PACHINO - Sono già 111, ma il loro numero potrebbe raddoppiare a breve, i ricorsi presentati dall'avvocato Giuseppe Sena in collaborazione con la sezione pachinese dei Comunisti italiani retta dall'ex deputato regionale Gioacchino La Corte, contro l'aumento del 60% della tariffa sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani. Si tratta di una sorta di class-action pachinese intentata dall'avvocato penalista che ha deciso di assistere gratuitamente, previo rimborso delle sole spese, i cittadini che vogliono intentare un'azione giudiziaria per evitare di pagare le maxi bollette relative alla raccolta dei rifiuti.
A fare il punto sulla situazione, sono stati ieri l'ex inquilino di palazzo dei Normanni e lo stesso avvocato Sena. La Corte in primo luogo ha fatto una cronistoria dell'aumento della tariffa. Un aumento deciso nel 2008 dall'allora sindaco Giuseppe Campisi che con determina sindacale innalzò a dismisura la tariffa al fine di coprire i costi di smaltimento, lievitati a seguito della chiusura della discarica di Coste Sant'Ippolito.
«Quella determina è illegittima - ha affermato La Corte -, in primo luogo perché è stata fatta nonostante il governo Berlusconi avesse varato un decreto che vietava ai comuni l'aumento delle tariffe al fine di salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, e in secondo luogo perché il sindaco non è competente a determinare le tariffe dato che si tratta di una competenza riservata al consiglio comunale».
La Corte ha anche ripercorso le varie tappe che da allora lo vedono tra i protagonisti della lotta al caro Tarsu, e tra queste una serie di petizioni, incontri, manifestazioni, anche a sostegno delle organizzazioni sindacali che, nei mesi scorsi, avevano indetto persino uno sciopero fiscale. Poi la decisione di favorire la presentazione dei ricorsi individuali da parte dei cittadini. Questo punto è stato illustrato dall'avvocato Sena. Si tratta di chiedere ai cittadini di pagare solo due rate e mezzo della somma richiesta dal Comune, di fatto decurtando la somma del 60% ritenuto illegittimo. Dal momento in cui la Serit (azienda che si occupa della riscossione) invierà le cartelle per la riscossione coatta della quota residua, si potrà intentare ricorso in commissione tributaria. «Non è possibile - ha affermato il legale - scaricare sui cittadini la mala politica». Secondo il legale pachinese le probabilità di vedere accolti i ricorsi sono concrete.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 19-09-2010 - Categoria:
Cronaca