Pesca novellame polemiche puntuali ma anche il caos
PORTOPALO - E' partita la stagione della pesca del novellame in Sicilia e come ogni anno il tratto antistante Portopalo è stato letteralmente invaso da numerose barche provenienti da altri compartimenti marittimi, per sfruttare il periodo per il novellame. Come ogni anno all'avvio della pesca del novellame, puntuale arrivano le situazioni di caos all'interno di numerose marinerie siciliane. A Portopalo il problema è particolarmente sentito poiché ci si è trovati in condizioni in cui i pescatori non erano stati informati dell'apertura della stagione. Fonte di grossa preoccupazione è anche la decisione dell'assessorato regionale alla Pesca di vietare questo tipo di pesca in alcuni compartimenti consentendola a Portopalo. Alcuni pescatori si sono anche rivolti alla prefettura. All'ufficio locale marittimo di Portopalo, comandato da capo Salvatore Cascione, già l'altro ieri si è registrato un via vai continuo di pescatori, tutti con la problematica dell'apertura della stagione del novellame. Intanto l'Associazione Generale Cooperative Italiane (Agci-Agrital) esprime plauso per lo sblocco, da parte dell'Assessorato Regionale al Bilancio, dei fondi per il pagamento del fermo biologico, che mette fine a un'attesa di due anni da parte dei pescatori siciliani per il pagamento dell'indennizzo.
Giovanni Basciano, vicepresidente dell'Agci Agrital (organismo di settore delll'Associazione Generale delle Cooperative Italiane), ha espresso apprezzamento anche per il decreto dell'assessore regionale Carmelo Lo Monte, inerente la pesca del novellame. “Riteniamo entrambi i provvedimenti di estrema importanza per l'economia delle numerose marinerie siciliane”, ha dichiarato Basciano che per il fermo biologico auspica che la Regione voglia ora programmare per tempo quella inerente il 2006, sentito il parere delle Associazioni e del mondo della Ricerca in quest'ambito. “Sussiste infatti la necessità – ha aggiunto il vicepresidente di Agci Agrital - di istituire le aree di protezione e di finalizzare le date del “fermo” alle effettive esigenze di tutela delle specie ittiche. Operare in questa direzione, ci consentirebbe inoltre di essere in linea con le direttive comunitarie e al riparo da inutili quanto economicamente infausti rischi di procedure d'infrazione da parte dell'Unione Europea”.
L.S.
Fonte: LaSicilia.it il 08-02-2006 - Categoria: Cronaca