Pomodoro una stagione in chiaroscuro

PACHINO - Gli imprenditori agricoli pachinesi sperano in una stagione migliore. Dopo Pasqua, infatti, il calo dei consumi ha fatto registrare effetti negativi nel bilancio delle aziende del comprensorio. In crisi, soprattutto, il settore dell'ortofrutta.
Lo conferma il presidente dell'Associazione per la tutela dei prodotti tipici pachinesi, Salvatore Chiaramida. «In questi ultimi giorni - afferma - emergono dati negativi per l'agricoltura. I prezzi di vendita, in discesa, conseguenza inevitabile del dopo festa. Attualmente ci troviamo nella fase avanzata della raccolta del «pomodoro insalataro», il cosiddetto «costoluto», ovvero quel pomodoro di grandi dimensioni, di colore verde scuro, che prende il nome dalle coste marcate. Al «costoluto» si affianca il ciliegino, tipico pomodoro di Pachino rinomato in tutto il mondo». Le aspettative riguardano a breve scadenza la raccolta del melone. Se infatti per il pomodoro si è già in piena campagna, la raccolta dei meloni è ancora appena iniziata: «All'inizio di questa campagna - spiega Chiaramida - i prezzi di vendita appaiono discreti. Le nostre speranze si potrebbero concretizzare nel prossimo a maggio, periodo centrale della raccolta.

Intanto, sul mercato il prezzo del melone oscilla tra i 2 e i 2,50 euro, con una media di 2,20-2,30 al chilo. Prezzo che ovviamente subisce lievi oscillazioni in base alla varietà».
Il bilancio dell'agricoltura potrebbe risollevarsi anche in vista della raccolta delle angurie: «E' presto per i prezzi di vendita - precisa il presidente dell'Atptp - per la raccolta dei primi frutti si deve attendere circa 15 giorni». Ma i prossimi mesi potrebbero essere favorevoli anche per il pomodoro. Tra aprile, maggio e giugno, infatti, si ha la punta più alta della produzione, così come nel periodo autunnale, da novembre a Gennaio. Leggermente in discesa, invece, la produzione del periodo estivo, da luglio a settembre. In totale, comunque, su circa 600mila quintali di produzione distribuita su un territorio di circa 1.000 ettari, per il 75% si produce il ciliegino, mentre il restante 25% è relativo alla produzione di altre due tipologie pregiate, il costoluto e il semicostoluto.

Lidia Corallo
Fonte: LaSicilia.it il 18-04-2004 - Categoria: Economia

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