Pista ciclabile a vendicari

NOTO - I numerosi turisti che hanno preso d'assalto in questi giorni di ferragosto sia la città barocca che la zona costiera di Noto Marina nonchè quella della riserva di Vendicari hanno riproposto nuovamente il problema della carenza di servizi e di infrastrutture, oltre alla necessità di una pista ciclabile che colleghi il centro urbano con il vasto territorio netino.
In questo periodo, quotidianamente oltre tremila persone si riservano nell'oasi di Vendicari per visitare i pantani, ma tale affluenza ha messo in crsi il personale della forestale per la mancanza di parcheggi e servizi igienici. Da quì, l'appello lanciato dai socialisti democratici italiani che da anni si battono per una pista ciclabile che una volta realizzata congiungerebbe la città con l'area naturalistica di Vendicari riducendo così sensibilmente l'uso delle autovetture ed invitando i vacanzieri a percorrere la zona naturalistica a piedi o con la bicicletta. La proposta di dar vita ad una pista ciclabile non è nuova, ma risale al 1998 quando il Ministero delle Infrastrutture diede mandato alla Regione Siciliana di individuare alcuni tracciati trasformando le vecchie ferrovie dismesse in percorsi ciclabili. Furono stanziati per Noto dal Governo regionale oltre un miliardo delle vecchie lire, ma fino ad oggi nulla è stato fatto dall'amministrazione Accardo per dare corso al progetto.

«Il progetto - dichiara il coordinatore dello Sdi Daniele Manfredi - giace nei cassetti di qualche scrivania del Comune in buona compagnia del piano di gestione della pre riserva di Vendicari, progetto anch'esso strumento essenziale, ma messo da parte nel disinteresse totale. E' una vergogna - aggiunge il coordinatore dello Sdi - non si riesce a portare avanti in questa città un solo progetto. Eppure il tracciato della vecchia ferrovia Noto-Pachino ben si presta per un'opera che sia adatta all'ambiente ed alle peculiarità della riserva. La pista ciclabile ed il piano di gestione - conclude Daniele Manfredi - permetterebbero di invogliare il trekking, i percorsi in bike e la visita nei siti naturalistici». E' assurdo che, dopo anni che si parla di valorizzare al massimo la riserva di Vendicari e la zona costiera che si estende da Noto Marina, attraversando la villa del Tellaro, nulla sia stato fatto per rendere accogliente la pre riserva con servizi efficienti. Un gruppo di cittadini ha chiesto di essere ricevuti dal sindaco e dall'assessore ai lavori pubblici per chiedere i motivi dei ritardi accumulati fino ad oggi per portare avanti i due importanti progetti che potrebbero dare lavoro a parecchi netini.

Benito Taglaiferro
Fonte: LaSicilia.it il 20-08-2005 - Categoria: Cronaca

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Dal sito giro di vite:http://www.girodivite.it/article.php3?id_article=1423
4 giugno 2005

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Intervento di Gianpaolo Schillaci
Sulle ferrovie dismesse
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Una legge dello Stato (la 366/98)prevede che "i sedimi delle ferrovie dismesse debbano essere prioritariamente convertiti in piste ciclabili".

Gli esempi di cicloturismo di grandissimo successo realizzati in tutto il mondo sono facilmente visionabili sul web. Il cicloturismo, peraltro, e’ un settore ricco oltre che rispettoso della natura.

Purtroppo, invece, gli esempi di ferrovie e trenini cosiddetti turistici, tranne casi veramente particolari - sui quali si puo’ serenamente discutere - non possono avere successo, anche perche’ la domanda di natura e di percorsi a piedi o in bici e’ estremamente superiore in tutto il mondo.

Basta sostare mezza mattina alla pro loco di Noto per sentire i turisti stranieri chiedere come arrivare A PIEDI al mare, non rinchiusi in alcuna scatoletta a motore (ne’ bus, ne’ treno).

E pensare che con tale legge, proprio la Noto - Vendicari ebbe un grosso finanziamento, grazie all’informazione e alla sensibilizazione che dal 1995 una associazione di appassionati ciclisti catanesi svolgeva - mediante l’invio di relazioni e brochure - nei confronti dei comuni siciliani i cui territori erano attraversati da ferrovie dismesse. E grazie alla veloce comprensione dell’Amministrazione allora in carica.

