PORTOPALO - Espletate le procedure di esproprio, potranno finalmente avere inizio i lavori per la realizzazione del parco archeologico di contrada Scalo Mandrie, a Portopalo. Una struttura che darà lustro e prestigio al territorio situato all'estremità sud-orientale della provincia siracusana. L'iniziativa è compresa nei percorsi archeologici e museali che furono esitati l'anno scorso dall'assessore regionale Fabio Granata. L'assessorato stanziò circa quattro miliardi e mezzo di lire per la realizzazione dell'area portopalese. Ma quali sono le bellezze archeologiche e storiche di Portopalo? Da contrada Cicogna in avanti, nel lungomare che costeggia il golfo di Scalo Mandrie, si trovano i resti di una delle più importante tonnare greco-romane dell'Occidente. Qui venivano lavorati i resti del tonno e dello sgombro dai quali si ricavava una salsa, molto saporita, denominata "Garum". Il poeta Archestrato di Gela, nel poema "La piacevolezza", e Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia" riferiscono, con abbondanza di particolari, di queste specialità gastronomiche legati ai prodotti ittici. Gli antichi romani del resto erano dei grandi consumatori di garum. Le vasche di lavorazione sono ancora ben visibili nei pressi della spiaggia del "Collo". La definizione del parco archeologico è anche il modo migliore per salvaguardare queste testimonianze del passato remoto, spesso lasciate alla mercè di vandali che hanno provato a distruggerle.
Ma tutto il costone, situato alla periferia orientale di Portopalo di Capo Passero, è ricco di storia. Alle spalle delle antiche "Casuzze" dei pescatori qualche anno fa il parroco locale trovò degli scheletri che furono quindi prelevati e catalogati dal personale della Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa. "Tutta questa area in passato - ha affermato Don Palacino - è stata utilizzata come necropoli". E nei pressi della piazza, in uno dei lati della provinciale per Marzamemi, è collocato il costone rupestre che cela i resti di una necropoli paleocristiana del III-IV secolo d.C. che meriterebbe ben altra considerazione. Per la definizione del progetto del parco archeologico ci sono voluti diversi anni. Le basi furono gettate a partire dalla fine del 1999. Il geologo Alberto Rabito, che ha collaborato alla stesura del progetto sul parco archeologico, considera fondamentale la realizzazione di questa struttura per l'intera zona sud del territorio siracusano. "Diventa interessante - afferma Rabito - considerare nel parco anche l'Isola di Capo Passero che potrebbe avere un doppio ruolo: storico, con il castello-fortezza di Carlo V, e naturalistico, date le sue bellezze e il suo punto geografico. Pertanto sarebbe opportuno pensare ad un doppio vincolo. La costituenda area archeologica portopalese potrebbe rappresentare inoltre il primo tassello per unire altre realtà importanti come Vendicari, Marzamemi, fino a Capo Murro di Porco. L'occasione insomma che si presenta è di quelle uniche e da concretizzare in un contesto territoriale da vedere come un unico corpo, poiché le potenzialità da un punto di vista storico ed ambientale, sono tutte a vantaggio del nostro territorio".
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 21-10-2004 - Categoria:
Cultura e spettacolo