Politica in fibrillazione dopo lo "stop" al bilancio

Politica in fibrillazione dopo lo "stop" al bilancio PACHINO - Non si placa l'eco suscitata dalle reazioni politiche seguite alla bocciatura del consuntivo di bilancio, né quella relativa alla reazioni della casa municipale che ha definito «difficile il rapporto con il partito di Follini e che in un eventuale rafforzamento della maggioranza si terrà conto delle posizioni prese da questo partito fino a questo momento». Da più parti infatti si fa notare come la coalizione governativa che non è più maggioranza sia stata corresponsabile dell'esito della votazione perché consapevole di quanto stava accadendo ed in condizione di impedirne l'esito. La votazione della seduta del 13 infatti è stata preceduta dalle dichiarazioni di voto dei capigruppo che hanno palesato le loro intenzioni, per cui la maggioranza avrebbe potuto impedire la bocciatura uscendo dall'aula e provocando la caduta del numero legale. In tal modo non si sarebbe potuto procedere alla votazione e dunque alla bocciatura. Se dunque la bocciatura del consuntivo di bilancio ha delle responsabilità queste vanno ricercate in pari misura in chi ha votato contro ma anche in chi ha votato a favore sapendo che l'esito sarebbe stato negativo. Intanto il consigliere Dipietro ha voluto replicare alla richiesta di dimissioni del presidente del consiglio Nicastro avanzate dall'esponente della Nuova Dc Sebastiano Rosa. «Non capisco, - ha dichiarato Dipietro - perché Rosa si ostini a chiedere le dimissioni di Nicastro e non faccia identica richiesta agli assessori della giunta che non hanno l'appoggio della maggioranza del consiglio comunale».

Ma gli scenari politici appaiono nebulosi non solo per la coalizione di governo ma anche per l'opposizione. Se l'Udc con il ritorno di Dell'Ali in seno al partito sembra avere ritrovato un nuovo spirito unitario, a dare segnali di cedimento è invece An. Il consigliere Salvatore Midolo si è infatti dichiarato pronto ad uscire da An considerando la strategia politica del partito assente e priva di risultati. «Farò comunque il possibile per rimanere in questo partito». Rotta dal canto suo ha dichiarato: «L'affermazione di Midolo è un fulmine a ciel sereno anche perché qualsiasi decisione di rilievo presa in questi mesi è sempre stata adottata d'intesa con i consiglieri e con la segreteria provinciale». Va ora capito se la rottura in An è un episodio interno al partito di destra o avrà conseguenze per l'opposizione. Intanto va registrata la solidarietà al presidente Nicastro da parte dello stesso Rotta: «La vicinanza di Rosa al partito di Rinascita lo ha abituato evidentemente alla cultura dei veti e degli out-out. Va invece espressa stima per il presidente del consiglio che ha votato secondo coscienza ed in totale autonomia. Riguardo al coordinatore di Rinascita, -ha continuato Rotta- sarebbe opportuno che Mallia desse delle spiegazioni relative alla piena crisi in cui si trova Pachino e riflettesse se tutto ciò non sia ascrivibile proprio al movimento civico che lui guida».

