Finanziamento di 2.659.000 euro, pari a più di 5 miliardi delle vecchie lire, a rischio. La somma che è relativa al Pit per il recupero della fascia costiera, il cui progetto definitivo e completo di tutta la documentazione dovrà essere presentato entro il 31 marzo, si perderà irrimediabilmente a causa di uno studio di consulenza botanica richiesto dalla Soprintendenza e che difficilmente potrà essere fornito nei termini a meno di una proroga in extremis. Una data impossibile da rispettare per la casa municipale che spera in una proroga dei termini. In mancanza della dilazione agognata, si potrà dire addio sia al recupero della fascia costiera che agli investimenti per 2 milioni 659 mila euro. Il Pit fascia costiera ha avuto delle vicende alterne. Il progetto originario, approvato in conferenza dei servizi era stato inviato all'assessorato Territorio ed ambiente della Regione Sicilia per beneficiare del relativo finanziamento.
Successivamente gli uffici municipali ritennero opportuno rielaborare il progetto. La motivazione era quella di avere maggiori possibilità di finanziamento limitando l'intervento solo all'interno delle aree Sic (aree di interesse comunitario) che a Marzamemi comprendono l'area alle spalle di viale Lido e l'area delle antiche saline (così detto pantano di Marzamemi).
La Soprintendenza ai beni culturali, però, espresse parere favorevole per il progetto relativo alle saline, ma non per l'area lacustre alle spalle di viale Lido.
Successivamente la Soprintendenza ha rimodulato il parere con un provvedimento successivo che ha consentito di acquisire l'approvazione della commissione edilizia e il parere di conformità urbanistica dando così al Rup (responsabile unico del procedimento) Corrado Malandrino che sta seguendo l'iter della pratica di procedere all'approvazione in linea tecnica. L'approvazione in linea amministrativa avverrà. invece, tra qualche giorno con delibera del commissario Carlo Turriciano che, con i poteri del Consiglio approverà la variante al piano regolatore necessaria dato che nel frattempo i termini tecnici di esproprio sono scaduti.
Le difficoltà sono legate principalmente all'ulteriore richiesta della Soprintendenza che per esprimere parere favorevole, trattandosi di zone Sic, ritiene indispensabile uno studio di consulenza botanica (dunque un ulteriore incarico professionale) che la casa municipale non ha ancora commissionato e che comunque appare difficilmente ottenibile in appena cinque giorni.
Difficoltà anche per l'altro Pit relativo al recupero del palmento Rudinì. In questo caso è la giustizia amministrativa a essere da intralcio dato che la gara di appalto è stata impugnata ed il ricorrente ha vinto il contenzioso amministrativo al Tar e si attende il responso del Cga. La Provincia di Siracusa che gestisce i procedimenti sembra però orientata a proseguire lo stesso nella stipula del contratto con la ditta aggiudicataria nonostante la sentenza del Tribunale amministrativo regionale.
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 25-03-2006 - Categoria: Cronaca