Sono oltre un centinaio e dal pomeriggio di ieri hanno occupato pacificamente l'aula consiliare di palazzo Ducezio, sede del municipio della capitale del barocco. La protesta contro il piano di rifunzionalizzazione dell'Asl aretusea, con a capo il manager, dott. Corrado Failla, che prevede una serie di tagli e trasferimenti di reparti dal netino ospedale Trigona verso il nosocomio avolese, ha raggiunto punte di tensione altissima sfociata nella protesta di ieri.
Le forze politiche di Noto si oppongono fermamente alle quattro fasi di accorpamento che avrebbero dovuto partire dallo scorso lunedi' con il trasferimento di oculistica, otorinolaringoiatria, ortopedia e psichiatria, da Noto ad Avola, viceversa per i reparti di pediatria e ostetricia. La tensione e' diventata palpabile quando nella tarda mattinata di ieri e' arrivato a palazzo Ducezio un fax della prefettura che rinviava la riunione prevista per il pomeriggio per l'indisponibilita' del manager dell'Asl 8.
L'occupazione dell'aula consiliare ha avuto cosi' inizio nel tardo pomeriggio di ieri quando, intorno alle 18, i capigruppo consiliari, esponenti del civico consesso sia della maggiornaza che dell'opposizione, rappresentanti delle forze politiche e sindacali della città, sono entrati nella sala delle riunioni e vi sono rimasti dichiarando che «l'occupazione sarà permanente fino a quando non si troverà un punto di equilibrio che vuol dire un forte no allo scippo dell'ospedale netino».
I consiglieri comunali nel corso dell'occupazione hanno firmato un documento con cui rimettono il loro mandato nelle mani del sindaco e, dalla mattinata di oggi, un presidio di manifestanti ha creato una vera e propria cintura di protezione attorno all'ospedale Trigona per evitare che le attrezzature vengano portate via verso il nosocomio avolese. Dal canto suo, il primo cittadino Michele Accardo, dopo la dura contestazione di cui e' stato fatto oggetto nei giorni scorsi da parte di tutte le forze presenti in consiglio comunale per la firma apposta lunedì 22 ad un accordo considerato da tutti illegittimo, si ritiene ottimista ma guardingo mentre si stanno preparando una serie di contromisure per difendere l'ospedale di Noto.
La versione dei fatti che si fa strada in questi giorni di forti scambi d'accuse, e' che il primo cittadino sia rimasto vittima di un errore e che sia stato invitato a firmare un accordo che prevedeva altre cose rispetto a quelle discusse. «Prendiamo atto che il sindaco ha dichiarato di avere sbagliato - afferma il portavoce cittadino dei Verdi, Pino Iuvara - adesso si tratta di evitare lo scippo l'ennesimo scippo della nostra città».
E sulla vicenda ieri è intervenuta la federazione sindacale unitaria provinciale con una valutazione sull'accordo per gli ospedali di Noto ed Avola. In una lettera al prefetto Francesco Alecci, a firma dei tre segretari provinciali della Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Zappulla, Scata' e Munafo', oltre che dei responsabili per la zona sud ed a quelli del settore sanita', si contesta duramente l'accordo che ha messo a soqquadro amministrazioni, medici, e cittadini. «L'accordo del 22 luglio - si legge nella lettera - stravolge l'opera di consenso democratico realizzata nel corso degli anni e il merito stesso del progetto di razionalizzazione e riqualificazione dei due ospedali con l'intera zona sud della provincia di Siracusa».
La federazione unitaria si chiede il perche' sia i sindacati che le categorie del settore siano state tagliate fuori dal tavolo della prefettura dopo un accordo quadro siglato lo scorso 6 febbraio presso l'assessorato regionale alla sanita'. Il dito viene puntato dritto sui sindaci e sul loro ruolo. «In seguito a quell'accordo i sindaci avrebbero dovuto svolgere funzioni di gestori dell'accordo stesso monitorando periodicamente la realizzazione delle quattro fasi dell'intero progetto sanita' in cui erano compresi anche i presidi di Pachino e Rosolini - spiegano i sindacati - dunque nessun nuovo accordo o modifiche al progetto potevano essere compiuti senza un preventivo confronto con tutti i soggetti sottoscrittori dell'intesa di Palermo».
Per i sindacati andavano eventualmente riconvocate la conferenza dei sindaci e delle parti sociali. Ma non e' solo il metodo ad essere contestato: i firmatari della lettera esprimono un forte dissenso anche per lo stravolgimento del merito. «Per il merito e' stato cancellato il punto strategico e propedeutico del mantenimento in entrambi gli ospedali dei reparti di medicina e chirurgia. L'incauto atto consumato dai sindaci - continua il documento - ha gia' prodotto prese di posizioni spontanee e piuttosto dure».
I sindacati hanno chiesto di convocare un nuovo tavolo di confronto alla presenza di tutti i soggetti firmatari dell'accordo di Palermo. Nella vicenda e' intervenuto anche il responsabile delle rsu dell'azienda sanitaria aretusea, Eugenio Cosetta, che ha espresso dissenso «rispetto al mancato coinvolgimento dei soggetti sindacali presenti nell'Azienda».
Fonte:
Gazzetta Del Sud On Line il 31-07-2002 - Categoria:
Cronaca