzi , della rete idrica, dei contatori dell’acqua ,della pulizia delle spiagge etc.., ma per ora basta questo, perché il cittadino rifletta sulla sua posizione che è sovrana. L’amministrazione politica e civile è e deve essere , senza esitare , alle dipendenze del cittadino e non al contrario e non si deve interagire con essa mostrando atto di sottomissione, in quanto deputata per nostra scelta e non per suo interesse. E’ la collettività, con i tributi e le scelte democratiche, a garantire un posto di lavoro e una rappresentanza politica. E’ questa la nostra responsabilità determinante per un futuro migliore per noi e i nostri discendenti.
I vigliacchi muoiono molte volte prima di morire.
( Shakespeare, Julius Caesar, II, 2 )
Alberto R.