PACHINO – Il giudice delle udienze preliminari Stefania Scarlata ha condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione Angelo Fratantonio, 65 anni, di Modica, accusato di una lunga serie di furti ma soprattutto dell'incendio, a Pachino, della residenza di campagna dell'avvocato Luigi Caruso Verso, senatore della Fiamma Tricolore.
Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato e ha permesso all'imputato, difeso dall'avvocato Giovanni Favaccio, di usuftruire dello sconto di un terzo della pena. Ad Angelo Fratantonio si risalì grazie all'impronta di una scarpa trovata sul retro di un pannello di gomma del tiro al bersaglio, che era stato calpestato durante l'incursione nella villa del parlamentare. Fu lo stesso senatore Luigi Caruso Verso ad accorgersi della traccia e a conservarla, convinto che avrebbe potuto avere un valore determinante nelle indagini.
Gli investigatori in un primo momento avevano preso in considerazione un ventaglio di ipotesi molto ampio, non escludendo una vendetta legata all'attività professionale del penalista. Ma questa e altre piste non portarono da nessuna parte. Furono invece le informazioni raccolte dal senatore Caruso Verso, che per l'occasione indossò i panni di detective, a dare la svolta alle indagini. Fu perquisito, infatti, il casolare dove viveva Angelo Fratantonio, in contrada Casanova, a pochi chilometri da Pachino, e fu trovato un paio di scarpe che coincidevano perfettamente con l'impronta trovata nella villa del parlamentare dopo l'incendio. Il danneggiamento fu preceduto da due furti avvenuti agli inizi di dicembre del '99. La prima volta furono rubati una specchiera, alcune bottiglie di liquore, dei sigari, piatti e bicchieri. Scoperto il primo furto, il senatore Caruso Verso si allarmò e dormì la notte dopo nella villa, ma non accadde nulla.
A distanza di due giorni, però, i ladri, approfittando che la villa era di nuovo disabitata, tornarono alla carica. Evidentemente, durante la prima “visita”, avevano visto che in quella casa c'erano molti mobili di valore e si erano attrezzati per fare piazza pulita. Non è da escludere che dovessero compiere un furto su commissione, essendosi accordati in anticipo con un ricettatore sui mobili d'epoca che sarebbero stati in grado di procurasi. Ma le cose non andarono come avevano programmato. Mentre erano all'opera, infatti, videro arrivare un'auto e scapparono, portando via solo una parte dei mobili. L'auto era quella del senatore Luigi Caruso Verso, che evidentemente, temendo un ritorno dei ladri, quando poteva andava a controllare la sua villetta, anche negli orari più impensabili.
Senza indugiare, il parlamentare, intuendo che i ladri erano appena scappati, si mise alla loro ricerca. A poche centinaia di metri, in una casa colonica disabitata, trovò i mobili che gli erano stati appena rubati. I ladri li avevano evidentemente lasciati lì con l'intento di recuperarli quando le acque si sarebbero calmate. Arrivarono le forze dell'ordine e furono avviate indagini, ma senza alcun risultato. Poi, il 10 maggio del 2000 l'incendio che devastò la villetta. Il senatore Luigi Caruso Verso sin dal primo momento aveva escluso l'ipotesi di una vendetta legata alla sua professione di avvocato penalista.
Riteneva, invece, il grave danneggiamento collegato ai due furti subiti qualche mese prima. E così, in effetti era. Alla fine, insomma, si era trattato sì di una vendetta, ma da parte di ladri che si erano visti privati di refurtiva che avrebbe fruttato loro un cospiuo gruzzolo: dopo il secondo furto, infatti, il parlamentare, temendo altre sgradite “visite”, aveva deciso di spogliare la casa di quasi tutto l'arredamento, lasciandovi solo i letti e qualche mobile.
Fonte:
Gazzetta Del Sud On Line il 22-06-2002 - Categoria:
Cronaca