PACHINO - Il tentativo portato avanti dal forzista Di Pietro di riunificare la Cdl proponendosi come assessore all'interno dell'amministrazione comunale e permettendo in tal modo la creazione degli spazi necessari per il rientro in Giunta delle altre forze politiche, sembra essere definitivamente abortito. Il parere negativo sul ritorno in Giunta di An espresso dal capogruppo di Rinascita Salvatore Blundo però, pur non permettendo di arrivare alla soluzione sperata da molti, aggiunge un tassello importante alla definizione del quadro politico cittadino e chiarisce molte cose in merito agli equilibri della coalizione. Prima di tale presa di posizione infatti a non essere trovati erano soltanto gli equilibri interni alla coalizione, e tutti si dichiaravano pronti e disponibili ad un ritorno all'assetto originario che aveva permesso la vittoria all'elezioni. Oggi invece si ha una novità nel quadro politico che è il veto di un partito nei confronti di un altro. Una frattura dunque difficilmente ricomponibile, e non più una questione soltanto di equilibri che stentano ad essere trovati; una pregiudiziale che, al di là dei numeri, condizionerà anche gli scenari futuri. Inoltre il niet di Rinascita si inserisce in un contesto piuttosto delicato, che la coalizione amministrativa attraversa. Singoli episodi quali la preclusione nei confronti del partito di destra da parte di Rinascita che ha accolto al suo interno il diessino Agricola, l'autospensione dei componenti di Forza Italia, l'ingresso in Giunta dell'esponente della nuova Dc Sebastiano Rosa e in ultimo le voci insistenti circa l'appoggio alla Giunta dei Liberal socialisti, sembrerebbero far pensare ad uno spostamento dell'asse politico verso sinistra. Un'ipotesi, quella di un ribaltone velato, che potrebbe avere ulteriori conferme se i consiglieri forzisti intraprendessero le stesse orme di Latteri abbandonando il partito di Berlusconi per approdare in quello di Prodi. Una posizione dunque che dovrebbe portare ad una riflessione da parte dei vertici provinciali dell'intera Cdl. Intanto i Liberal socialisti hanno smentito qualsiasi ipotesi di ingresso in amministrazione, troncando così le tesi, sempre più insistenti, che avrebbero voluto il loro sostegno alla Giunta Barone dopo più di due anni di opposizione.
Un'ipotesi, quella di un ulteriore sostegno proveniente dagli scranni di sinistra, che sarebbe stata auspicata da alcune forze politiche nel tentativo di puntellare una maggioranza che appare sempre più fragile soprattutto dopo l'iniziativa di Di Pietro.
Lo stesso Di Pietro intanto ha dichiarato il significato da attribuire alla sua operazione politica. «Da tempo, – ha detto – mi adopero nel tentativo di riunificare il centrodestra, seguendo peraltro le indicazioni dei vertici provinciali del mio partito. Non deve stupire dunque la mia proposta che è solo l'ennesima in questo senso. Ricordo infatti che qualche mese fa fui promotore di una possibile rotazione delle cariche assessoriali. Un modo non certo ideale ma sicuramente efficace per trovare lo spazio maggiore richiesto dal partito di Fini. Inoltre tengo a precisare, – continua Di Pietro – che la proposta rigettata da Blundo non era penalizzante per Rinascita che non avrebbe visto ridotta la sua rappresentanza assessoriale e che comunque è stata ritenuta legittima dallo stesso capogruppo del movimento civico. Ad ogni modo – ha concluso Di Pietro – la preclusione di Rinascita nei confronti di An per me è un fatto nuovo e prima non conosciuto. Certamente se lo avessi saputo non avrei fatto il tentativo di ricucitura che ho portato avanti». Diversa invece la chiave di lettura data da alcuni esponenti politici pachinesi secondo cui si conserverebbe una precisa strategia dei vertici del partito azzurro e che basterebbe il semplice «mal di pancia» di un singolo per paralizzare l'intera amministrazione.
salvatore marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 20-05-2004 - Categoria:
Politica