PACHINO - Nei giorni scorsi la giunta municipale ha provveduto a deliberare un'ulteriore anticipazione di cassa di un milione di euro, cifra che è stata richiesta alla Banca di Credito Cooperativo che funge da tesoreria comunale. Si tratta della seconda sostanziosa anticipazione in pochi mesi per fare fronte agli impegni assunti e mancanti di copertura per problemi di liquidità. Sale così a tre milioni il debito complessivo che il comune ha contratto, su un ammontare massimo di circa tre milioni e settecento mila disponibile. A fine dicembre infatti la Banca che funge da tesoreria comunale aveva già fornito un anticipo pari a 2 milioni di euro. La giunta municipale ha dunque deciso di richiedere in prestito la maggior parte della somma disponibile, anche a causa del mancato accredito dell'ultima rata relativa ai trasferimenti regionali del 2003.
Dovendo fronteggiare impegni indilazionabili ed improrogabili quali il pagamento degli stipendi al personale, i contributi previdenziali, i canoni di nettezza urbana e di energia elettrica, -come si legge nella delibera di giunta- l'esecutivo capeggiato da Barone ha deciso di ricorrere nuovamente allo strumento dell'anticipazione di cassa. A differenza della precedente però, questa volta nelle previsioni per il recupero dei crediti con i quali estinguere il debito contratto, non vi sono le somme relative ai canoni idrici relativi ai ruoli antecedenti al '98.
Il comune infatti ha appurato la effettiva prescrizione di tali importi, non computandoli nelle previsioni di entrata. Il debito dunque potrà essere estinto solo con il primo rateo dei contributi statali, i fondi relativi ai versamenti regionali ed i proventi comunali dal '98 al 2002. La somma sarà comunque restituita entro il 31 di questo mese. Qualora l'ammontare non fosse ancora disponibile verranno utilizzate tutte le entrate libere da vincoli di bilancio fino alla completa estinzione dell'anticipazione. Gli interessi che l'Ente dovrà corrispondere all'istituto di credito relativi all'ultima operazione creditizia ammontano a circa 20 milioni di lire in poco più di un mese. Nonostante gli amministratori pachinesi si affannino a dichiarare che operazioni di tal genere rientrano nella normale gestione di un comune, resta il fatto che un prestito di circa sei miliardi, anche se a breve scadenza, significa consumare prima ciò che verrà assegnato dopo. Le conseguenze economiche dunque sono solo rinviate, ma si ripresenteranno puntualmente in futuro.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 19-03-2004 - Categoria: Cronaca