La Provincia istituisce lo sportello per «tracciare» il percorso dei prodotti
Fra meno di un mese diventerà realtà quella che sembrava essere solo un’ipotesi futuristica: l’apposizione sui prodotti agroalimentari di microchip contenenti tutte le informazioni che ne garantiscono l’alta qualità e provenienza. A gennaio, infatti, aprirà, in via Passo Lanciano, lo sportello interprovinciale dell’Osservatorio sulla tracciabilità delle filiere agroalimentari, biologiche e tipiche: il progetto porta la firma della Provincia di Pescara e dell’associazione Verde Abruzzo.
È una rivoluzione culturale che proteggerà la tipicità di alcuni prodotti agroalimentari e la salute dei consumatori che sapranno cosa stanno mangiando. Ma è anche il primo caso in Italia in cui un’istituzione pubblica attua un simile progetto. «Coinvolgerà tutte e quattro le province abruzzesi, ma ora parte con la nostra», ha detto ieri mattina Pino De Dominicis, presidente della Provincia di Pescara, presentando l’iniziativa. «Un primo esempio di tracciabilità nel territorio è quello del pecorino di Farindola, che arriva dopo l’esperienza del Consorzio del Parmigiano reggiano. Ciò ci inorgoglisce molto. Potremo aprire nuovi mercati per i nostri prodotti locali».
Attraverso la tracciabilità, i consumatori potranno conoscere tutte le informazioni relative al prodotto, mentre le aziende potranno garantire qualità e sicurezza. Primo punto vendita dove sarà possibile l’immediata lettura dei microchip sarà l’Iper di Città Sant’Angelo: nelle casse saranno installati speciali lettori che informeranno il consumatore sulla storia del prodotto. «Censire tutte le aziende che operano nel nostro territorio consente, in questa fase di promozione del progetto, di proporre una lettura immediata della tipicità dei nostri prodotti locali che verranno messi in rete» ha detto De Dominicis. Sul sito internet www.abruzzotrace.it si troveranno le informazioni sui prodotti certificati: basterà inserire il codice e apparirà la scheda richiesta. Così il marchio «Abruzzo trace» garantirà la provenienza e l’alta qualità del prodotto, poiché ne ha tracciato la lavorazione lungo tutta la filiera di produzione. Sul sito si troveranno anche notizie sui prodotti non lavorati, come frutta e verdura, o la carne. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con «Verde Abruzzo», l’associazione regionale di produttori biologici.
«Il progetto nasce per recepire un regolamento europeo che fissa procedure nel settore della sicurezza alimentare: le aziende agroalimentari devono affrontare il problema della tracciabilità, che una volta ottenuta consentirà anche una quotazione nel mercato nazionale ed europeo. Il costo del progetto non è elevato proprio perché c’è la Provincia che che ne garantisce l’accessibilità», ha detto Alessandro Bucciarelli, presidente di Verde Abruzzo, «i produttori che si rivolgeranno all’Osservatorio verseranno una modica quota annuale e i tecnici valuteranno la loro filiera».
Le basi del progetto erano state gettate già tempo fa, sempre dall’amministrazione provinciale. L’istituto professionale «Di Marzio» ha istituito un innovativo corso di studi: il chimico biologico, esperto anche della filiera agro-alimentare. I diplomati hanno competenze chimiche, biologiche e informatiche: sono gli operatori che rilasciano il codice di tracciabilità.
Fonte:
Il Centro il 13-12-2005 - Categoria:
Economia