Per le aree Sic il Comune rimane contrario

Per le aree Sic il Comune rimane contrario PACHINO - Il comune ha finalmente risposto ufficialmente all'invito da parte dell'assessorato regionale al territorio ed ambiente che aveva chiesto agli amministratori locali di evidenziare le contraddizioni sulle aree Sic e Zps. Il capo dell'Ufficio tecnico Vincenzo Frazzetto ha infatti inviato nei giorni scorsi una dettagliata relazione comprensiva anche di rilievi fotografici scaricati dal portale Google, in cui si fa una minuziosa descrizione dei luoghi che, secondo i decreti regionali impugnati proprio dal comune di Pachino e da alcune aziende locali, sarebbero dovuti rientrare sotto la disciplina e la tutela riservata ai siti di interesse comunitario ed alle zone a protezione speciale.
Il capo dell'ufficio tecnico di fatto ha confermato il secco diniego da parte del comune pachinese ad accettare vincoli sul proprio territorio, vincoli che potrebbero mettere a rischio diverse aziende agricole e l'attività colturale secondo i più moderni principi con impianti terricoli.
La vicenda è ormai piuttosto nota. Sulla base di cartografie risalenti agli anni sessanta la regione siciliana aveva individuato luoghi e territori nella zona del pachinese che erano destinati a rientrare nei disciplinari Natura 2000 e ad essere soggetti alle direttive comunitarie denominate «Habitat» ed «Uccelli» tendenti a cristallizzare lo status naturale dei luoghi nel rispetto della flora e della fauna naturale mediante vincoli piuttosto restrittivi.

Il problema che è apparso evidente ai più è stato quello che i luoghi individuati sulle cartografie degli anni sessanta, oggi risultano radicalmente mutati e su di essi insistono moderne aziende agricole, coltivazioni in serra, e sono sorte persino intere comunità di villette. In definitiva si tratta di zone fortemente antropizzate dove la presenza dell'uomo negli ultimi decenni ha radicalmente mutato il territorio per cui la tutela voluta dalla Regione e dalla Comunità europea in realtà risulta fortemente inadatta. Persino la maggior parte del territorio ove si coltiva il pomodorino Igp (e dunque soggetto a tutela riconosciuta dalla stessa Comunità europea) ricade nelle zone da tutelare, di fatto impedendo l'utilizzo del territorio secondo i più moderni metodi di coltivazione. Il comune di Pachino, rispondendo all'invito dell'assessore regionale Pippo Sorbello, ha dunque evidenziato come nella originaria indicazione non risultava neppure l'opera di canalizzazione posta in essere dall'azienda Spatola che ha radicalmente mutato la geografia dei luoghi e che oggi risulta inspiegabilmente bloccata nel suo sviluppo.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 14-10-2008 - Categoria: Cronaca

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