PACHINO - Si sono dimessi ieri mattina, all'apertura degli uffici municipali, sei dei sette assessori della giunta comunale Campisi. A rimettere il mandato sono stati Borgh, (Ds), Valvo e Berretta (Rinascita), Lorefice e Diamante (Sdi), Blandizzi (Margherita). A rimanere in carica è rimasto solo l'assessore Casto, frutto di un accordo elettorale con il candidato a sindaco Angelo Maione e con l'esponente politico Giuseppe Giliberto. Si è concretizzata dunque, con l'abbandono delle rubriche assessoriali, la crisi politica che da qualche settimana tiene banco a palazzo di città. Il sindaco è rimasto solo con alcuni consiglieri considerati suoi fedelissimi e cioè con Salvatore Campisi e Paola Costa (entrambi appartenenti alla Lista Campisi), e l'indipendente Massimo Agricola. I tre sono ritenuti uno zoccolo duro da cui partire per trovare una nuova maggioranza in seno al civico consesso. A tal fine il primo cittadino si è messo subito all'opera per cercare una nuova compagine politica che possa accompagnarlo in un prossimo futuro. Per questo già ieri mattina, dopo le dimissioni degli esponenti della sua coalizione, ha avviato un giro di consultazioni, incontrando singolarmente alcuni dei consiglieri di minoranza.
L'obiettivo, neanche tanto velato, è quello di sommare i nove consiglieri di opposizione ai tre che continuano ad assicurargli ampia fiducia, arrivando così a mettere insieme una compagine amministrativa numericamente stabile. “Il sindaco ci ha chiamati, -ha dichiarato Nino Iacono, esponente della lista civica di opposizione Forza Agricoltori- per illustrarci i motivi per cui si è arrivati a questa rottura all'interno della maggioranza e per appurare una nostra eventuale disponibilità al dialogo. Le scelte che faremo saranno in ogni caso unitarie. Non si è comunque parlato di costruire maggioranze alternative ma ci sono state solo spiegate le motivazioni della rottura”.
Le componenti politiche della maggioranza che hanno ritirato gli assessori dalla giunta, ieri hanno poi spiegato, in conferenza stampa, che la frattura politica potrebbe anche essere ricomposta. Punto fondamentale che viene posto alla base di una possibile ripresa del dialogo è costituito dal documento con cui si rivendica la collegialità di giudizio e la concertazione dell'azione politica con i partiti ed i movimenti di riferimento. I partiti non intendono mettere in discussione l'autonomia di giudizio del sindaco, ma ritengono i punti proposti come irrinunciabili per ripristinare il rapporto di fiducia con il primo cittadino.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 14-04-2007 - Categoria:
Politica