(sedi) "La carenza idrica che riguarda Pachino, Marzamemi e Portopalo è da terzo mondo e si scontra fortemente con le politiche di sviluppo turistico". E' l'allarme lanciato da Pasquale Aliffi, presidente e portavoce del comitato cittadino "Pro Marzamemi", che, prima del periodo estivo in cui il fenomeno della carenza idrica tocca l'apice, cerca di smuovere la situazione drammatica in cui versano i centri urbani della zona sud. La proposta che muove il comitato, attraverso una lettera indirizzata alle amministrazioni comunali di Pachino e Portopalo nonch‚ al presidente della Regione, Totò Cuffaro ed all'assessore regionale al turismo Fabio Granata, è quella di indirizzare sforzi e progettualità sulle richieste di finanziamenti alla regione, per arrivare all'installazione di dissalatori che permettano di utilizzare l'acqua del mare. Pare che la questione sia già nota al consorzio Ato - idrico, incaricato per risolvere il problema. "Chiediamo - conclude Aliffi - che le autorità competenti possano muovere i primi passi, di un percorso sicuramente molto lungo, verso la realizzazione di un progetto che possa alleviare la situazione esasperante della carenza idrica".
LE AMMINISTRAZIONI DI PACHINO E DI PORTOPALO DI C.C. ARRANCANO OGNI ANNO NEL PERIODO ESTIVO PER GARANTIRE L'ACQUA AI CITTADINI E AI TURISTI. Non volendo affrontare a livello strutturale la problematica fondamentale per risolverlo: siamo costretti a vedere i gruppi politici, di destra e di sinistra, che si contendono la soluzione che è sempre parziale e non risolutoria del problema. Sono convinto che se vogliamo sviluppare realmente il problema dello "sviluppo sostenibile" del comprensorio che io chiamo Pachino Promontorio sia necessario programmare PROGETTARE e costruire un "DISSALATORE" per i due Comuni e le frazioni e le zone turistiche. L'uso del dissalatore permetterebbe alle falde acquifere del sottosuolo di riformarsi e di allontanare lo spettro della desertificazione.L'uso del dissalatore non contempla l'abbandono definitivo delle acque di falda: ma permetterebbe un uso più razionale di tutto il processo e ciclo delle acque sia ad uso civile, agricolo e industriale e turistico.