PACHINO - Ondata di controlli da parte degli ispettori dell'Ufficio repressione e frodi nei magazzini di lavorazione di Pachino. I blitz sono scattati già dal giorno successivo all'incontro con il ministro Gianni Alemanno di una delegazione di produttori pachinesi che hanno denunciato al Ministro la possibilità di abusi compiuti ai danni dei rinomati prodotti locali a cui verrebbero mescolati pomodori non «originali» provenienti da zone non rientranti nel territorio di produzione Igp Pomodorino di Pachino o addirittura dall'estero ed in particolare dai paesi del nord Africa. Le dichiarazioni, per altro più volte sentite anche in sede locale durante la manifestazione agricola di protesta delle settimane scorse da parte di molti agricoltori, hanno messo in allarme il ministero delle politiche agricole che ha deciso di dare seguito alle richieste di maggiori controlli sul territorio. Quasi paradossalmente però l'ondata di controlli nei magazzini di lavorazione e di confezionamento e nelle principali zone di produzione non sembrano essere state accolte positivamente da taluno che teme un abbassamento ulteriore dei prezzi di mercato proprio per l'irrigidimento del clima nella filiera commerciale. Non mancano poi le prese di distanze dalle denunce fatte durante l'udienza del Ministro Alemanno. L'Associazione tutela prodotti tipici di Pachino a questo riguardo ha preso posizione in maniera ufficiale affidando ad un comunicato stampa la propria posizione. Questo quanto scritto dal presidente Salvatore Chiaramida.
«Le affermazioni fatte da alcuni sedicenti agricoltori durante l'incontro con il ministro Alemanno secondo i quali a Pachino viene lavorata e confezionata merce importata dal Nordafrica, ha fatto scattare immediatamente i controlli degli Ispettori dell'Ufficio repressione e frodi sul territorio locale. Per quelle che sono le sue conoscenze, il sottoscritto esclude categoricamente che questo fenomeno si verifichi nel nostro comprensorio. Già nell'ottobre 2004, -ha continuato Chiaramida- la Procura delle Repubblica di Siracusa aveva aperto una inchiesta conclusasi con un nulla di fatto. Lanciare delle accuse infondate, sparandole nel mucchio, non fa altro che infangare il lavoro di decine di operatori onesti. Se qualcuno, -conclude Chiaramida- è in possesso di informazioni precise, faccia i nomi. Diversamente crea solo allarmismo e confusione». Il presidente dell'Atptp insomma vede un rischio boomerang nei controlli che alle lunghe potrebbero screditare il buon nome di Pachino e dei suoi principali imprenditori agricoli seri ed onesti. Sull'agricoltura è inoltre intervenuto anche il sottosegretario Nicola Bono durante l'apertura della campagna elettorale a Pachino, difendendo le strategie governative in ambito agricolo, ed evidenziando, nell'ambito dei controlli, la necessità delle ispezioni da parte degli organi preposti, necessari per difendere quello che Bono ha definito il tesoro dei pachinesi, e cioè l'agricoltura di qualità. «Il vantaggio di Pachino, -ha affermato il sottosegretario- è quello di coltivare prodotti di qualità e non generici. In questo l'Igp può essere utile solo se valorizzato dato che non si tratta di un titolo nobiliare». Annunciate da Bono anche le risposte immediate allo stato di crisi con l'abbattimento dal 40 al 68% dei contributi nelle zone ad obiettivo 1 tra cui rientra anche la Sicilia. Intanto giunge notizia dell'apertura di un possibile canale commerciale con il Canada grazie ad una recente visita del presidente dell'Ap Marziano
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 02-04-2006 - Categoria: Cronaca