PACHINO - L'ultima seduta del consiglio comunale si porta dietro una polemica di carattere storico-politico per via di un botta e risposta tra Roberto Bruno (Pd) e Patrizia Tossani (ex An). Il primo aveva affibbiato alla maggioranza atteggiamenti di natura fascista, la seconda ha replicato di essere fiera di quegli atteggiamenti. «La Tossani, come il resto degli alleati del sindaco, ha perso la calma», chiosa Bruno. La diretta interessata non ci sta e chiarisce il suo atteggiamento. «E' singolare come l'opposizione intenda perdere tempo su una polemica anacronistica e fuori luogo mentre glissa totalmente sul fatto che il progetto per l'elisuperficie non sarà presentato molto probabilmente in tempo utile e quindi il territorio perderà ogni speranza di prendere parte al bando regionale che scadrà giorno 9. Su questa tema molto delicato Roberto Bruno non ha nulla da dire, anzi approva l'operato del presidente del consiglio che fino a ieri criticava un giorno si e l'altro pure». L'esponente pachinese, con una lunga militanza in Alleanza Nazionale, censura il modo di fare del presidente Rabito.

«Ci sono già due commissari che stanno esaminando l'operato del presidente - aggiunge la Tossani - ed inoltre tengo a sottolineare lo strano clima durante le sedute consiliari, con parte del pubblico che disturba sistematicamente gli interventi non graditi. Se la cosa dovesse ripetersi anche questa sera mi recherò dalle forze dell'ordine per presentare una denuncia». Intanto, il segretario cittadino di Sel, Roberto Arangio, torna sul botta e risposta tra Bruno e la Tossani. «Martedì scorso abbiamo assistito al solito teatrino tragicomico durante il consiglio comunale, con una maggioranza ormai svanita che aspetta solo che gli venga inflitto il colpo di grazia. Da segretario di Sel e da cittadino pachinese pretendo che la consigliera Tossani si dimetta. Chi si dice fascista non può rappresentare nessuna fetta di popolo in aula consiliare». Arangio auspica che la maggioranza emargini la Tossani per non affermare che il loro agire si ispiri al fascismo.

SERGIO TACCONE