Fa la spola tra la Sicilia e la Toscana, tra la piccola Pachino, terra del pomodorino e del vino, e la grande Firenze, città d'arte e di storia. Corrado Sgandurra è un giovane musicista con le idee molto chiare e già in possesso di un curriculum di tutto rispetto. A 24 anni ha al suo attivo diverse esperienze in sala d'incisione: da quella iniziale, datata 1994 (Parkinson) all'album «Listen what I can do» dell'anno duemila. Il chirarrista (e bassista) pachinese ha da poco completato il suo ultimo album, interamente autoprodotto. Il titolo è molto semplice: «Me, myself and I» a rimarcare il fatto che l'intera fase di registrazione e mixaggio è stata curata da Sgandurra nel suo studio di registrazione. Tredici brani: dall'iniziale «Black fire», dove le sonorità richiamano a Greg Howe e Randy Coven, alla conclusiva «Master of nothing» con inequivocabili sonorità «progressive» e tempi dispari ed irregolari.
«Sono soddisfatto di aver ultimato questo nuovo album - afferma Sgandurra - che va in una direzione che inseguo da tempo. Ho sempre ritenuto come uno degli obiettivi più ambiti da un musicista sia quello di avere un sound di riconoscimento ben definibile dall'ascoltatore». Il musicista pachinese si muove tra tecnicismi (le armonie quartali e pandiatonismi nel brano che dà il titolo all'album) e fraseggi di grande impatto sonoro come «Il sogno della delfina triste», con suoni da guitar synth ed accordi stile Allan Holdsworth. «Superendlost» richiama invece ai riff di due mostri sacri del chitarrismo mondiale: Steve Vai e Joe Satriani, mentre in «Venerdì sera fiorentino» i suoni sembrano volutamente rarefatti. «Per Sweep e Guinness» è una ballad romantica mentre la fusion ed il funky fanno capolino in «Sexpirience».
Nell'album di Sgandurra (che ha realizzato tutte le parti di chitarra e basso) ci sono anche il batterista e percussionista Atma Anur ed Enzo Di Paolo (al piano ed alle tastiere). Un tocco di internazionalità anche nella parte grafica del cd che è stata realizzata dalla pittrice moldova Popescu. «L'intero ricavato dell'album, che invierò su richiesta - aggiunge Sgandurra - verrà devoluto ai bambini rumeni e brasiliani». Il musicista pachinese è presente all'interno di «www.guitarcontest.it». Ma c'è un altro progetto molto ambizioso sul quale Corrado Sgandurra sta lavorando: realizzare le musiche per la «Divina Commedia». Un progetto duro e faticoso che Sgandurra concretizzerà, salvo imprevisti, insieme a Roberto Tiranti (voce dei New Trolls) che il chitarrista pachinese considera «uno fra i più grandi talenti vocali a livello mondiale».
Verranno musicate le tre cantiche con sonorità «heavy metal» per l'Inferno (per rendere la forza delle fiamme e dei supplizi ai dannati), mentre il «Purgatorio» avrà sonorità jazz, blues, fusion e musica etnica indiana, con sonorita che progressivamente diventano sempre meno tristi. Il «Paradiso» avrà invece il sound «new age « e della musica classica con la chitarra acustica e classica in primo piano ed anche la presenza di un'orchestra. «Le sonorità saranno molto aperte - sottolinea Sgandurra - per rendere l'idea di infinito, del cielo che non finisce mai». Tra gli altri progetti meno a lungo termine c'è la partecipazione ad una mostra della Popescu dove il chitarrista pachinese musicherà i quadri dell'artista della Moldavia. Ma gli impegni futuri di Corrado Sgandurra continueranno ad essere anche di natura didattica con il suo progetto «Guitar & Bass Discipline» che impegna il chitarrista di Pachino in diverse parti d'Italia. «Ho tanto da fare - conclude Sgandurra - spero di trovare il tempo per ogni cosa».