Cinque casi di bagnanti che si sono punti con l'ago di siringhe utilizzate, quasi certamente, da tossicodipendenti, si sono verificati ultimamente in due punti molto affollati di bagnanti: le spiagge di Morghella, lungo la strada provinciale Marzamemi-Portopalo, e quella del Collo, in località Scalo Mandrie, di fronte a Capo Passero. A Morghella ad essersi punto con una siringa è stato addirittura un bambino. L'ultimo caso, in ordine di tempo, si è registrato sabato pomeriggio. Vittima di una siringa celata nella sabbia, subito dopo la battigia, è stato un noto professionista in vacanza a Portopalo con la sua famiglia e con alcuni amici. "Appena uscito dall'acqua ho avvertito la chiara sensazione di essermi punto con qualcosa - afferma - e pensavo si trattasse di una spina di riccio. Poi invece ci siamo accorti che era, inequivocabilmente, l'ago di una siringa, fortunatamente asciutto, addirittura rimasto conficcato nel piede". Immediatamente è partita la corsa verso il locale presidio di guardia medica. "Ho fatto l'antitetanica per precauzione. Per il resto mi è stato riferito dai medici di guardia che per un anno dovrò sottopormi ad esami e analisi cliniche del sangue anti hiv e anti epatite". Il professionista si è detto sorpreso nell'aver saputo, direttamente dai medici in servizio in quella circostanza, che sono stati ben cinque ultimamente i casi simili. "La stranezza - prosegue il professionista - è che non sarebbe stata fatta alcuna segnalazione alle autorità locali competenti".
Sabato scorso abbiamo verificato se questa segnalazione fosse stata fatta al comune. Risultato: nessuna segnalazione inoltrata, stando a fonti amministrative. La cosa preoccupante è che sia la spiaggia del "Collo" di Scalo Mandrie sia quella di Morghella sono arenili molto frequentati per tutta l'estate da turisti e locali che colgono l'occasione del bel clima per proseguire nei bagni estivi. A Scalo Mandrie quella spiaggia, nel tempo, si è trasformata da posto appartato per lo struscio serale delle coppiette a zona scelta da qualche tossicodipendente che, agevolato dall'oscurità della notte, va a bucarsi abbandonando la siringa direttamente sulla sabbia. "Il mio potrebbe non essere l'ultimo caso - conclude il professionista - e ovviamente produrrò una dettagliata relazione alle autorità competenti, sia amministrative che sanitarie. Il fatto di dovermi sottoporre per un anno a svariati esami clinici mi comporta già uno stress non indifferente".
Sergio Taccone
Fonte:
LaSicilia.it il 05-09-2005 - Categoria:
Cronaca