NOTO - Inaugurata il 14 agosto nella Loggia del Mercato della città di Noto la Mostra d'Arte Contemporanea "NO (Da Definire)", organizzata dalle associazioni "A Sud dell'Arte" e "Arci GlocalAction", che vede artisti italiani e stranieri proporre le proprie opere/installazioni contro le trivellazioni del Val di Noto. L'esposizione ha l'intento di sensibilizzare, attraverso le tecnologie dell'arte, sulla rivalutazione dell'elemento "natura". "È come se l'arte delle nuove avanguardie tornasse alle sue origini - commenta Gaetano Malandrino, curatore dell'evento - quando la pittura era un mezzo scientifico per studiare e conoscere le forze naturali". I perni attorno a cui ruota la mostra sono dunque la tecnologia e l'artigianato, l'impegno e i giochi interattivi. Ma la particolarità della mostra non risiede solamente nella varietà delle tecniche o tecnologie utilizzate - dall'arte digitale, alla performance, alle tecniche fotografiche - ma nel singolare rapporto che i giovani artisti promuovono con il loro pubblico. Ogni artista, infatti, spiega la propria opera, commenta e fa entrare lo spettatore nel proprio mondo.
Così Massimo Cataudella "tocca con mano" gli esperimenti sugli idrocarburi, Sergio Rubini mostra, attraverso dei vasi bucati, come il pensiero ecologista possa congiungersi alle antiche tradizioni e infine Cesare Bellassai ironizza sulle mostruosità dell'uomo-industria. Non mancano le sperimentazioni digitali come quella di Giovanni Galizia che fonde la natura virtuale, fatta di pixel, con una natura che fugge da un invisibile minaccia e quella di Stankewicz che simula forme naturali attraverso la manipolazione grafica. Tra gli artisti stranieri spiccano due video-opere quella di Milka Panayotova che ci mostra l'uomo dalla sua nascita nell'acqua fino alla fuga causata dall'inquinamento. Infine di grande forza è il video di Pesic che fonde memoria personale e memoria collettiva durante la guerra di Bosnia. Quello proposto è un nuovo contratto con il pubblico: in questa direzione l'interattività e la carica emozionale che alcune delle opere sollecitano sono il ponte tra l'arte e la scienza, il ponte che ricongiunge l'uomo con la natura perduta.