PACHINO - Riparte la stagione degli incontri politici e dei vertici. Non cambia però l'esito dei summit che restano sterili. Qualche anno fa dalle pagine del nostro giornale il compianto Corrado Arangio descriveva questi incontri come il "babbìo" politico, cioè discussioni spesso sterili, utili solo a prendere e perdere tempo senza giungere mai a soluzione. Il tempo del "babbìo" sembra ricominciato. Giovedì sera si sono seduti allo stesso tavolo gli esponenti di An, Udc e Forza Italia. Oggetto dell'incontro è stata la proposta, avanzata nei giorni scorsi dal nuovo commissario di An Sebastiano Mandalà di una maggiore presenza dei partiti che appoggiano l'amministrazione nei confronti delle scelte amministrative. Un punto, quello proposto dall'ex assessore Mandalà su cui tutti a parole si dicono d'accordo ma nei fatti ciascuno sembra parlare una lingua diversa. Presenti molti amministratori della casa municipale, hanno invece disertato l'incontro il sindaco ed il suo vice Rotta. L'assenza del primo cittadino per molti esponenti politici è stato il sintomo della volontà di cambiare tutto per non cambiare nulla. Ad oggi infatti secondo gli esponenti di partito più critici, a schivare i tentativi di controllo da parte degli organi politici è stato proprio Barone che, portando avanti l'ipotesi di una maggioranza variabile ed intercambiabile, è riuscito a percorrere gran parte della legislatura evitando il controllo ora dell'una ora dell'altra forza politica. L'assenza dunque dell'interlocutore principale avrebbe vanificato di fatto l'incontro sin dal suo presupposto. Ma la sterilità del dibattito politico avrebbe trovato il suo culmine nel mancato perseguimento di una logica comune.
Il vero problema che rimane inaffrontato è infatti la questione politica. Sono stati in molti infatti a porre sul tavolo del dibattito le questioni di carattere amministrativo. È stato riproposto il programma di fine legislatura già presentato l'anno scorso e del quale ancora non è stato affrontato neanche un punto, è stata riproposta la questione delle opere pubbliche che avrebbero dovuto essere realizzate, così come la spinosa vicenda del serbatoio pensile pronto sulla carta ma che di fatto ancora è ben lontano dal collaudo tecnico-amministrativo. Insomma secondo qualche esponente politico si è voluto gettare sul piatto della bilancia tutto tranne che la vera questione, e cioè il problema politico. La vicenda attorno a cui ruota la questione è sicuramente ben diversa. Esiste un insieme di persone che amministrano la città di Pachino ma che di fatto sono svincolate dai partiti di appartenenza che mostrano nei loro confronti segnali di insofferenza e in più occasioni hanno dimostrato di sconfessare. Prova di ciò è che la maggior parte degli esponenti politici che sono rimasti all'interno dei partiti della Cdl non sostiene l'attuale giunta, mentre altri esponenti hanno preferito addirittura abbandonare i partiti di appartenenza per evitare di prestare il fianco ad una linea appiattita sulle posizioni amministrative e volta solo a legittimare coloro che amministrano la città. L'obiettivo vero di un centrodestra nuovo potrebbe essere quello di lasciare al loro destino coloro che al momento rimangono ben saldi sulle poltrone dell'amministrazione e dar vita ad una coalizione svincolata dall'amministrazione e che possa legittimarsi come forza tale da esprimere un candidato alle elezioni in competizione con i candidati del centrosinistra, del centro, e delle varie liste civiche che ad oggi sembrano spuntare come funghi. Il problema è che un'operazione di riabilitazione politica di questo tipo non può essere fatta rimanendo legati a doppio filo con l'attuale amministrazione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 17-09-2005 - Categoria:
Politica