Tratto da Siracusanews.it
http://www.siracusanews.it/
node/64204
PACHINO - Nei giorni scorsi è stato ospite dell’istituto superiore “Michelangelo Bartolo” di Pachino il professor Luigi Miraglia, direttore dell’Accademia Vivarium Novum di Roma e illustre latinista (è considerato la persona che parla il latino più fluente al mondo).
Miraglia, insieme a tre giovani docenti suoi allievi, ha tenuto un corso di formazione di due giorni, voluto dal preside Vincenzo Pappalardo. Per l’occasione si sono raccolti a Pachino docenti di lettere provenienti da tutte le province della Sicilia orientale.
Ai docenti è stato presentato un metodo di insegnamento delle lingue classiche diverso da quello comunemente conosciuto. Abitualmente gli studenti devono mandar giù un gran numero di regole ed eccezioni grammaticali, senza mai imparare però, il lessico, né l’uso concreto della lingua. Per questo motivo, per poter comprendere il senso di un testo anche molto breve, sono costretti a compiere un faticoso lavoro di traduzione (cosa che crea in loro un odio profondo e duraturo verso il latino).
Questo metodo, lungi dall’essere “tradizionale”, in realtà è stato introdotto in epoca relativamente recente, circa centocinquant’anni fa. Prima, fin dall’epoca degli umanisti, era utilizzato un metodo che puntava all’apprendimento naturale della lingua (detto brutalmente, si studiava il latino come oggi si studia l’inglese). L’apprendimento graduale della lingua consente uno studio piacevole e motivante delle lingue classiche: il latino, anziché la materia più noiosa, può essere la più bella del corso di scuola superiore.
Molti tra i presenti sono rimasti stupiti, in particolare, dalla presentazione del metodo per insegnare la poesia e la metrica classica (in genere, la parte più noiosa dello studio delle lingue antiche). Fin dall’antichità, e nei secoli scorsi anche nell’insegnamento, la poesia veniva invece presentata con l’accompagnamento della musica (le melodie antiche sono state pazientemente ricostruite grazie alle note contenute nei manoscritti medievali).
In questo modo i grandi classici della poesia antica smettono di essere filastrocche (chiunque ha studiato latino ricorda Tìtyre, tù patulaè): gli studenti, invece, possono finalmente vedere operante la struttura metrica antica, grazie all’accompagnamento musicale e all’avvicendarsi di note lunghe e brevi. Anche in questo modo rivive il mondo classico.
Fonte:
Siracusanews.it il 27-09-2015 - Categoria:
Cronaca