Basterebbe girare un po’ sul web per vedere il business costituito dagli itinerari ciclabili. Ma siamo in Italia: i progettisti sperano di lucrare sul progetto supermiliardario (non fatevi ingannare: non si "puo’ rimettere il treno" dove non corre da anni, occorre RIFARE la linea integralmente e secondo le norme vigenti, con costi elevatissimi: SFIDO chiunque in un pubblico dibattito a sostenere il contrario); le Ferrovie sperano di lucrare vendendo sedimi di linee che non hanno saputo mantenere economicamente attive e che hanno ricevuto in grazioso regalo da uno Stato pasticcione (solo?).

Uno Stato che ha ceduto ad una presunta Spa (dove i dirigenti continuano a prendere lo stipendio sicuro giocando a fare gli imprenditori con un capitale avuto in regalo...) un patrimonio che apparteneva agli italiani (perche’ era pubblico ed era stato costruito con le tasse) e NON allo Stato stesso (avrebbe dovuto vendere il materiale rotabile, NON l’armamento!).

Le stesse ferrovie che quando devono vendere a qualcuno una linea che esse considerano iservibile sostengono che mantenere una linea in esercizio "non costa poi tanto"...

Insomma, il solito pasticcio pastasciuttaio italiano, dove qualcuno e’ convinto che "mangiare e bere sul treno turistico, di tanto in tanto affacciarsi dal finestrino esclamando "che bello" o meglio scendere per comprare provola locale" sia quanto voglia "il turista".

Risultato tutto italiano: avremmo potuto avere una favolosa greenway gia’ in esercizio, con il "rischio" di vederci passeggiare su milioni di persone all’anno (milioni, si: andate ancora a farvi un giro nel web e vedete quanta gente va per luoghi molto meno interessanti della nostra Sicilia) e invece niente!

E sara’ ancora niente per molto. Dove navigare un po’ per farsi una idea della faccenda? Cominciare con: railtrail.org, fiab-onlus.it, greenways.it, montainbikesicilia.it

Infine: il tono e’ polemico, lo so, chiedo scusa se faccio di tutto un fascio, perche’ sicuramente sono ingiusto verso molti.

Ma avere finanziamenti per opere importanti e innovative per il territorio, lasciarli languire e forse perderli mi sembra tanto gattopardiano e di questa ulteriore riprova del gattopardesco "che tanto nulla cambia" non ne avevamo proprio bisogno.

Giampaolo Schillaci MontaInbike Sicilia info@montainbikesicilia.it

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Il Commento del sottoscritto:Rosario Spinello
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Percorsi ciclabili e pedonali negli iblei
18 agosto 2005, di : Ulisse |||||| Sito Web: Pachino Promontorio

Ringrazio Giampaolo,per avere introdotto,con pertinenza e pregio,una discussione gattopardiana...dove le trazzere e tratturi e muri a secco segnano il passo di un pregevole territorio che è raffigurabile nell’area vasta degli Iblei, che ricomprende le provincie di Siracusa e Ragusa.Ma per pertinente estensione andrebbe allargato al territorio regionale della Sicilia.Se alcuni anni fà era stato formato un ufficio regionale delle Trazzere, sarebbe cosa sacrosanta, e al passo con i tempi, di progettare, ripristinando le vie di comunicazioni esistenti dismesse( strade e ferrovie) e le antiche trazzere: un progetto regionale di piste ciclabili e percorribili a piedi capace di creare un circuito interno fra le masserie,feudi e casali che in Sicilia si aggirano intorno al numero di 5.000. Recentemente, il Prof.Leonardo Urbani, della Facoltà di Architettura di Palermo, ha presentato un progetto che ha l’obiettivo di recuperare l’ingente e considerevole patrimonio storico agrario della Sicilia interna. Con l’auspicio di potere vedere presto,gattopardianamente,un progetto complessivo, magari promosso e presentato dagli amici della bicicletta siciliana, vi invio un cordiale saluto,Spiros