La cenere lavica dell'Etna è arrivata anche su Malta e la Libia. Lo dimostra una foto inviata da un satellite alla base militare di Sigonella. Nell'immagine si vede un immenso pennacchio rosso che si alza dal cono vulcanico ed attraversa il Mediterraneo fino a raggiungere la costa nordafricana.
La nube nera attraversa il Mediterraneo
È l'Ufficio Meteo del 41° Stormo italiano, con l'utilizzo delle trasmissioni e delle foto inviate via satellite, che segue attentamente l'evoluzione della enorme nube vulcanica che presenta, nel suo sviluppo, caratteristiche particolari a causa dei venti in quota. La nube si alza principalmente dalle tre bocche che si sono formate sull'Etna nel versante di Nicolosi, a Sud-Est alla base della Torre del Filosofo: le forti esplosioni lanciano in alto la cenere, che raggiunge nella parte superiore una quota di 26 mila piedi, cioè seimila metri.
La nube dalla mattinata di ieri si è «spalmata» in larghezza, dal vulcano in direzione Sud-Est, e poi trasportata dalle correnti, ha mutato direzione Nord-Nord Est, assumendo una configurazione particolare, a semicerchio, puntando a Nord Ovest superando il territorio isolano e inoltrandosi verso il mare, un 50 miglia al largo delle coste siciliane.
La nube tocca le acque ad Est di Malta, e infine si inoltra per 100 miglia verso l'Africa, penetrando in Libia.
Pioggia nera su Siracusa
Ieri, intanto, la provincia di Ragusa è stata risparmiata dalla cenere lavica. Il vento ha spinto la polvere nera verso la provincia di Siracusa. Nel primo giorno dell'eruzioni, invece, l'intera provincia si era svegliata sotto una sottilissima coltre nera che era caduta anche lungo il litorale e in particolare a Marina di Ragusa, facendo cambiare di colore le spiagge con riflessi dorati. Ieri comunque sulle strade si notava ancora la polvere nera che veniva sollevata al passare delle automobili e dalle folate di vento.
Invece Siracusa non è stata risparmiata dalla polvere lavica dell'Etna. Per tutta la giornata è piovuta cenere, creando non pochi disagi ai cittadini. Lamentati infatti da molti, disturbi alla respirazione e bruciore agli occhi. Conseguenti i problemi legati alla circolazione stradale, in particolare per i mezzi a due ruote. Non si sono registrati incidenti, ma per le strade si sono visti solo centauri particolarmente cauti nella guida. In stato di allerta, comunque, vigili urbani, che hanno prestato servizi straordinari, e vigili del fuoco, tempestati di telefonate per richieste di consigli per pompe di calore e aspiratori esterni.
Allarme al Polo petrolchimico
Intanto, per la zona industriale è stata chiesta dal sindaco di Priolo, una particolare attenzione, soprattutto per l'impiantistica esterna, come i compressori, la cui funzionalità potrebbe essere pregiudicata dalla polvere lavica. Nel settore agrumicolo, si registrano problemi legati alla mancanza di reperibilità di mano d'opera disposta a lavorare sotto la fitta pioggia nera, per i disturbi che crea agli occhi.
Danni nelle serre del Pachinese
Più delicata, invece, la situazione nella zona sud della provincia aretusea, dove le serre di coltivazione del pomodorino di Pachino, sono a rischio. La coltre che si deposita sui tetti degli impianti di protezione delle piantine, non fa passare la luce solare, indispensabile per la crescita delle stesse piante e per la maturazione dei frutti.
Duro colpo anche per il commercio locale: negozi vuoti, bar poco frequentati, supermercati con casse chiuse.
In seguito alle gravi conseguenze che la pioggia di cenere sta avendo sull'agricoltura, la Coldiretti di Catania ha chiesto l'immediato intervento dell'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura per la valutazione dei danni alle colture e alle strutture aziendali, ma anche nelle vicine province di Siracusa e Ragusa si segnalano disagi alle attività aziendali e danni alle piantagioni per gli effetti delle ceneri sulla normale attività traspiratoria e fotosintetica delle piante.
Fonte:
LaSicilia.it il 29-10-2002 - Categoria:
Cronaca