PACHINO - Fine anno piuttosto movimentata nell'ambiente politico pachinese. La compagine di governo non sembra avere trovato il giusto assetto nonostante l'integrazione della giunta e la nomina dei tre nuovi assessori. I motivi di instabilità pare siano dovuti alla volontà di talune forze politiche di estromettere alcune forze dalla maggioranza. Sul banco degli imputati ci sarebbe la Margherita del vicesindaco Michelangelo Blandizzi, a quanto pare esclusa da un vertice tenutosi in casa diessina tra gli esponenti degli stessi Democratici di sinistra, lo Sdi e gli esponenti del movimento Rinascita di Pachino. L'obiettivo sarebbe quello di dare vita ad una compagine di governo limitata ad uno zoccolo duro di otto consiglieri. Un numero piuttosto limitato che non garantirebbe certamente la maggioranza consiliare ma che impedirebbe comunque la rimozione forzata del sindaco e maggiore snellezza nell'azione politica. La maggioranza poi potrebbe essere ricercata di volta in volta in consiglio, visto l'alto numero di indipendenti e la poca unitarietà dell'opposizione.
Una decisione, quella di cui pare si stia discutendo all'interno della maggioranza, che ripresenta un'operazione già vista durante la precedente amministrazione e cioè quella di una maggioranza ad “assetto variabile”, scaturita da alcune prese di posizioni dell'attuale vicesindaco Blandizzi ritenute non tollerabili da alcuni appartenenti alla maggioranza disposti a chiedere anche la rimozione del vicesindaco in carica.
In merito alla riunione di parte della maggioranza, il consigliere della Margherita Giorgio Guarnaschelli ha dichiarato di non avere conoscenza di alcun incontro ufficiale. Si sa invece che la Margherita avrebbe in animo di chiedere un riequilibrio della compagine, ritenuta instabile a causa di un rimpasto, quello avutosi nei giorni scorsi, posto in essere con criteri ritenuti poco opportuni. Ma il partito di Rutelli non gode in questa fase di ottima salute, e per la resa dei conti si attende con ansia il congresso interno con la conseguente conta per affermare la leadership. Intanto sul fronte dell'opposizione, perde vigore l'iniziativa di sfiduciare il presidente ed il vicepresidente del consiglio. La minoranza non avrebbe trovato unitarietà di intenti, per taluno infatti la sfiducia al presidente del consiglio era da considerare obiettivo primario, mentre per talaltro non serve colpire i vertici consiliari ma bisognerebbe puntare direttamente ad indebolire l'amministrazione. Sembra comunque piuttosto strano come la minoranza non riesca a trovare obiettivi comuni e la maggioranza tenti di blindarsi con appena 8 consiglieri.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 30-12-2006 - Categoria:
Politica