Sa. Mar
S. T.
Fonte: LaSicilia.it il 18-09-2004 - Categoria: Politica

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RINASCITA E GLI OPPOSITORI Nel quadro dell'analisi dei fatti politici generali emerge forte l'attacco al Movimento Rinascita di Pachino perchè esprime una forza coesa e solidale di consiglieri che appoggiano l'attuale Sindaco e la giunta dell'amministrazione di Pachino. Dunque, rei di tenere in piedi un'amministrazione ed un Sindaco che è stata votata da 6000 pachinesi.. I quali,ricordiamolo, hanno dato un chiaro segno politico di governo che ha premiato la CdL. Se le vicende all'interno della destra storica e di A.N., che con la vice-sindacatura di Rotta, avevano fatto intravvedere una vivace amministrazione in grado di avviare una grande stagione politica e di grandi progetti per Pachino bisogna dire che questa è purtroppo sfumata. Non so quali siano state le motivazioni principali per questo cambio di direzione al vertice: ma molto si deve, a mio parere, alla politica "piglia tutto" delle parti più voraci che si annidano nel partito dell'UDC. Il quale voleva, piano, piano, prendere per mano il Sindaco per "dettargli" quello che giornalmente doveva fare. E se la presenza del dinamico Rotta era stata subito presa di mira: ciò è dovuto alla capacità politica di sapere ben rappresentare l'amministrazione in qualsiasi circostanza.Questo ha fatto si che la sua permanenza ai vertici dell'amministrazione rappresentasse un pericolo per quanti vogliono che in politica: "meno si cambia e meglio è". Quando Rinascita per Pachino ha intuito e capito, fino in fondo, il gioco delle tre carte, dopo l'ultima vicenda che ha riguardato la questione Giliberto, reo di non aver appoggiato la candidatura dell'avvocato Di Pasquale al ruolo di Difensore Civico: si sono rotti gli indugi, e l'UDC "piglia tutto" è stato mandato o si è autoproposto per l'opposizione. Nel frattempo, la inconsistente e poco democratica azione dei D.S. di Pachino ha fatto scappare letteralmente Massimo Agricola. Al quale, qualche galletto di sezione locale voleva fare le scarpe: facendolo dimettere da consigliere. ( visto che è poco dialettico e che ha la sfortuna di non sapere parlare) Per cooptarlo, "democraticamente", con il primo dei non eletti: che è invece un grande oratore. Massimo, giustamente, si è ribellato a questo, poco democratico, modo di procedere e giustamente ha preferito abbandonare il Partito dei D.S. per appoggiare il Sindaco e l'amministrazione, che intanto cominciava intravvedere le prime difficoltà. Anche altri partiti, bene o male, hanno seguito la stessa strada: palesando divisioni e fratture in ogni componente politica partitica presente a Pachino. Se l'amministrazione si è trovata nella difficile situazione di non avere una maggioranza è chiaro che questa non può essere addebitata al Movimento Rinascita di Pachino. Poiché, in definitiva è stata l'unica componente "politica" che nel tempo si è "rafforzata" e reso possibile la difficile navigazione di questa amministrazione. Ciò a consentito alla giunta di funzionare e di procedere con un minimo di programmazione che sono nelle prerogative della giunta e del Sindaco. Infatti, sono stati diversi i bandi di gara espletati e i lavori che attualmente interessano il centro urbano di Pachino. Mentre, tutto ciò che riguarda gli atti del consiglio comunale sono rimasti bloccati ed impantanati nel brodo primordiale della improduttiva dialettica dei partiti. Pertanto, se si devono individuare delle responsabilità politiche è inutile dare la colpa al movimento di Rinascita per Pachino, che credo esprima il primo partito come numero di voti a Pachino.
Ma a quei partiti che, sprezzanti del "bene comune", hanno creduto, prima, di potere avere l'egemonia su questa amministrazione e, poi, delusi della fermezza di Rinascita, hanno dovuto fare profonda riflessione e marcia indietro sui personali programmi che si erano dati. Ma le cause di questa miserevole performance partitica non sono da addebitare e attribuire ai singoli consiglieri locali: ma alla politica di scala che partendo da Roma e Palermo passa poi per Siracusa e Pachino. Poichè i partiti, nel loro insieme, non esprimono un corpo solidale da Roma a Pachino.Perchè negli stessi partiti non ci sono gli stessi obiettivi da raggiungere e le stesse comuni intenzioni politiche da portare avanti. Ma esprimono, localmente, il volere/potere dei vari "capicorrente" che ogni partito ha nel suo seno. Dunque emerge, con forza, che è il "sistema dei partiti", nel suo insieme, che ha fallito l'obiettivo politico di governare Pachino e di dare sostegno a questo Sindaco e a questa amministrazione.
Se da quanto è emerso negli ultimi due anni, a sinistra, non si è capito ciò che questo avrebbe potuto significare per un avvicendamento futuro nell’amministrazione di Pachino, ciò è dovuta alla scarsa capacità politica di analizzare come stanno veramente le cose. E se oggi si fa appello alle forze riunite della sinistra e della margherita che insieme non riescono ad arrivare a 3000 voti allora io mi chiedo: come si vogliono vincere le elezioni a Pachino?
Ecco, allora che si impone una riflessione politica seria e ponderata. Se non riprende il progetto, interrotto, con il centro-sinistra e l'Ulivo del Sindaco Mauro Adamo: non ci sarà futuro per la sinistra di governo e di Pachino. Ecco perché oggi si impone un cambiamento radicale dei vertici dei D.S. di Pachino. Non per simpatia o antipatia: ma semplicemente perché la strada politica intrapresa e portata avanti fino ad ora è semplicemente sbagliata!
Cordiali Saluti Spiros