Per la città un evento di «grazia»

PACHINO - Ultima visita parrocchiale quella di questa sera alle 17,30 per il Vescovo Malandrino. Con l'arrivo alla chiesa Madonna del Rosario di Pompei si concluderà la visita pastorale che la guida spirituale della diocesi netina ha compiuto a Pachino. Malandrino si fermerà nella parrocchia fino a mercoledì 30 novembre. Domenica prossima invece si concluderà la missione pastorale con una celebrazione eucaristica nella chiesa di San Corrado. Si chiude così un percorso lungo più di un mese che Mons. Malandrino ha compiuto in città. La visita pastorale è un evento non frequente che non si era mai verificato da quando Malandrino è diventato Vescovo di Noto, e probabilmente sarà l'ultimo dato che presto andrà in pensione diventando Vescovo emerito.

Tanti i momenti forti che si sono avuti nei vari incontri con il pastore della chiesa. Sono state visitate le parrocchie ma la guida spirituale diocesana ha voluto tastare con mano anche il tessuto sociale della comunità pachinese e di Portopalo con la visita di alcune realtà produttive locali, l'incontro a Marzamemi con i pescatori, il discorso tenuto nell'aula consiliare parlando ai politici, ma anche l'incontro con le famiglie, con i giovani, e con il mondo della cultura. Il Vescovo insomma ha voluto avere contezza non solo dello stato della chiesa ma anche della società in cui la chiesa opera e con cui si confronta. Negli ultimi appuntamenti Malandrino visiterà gli ammalati e gli anziani della parrocchia Madonna di Pompei e si recherà negli istituti comprensivi ricadenti nel territorio parrocchiale a dare un segno concreto di ciò che la chiesa rappresenta nel tessuto sociale della città. Abbiamo chiesto una riflessione sulla visita pastorale al diacono Salvatore Cagliola. Questa la sua risposta: "La perfezione e la visita pastorale è un evento di grazia, ma anche la perfetta organizzazione ha un limite, nel senso che difficilmente lascia spazio al possibile ed all'imprevedibile: tutto è stabilito, quasi un iter, dei passi contati, ciò che si deve dire e che si deve fare. Di per sé è così e, sotto un certo punto di vista, è un bene perché ciò che funziona alla perfezione dà risultati e buon frutto, ma troppa rigidità imprigiona. Sarebbe opportuno, -ha continuato il diacono- lasciare un po' di spazio non tanto alla fantasia, un pizzico a volte ci vuole, ma almeno al possibile ed all'imprevedibile per rendere più umano il contatto e spontaneo il dialogo, più vivo e costruttivo il confronto, quasi con più anima la stessa liturgia, sia dei giorni densi di impegni che delle varie celebrazioni". Insomma il protocollo a volte frena, ma non c'è dubbio che il contatto con il pastore della chiesa netina è risultato coinvolgente e vivo.

Salvatore Marziano
Fonte: Salvo Marziano La Sicilia 27.11 il 28-11-2005 - Categoria: Cronaca

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