PACHINO - Presidio di guardia medica sempre più a rischio. Da qualche giorno infatti si registra un'escalation preoccupante in contrada Cozzi, con esposti e lamentale dei medici molto allarmati per quanto sta accadendo. Ieri infatti è stata segnalata agli agenti della polizia di stato la presenza di un soggetto intento a recarsi frequentemente nel presidio medico chiedendo delle dosi di valium in via endovenosa. Preoccupati i medici di turno i quali hanno telefonato al commissariato di polizia esponendo la situazione alle forze dell'ordine ed evidenziando come lo stesso soggetto sia ricorso anche ad azioni autolesionistiche qualora il personale di turno si fosse rifiutato di eseguire la prestazione medica richiesta.
La situazione è insomma molto tesa e i sette medici che svolgono il servizio di guardia nel presidio pachinese, cinque donne e due uomini, lanciano un vero e proprio segnale d'allarme. Pochi giorni fa il referente della guardia medica pachinese, il dottor Giovanni Gangemi, ha inviato un esposto circostanziato al prefetto di Siracusa e per conoscenza al dirigente del commissariato di polizia e della stazione dei carabinieri di Pachino, al sindaco Barone, al direttore dell'Asl 8 e al responsabile del servizio di guardia medica pachinese. Un esposto, condiviso da tutti i colleghi di Gangemi, dove si mette in evidenza lo stato di paura dei medici di guardia nel presidio di contrada Cozzi, sottoposti a minacce continue, insulti, aggressioni verbali da parte di tossicodipendenti, delinquenti abituali e a volte anche da persone cosiddette normali. Le richieste di fornitura di siringhe e prescrizioni di psicofarmaci e valium sono costanti e spesso vanno oltre i compiti del medico di guardia. "Qualche collega - scrive il dottor Gangemi nel suo esposto - ha subito minacce con siringhe piene di sangue da parte di tossici positivi al virus hiv e ultimamente la minaccia è stata effettuata con un rasoio.
Molte volte elementi non individuati hanno cercato di forzare i locali della guardia medica che, si ricorda, da tre lati sono rivolti verso le buie campagne di Pachino". Una situazione che definire precaria è riduttivo. "La vicinanza con il pte - prosegue il medico avolese - è solo virtuale in quanto non c'è un collegamento interno". Nella lunga lettera Gangemi fa riferimento anche ai medici di famiglia. "Si assiste - prosegue nell'esposto il referente del presidio pachinese - all'assenza ingiustificata dei medici di famiglia, con il continuo riversarsi verso i locali della guardia medica di un'utenza esasperata che non ha pari nella provincia di Siracusa, con continue richieste, a volte fuori da ogni canone di educazione, da parte di cittadini al di sopra di ogni sospetto. Tutto questo senza che nessuno faccia nulla". La situazione si trascina così da mesi e mesi. "Abbiamo più volte richiesto - dice ancora Gangemi - la presenza di un servizio di vigilanza, senza esito. Finalmente dopo diversi mesi, sembra che metteranno le sbarre alle finestre. Le nostre colleghe, che sono la maggioranza, hanno paura a svolgere da sole sia i turni diurni che notturni. Viviamo con apprensione, costretti a gestire pazienti che non hanno assolutamente alcuno scrupolo. Continueremo a fare segnalazioni come questa fin quando non verrà fuori qualcosa di concreto da parte delle autorità competenti". Dalla denuncia del medico di guardia a Pachino si evince dunque che nessuno potrà dire un giorno "io non sapevo". Isolamento territoriale, rischi continui e preoccupazioni. E' questo il quadro desolante e preoccupante che emerge dal posto di guardia medica di Pachino.
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 19-01-2004 - Categoria:
Cronaca